Biografia
Ninetto Davoli: attore italiano dalla spiccata sensibilità, qualità che l’ha sempre accompagnato durante la sua lunga carriera nel cinema. Ninetto Davoli è stato senza dubbio uno degli attori italiani più amati, pupillo di Pasolini, dotato di una luminosità e una simpatia fuori dal comune, portatore di messaggi di amore e speranza, e degno rappresentante del cinema italiano.
Ninetto Davoli, ovvero l’Otello pasoliniano
(San Pietro a Maida, 11 ottobre 1948)
È stato scoperto da Pasolini, che lo incontrò a 15 anni per caso sul set del film “La ricotta”, dove il fratello lavorava tra le maestranze. Da allora, insieme a Franco Citti, è stato l’attore feticcio del regista friulano, della cui morte ancora si ignora il colpevole. Pasolini introdusse Ninetto Davoli in ambienti ai quali il ragazzo di borgata non avrebbe mai avuto accesso. Ninetto Davoli adesso è un solare signore di mezza età con i capelli ricci e bianchi e con lo stesso grande sorriso dei suoi esordi.
Ninetto Davoli nasce l’11ottobre del 1948 a San Pietro a Maida in provincia di Catanzaro ma molto presto va a vivere a Roma nell’allora baraccopoli di Borghetto Prenestino.
L’esordio al cinema con ”La romana”, poi al fianco di Totò in ”Uccellacci e uccellini”
Esordisce al cinema ne “La romana” (1954) di Luigi Zampa con Gina Lollobrigida. Nel 1964, a 17 anni l’uomo che gli cambierà la vita gli fa fare una piccola parte le film “Il Vangelo secondo Matteo” (1964). È il primo di nove film diretti da Pasolini in cui Davoli sarà presente. Solo due anni dopo recita insieme al Principe della risata in “Uccellacci e uccellini” (1966). Ninetto, con la sua ingenuità, quasi non crede alle sue orecchie quando sa che sarà pagato 1.500.000 per il suo lavoro accanto a Totò.
Il giovane è intimidito meno di Pasolini dal grande attore partenopeo, che descriverà in seguito come un uomo chiuso e introverso. In “Uccellacci e uccellini” i due interpreti sono padre e figlio che vagano per la campagna romana ed incontrano un corvo parlante che gli racconta la storia di due frati che vogliono evangelizzare falchi e passeri. Lo strano incontro tra queste due diversissime personalità darà vita a un film alquanto originale sulla crisi del marxismo.
Sul set Ninetto Davoli sarà spesso guidato dal maestro Pasolini
Davoli, lo stesso anno, divide il set con il suo maestro in “Requiescant”, modesto western di Lizzani. Nel 1967, fa parte del cast del film a episodi “Le streghe”, firmato tra gli altri da Visconti e Pasolini. Nell’episodio di quest’ultimo, “La terra vista dalla Luna”, Davoli e Totò sono ancora una volta padre e figlio in un corrosivo racconto sui danni del consumismo nascente. Accanto a loro, una splendida Silvana Mangano nei panni della donna perfetta. Oramai Ninetto è, insieme a Franco Citti e a Laura Betti, un membro della strana famiglia di Er Pasola come lui lo chiama.
Davoli recita in “Edipo Re” del 1967 con mostri sacri del calibro di Carmelo Bene, Julian Beck, Silvana Mangano e Alida Valli.
È girato nel 1967, ma esce un anno dopo, “Che cosa sono le nuvole?”, firmato da Pasolini e parte del film a episodi “Capriccio all’italiana”. Il duo Totò e Davoli sono metaforicamente delle marionette, buttate nell’immondizia dopo che il loro spettacolo non è piaciuto al pubblico. Il faccione di Davoli mascherato da Otello è rimasto nella storia del cinema, insieme alla maschera verde del principe della risata. Nel cast anche Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Adriana Asti, Laura Betti e Domenico Modugno che firma anche la colonna sonora. Un piccolo capolavoro di poesia con un finale memorabile.
Un ‘Partner’ d’eccezione
Nel 1968 Davoli è nel lungometraggio d’esordio di Bernardo Bertolucci, “Partner”, e ha una piccola parte nel corrosivo ritratto della buona borghesia di “Teorema” di Pasolini.
Nel 1969, con un grande fiore in mano, Ninetto corre felice per le strade di Roma, mentre in sovrimpressione passano le immagini dei crimini dell’umanità. È la storia del piccolo ma importante cortometraggio “La sequenza del fiore di carta”, del film corale italo/francese “Amore e rabbia”, girato da Pasolini, Godard, Lizzani, Bellocchio e Bertolucci. La corsa finirà con la sua morte, punito per non essere capace nella sua innocenza di vedere la violenza che lo circonda. La stessa violenza permea nel “Porcile” dello stesso anno, firmato da un Pasolini che diventa sempre più amaro e disilluso e che non rinuncia a Ninetto Davoli.
Davoli è anche nel cast di “Ostia” esordio del 1970 di Sergio Citti, fratello di Franco e da sempre collaboratore del regista friulano che con lui ne scrive il soggetto. Franco e Ninetto sono metaforicamente fratelli in una storia che mischia il drammatico con la commedia.
Lo scandalo con ”Decameron”
È commedia anche il successivo “Er più – Storia d’amore e di coltello” di Sergio Corbucci del 1971. Cucito su misura per Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori, il film include nel cast anche un gruppo di attori romani, tra cui Ninetto, che cerca disperatamente di insegnare un po’ di romanesco all’attore milanese, seppur con scarsi risultati. Lo stesso cast parteciperà nel 1972 al sequel “Storia di fifa e di coltello – Er seguito d’er più”, molto poco riuscito.
Nel 1971 Davoli interpreta “Il Decameron”, primo lavoro della cosiddetta “trilogia della vita”. Il film fa grande scandalo per l’abbondanza di nudi e di scene di sesso esplicito. Seguiranno “I racconti di Canterbury” (1972) e “Il fiore delle mille e una notte” (1974). In tutte e tre le pellicole Davoli è affiancato da Franco Citti.
Davoli è oramai un volto noto e nel 1973 si sposa con Patrizia, facendo precipitare il suo maestro nel dolore. Diventa testimonial della Saiwa nei panni di Gigetto in una serie di spot esilaranti, che andranno avanti dal 1972 al 1982. Gira anche diverse commedie, non tutte di qualità, tra cui “Anche se volessi lavorare che faccio?” (1972) di Flavio Mogherini con Maurizio Arena e “Il maschio ruspante” (1972) di Antonio Racioppi, ma anche il secondo film di Sergio Citti “Storie scellerate” (1973) piuttosto ben riuscito.
L’addio a Pasolini, Ninetto Davoli in una fase drammatica della sua vita
Il 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini viene ucciso e toccherà proprio al suo vecchio amico Ninetto riconoscere il corpo devastato all’Idroscalo. Subito dopo esce postumo “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975), ultimo film che doveva essere il primo di una “Trilogia della morte”, in cui non hanno recitato né Citti né Davoli; una scelta di Pasolini, per proteggere i suoi sodali di sempre dai problemi di censura che l’opera avrebbe sicuramente riscontrato.
Il sorriso di Ninetto si spegne per la perdita drammatica del suo maestro e padre putativo. Ninetto torna sul set nel 1977 con il suo amico Sergio Citti, che lo dirige in “Casotto” tutto girato in una cabina di uno stabilimento balneare di Ostia. Nel 2011, Matteo Cerami girerà un omaggio al film dal titolo “Tutti a mare” con Gigi Proietti, non particolarmente riuscito, in cui Ninetto ha una piccola parte.
L’ex borgataro, diventato attore per caso, ha perso la bussola e si ritrova a fare film sempre più cheap, tra cui “La liceale seduce il professore” (1979) di Mariano Laurenti, commedia pecoreccia con Alvaro Vitali, Lino Banfi e Gloria Guida.
Qualche film di seconda serie, e poi il ritorno al cinema di qualità con ”Le rose blu”
Tra le eccezioni merita menzione “Il minestrone” (1981) di Sergio Citti, sorta di favole poetica su due pellegrini verso Roma. Nel cast, anche Franco Citti, Roberto Benigni e Giorgio Gaber.
È un’opera a livello internazionale “Il cuore del tiranno” del 1981 di Miklòs Janksò, una sorta di Decamerone in salsa ungherese. Si racconta dell’allestimento di uno spettacolo da parte di attori italiani, ostacolati in tutti i modi, con Davoli nei panni del perfetto capocomico. Il film non verrà neanche distribuito in Italia.
Dopo una serie di filmacci di serie B, il ritorno al cinema di qualità avviene nel 1990 con il docufilm di Emanuela Piovano, Anna Gasca e Tiziana Pellerano “Le rose blu”. Girato nel carcere delle Vallette di Torino, il film, con Ninetto Davoli e l’amica Laura Betti, compie un viaggio nel mondo amaro del carcere, che nasce dall’esperienza di lavoro del gruppo Camera Woman, attivo dalla metà degli anni Ottanta con seminari e stage di cinema-video. L’opera si conclude con una foto di Pasolini e Laura Betti, che parla da sé.
Ninetto Davoli omaggia Pasolini insieme a Sergio Citti
Nel 1996, arriva l’ulteriore omaggio a Pier Paolo Pasolini con “I magi randagi” di Sergio Citti. Il lungometraggio in origine era un progetto di Pasolini, scritto con Sergio Citti, prima della sua morte. La base della sceneggiatura era stata mandata a Eduardo De Filippo, che doveva essere nel cast, con il titolo provvisorio di “Porno–Teo-Kolossal”. Si trattava di un viaggio surreale al limite del pornografico di Davoli e di De Filippo, rispettivamente servo e padrone verso la terra del Messia.
Il film girato vede per protagonisti tre saltimbanchi, Silvio Orlando, Rolf Zacher e Patrick Bauchau in viaggio dietro a una cometa apparsa dal nulla, in lotta contro i falsi valori. Nel cast figurano anche Ninetto e la Betti. È lei che firma il vero omaggio al grande amico e intellettuale nel 2001, con “Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno”. Nel documentario c’è lui con tutti i suoi sogni e fallimenti, raccontati dalla viva voce di Ninetto.
Il premio Lara, l’unico riconosciuto all’attore, nonostante una carriera sfavillante
Memorabile l’interpretazione di Davoli nel drammatico “Uno su due” di Eugenio Cappuccio, che gli vale il premio Lara alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma, l’unico riconoscimento fino ad allora della sua carriera.
In “Un posto nel cinema” (2007) di Alberto Morais, il grande cinema neorealista è raccontato da Theo Angelopoulos e Victor Erice, mentre Davoli, Tonino Guerra e Nico Naldini rievocano Pasolini.
Nel noir di Marco Martani, “Cemento armato” del 2007, Davoli è molto a suo agio nel personaggio che si muove in una Roma periferica, in cui la violenza la fa da padrone. La capitale vista dal punto di vista multietnico, invece, è raccontata nel 2010 da “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” di Isotta Toso, che vede il Ninetto in un piccolo cammeo.
Nel 2012 in “Pasolini, la verità nascosta” di Federico Bruno si ricostruisce l’ultimo anno di vita del regista friulano e la voce di Davoli non poteva mancare.
Gli ultimi lavori, Ninetto Davoli: instancabilmente attore
Con la maturità a Davoli vengono affidati ruoli da malavitoso romano come in “Senza nessuna pietà” (2014) di Michele Alhaique, dove è a capo di una banda, di cui fa parte il figlio e il nipote Pierfrancesco Favino. Davoli fa anche una piccola parte nella serie tv prodotta da Sky sulla banda della Magliana.
Nel 2014 partecipa a “Pasolini” di Abel Ferrara, in concorso a Venezia. Il film non è particolarmente riuscito ma la maschera di Davoli, nel ruolo che doveva essere di De Filippo nel film che non vide mai la luce “Porno–Teo-Kolossal” è da non perdere. Lui fu l’ultimo a vederlo vivo quel terribile giorno di novembre, lo vide sparire nella notte sulla sua Alfetta verso Piazza dei Cinquecento dove avrebbe trovato il suo assassino.
Ivana Faranda
Filmografia
Ninetto Davoli Filmografia – Cinema
⦁ La romana, regia di Luigi Zampa (1954)
⦁ Il vangelo secondo Matteo, regia di Pier Paolo Pasolini (Non accreditato) (1964)
⦁ Uccellacci e uccellini, regia di Pier Paolo Pasolini (1966)
⦁ Requiescant, regia di Carlo Lizzani (1966)
⦁ Edipo Re, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
⦁ Le streghe, episodio La Terra vista dalla Luna, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
⦁ Capriccio all’italiana, episodio Che cosa sono le nuvole?, regia di Pier Paolo Pasolini (1968)
⦁ Teorema, regia di Pier Paolo Pasolini (1968)
⦁ Partner, regia di Bernardo Bertolucci (1968)
⦁ Amore e rabbia, episodio La sequenza del fiore di carta, regia di Pier Paolo Pasolini (1969)
⦁ Porcile, regia di Pier Paolo Pasolini (1969)
⦁ Ostia, regia di Sergio Citti (1970)
⦁ Il Decameron, regia di Pier Paolo Pasolini (1971)
⦁ Er più – Storia d’amore e di coltello, regia di Sergio Corbucci (1971)
⦁ S.P.Q.R., regia di Volker Koch (1972)
⦁ Abuso di potere, regia di Camillo Bazzoni (1972)
⦁ Anche se volessi lavorare, che faccio?, regia di Flavio Mogherini (1972)
⦁ I racconti di Canterbury, regia di Pier Paolo Pasolini (1972)
⦁ Storia di fifa e di coltello – Er seguito d’er più, regia di Mario Amendola (1972)
⦁ Il maschio ruspante, regia di Antonio Racioppi (1972)
⦁ La Tosca, regia di Luigi Magni (1973)
⦁ Storia de fratelli e de cortelli, regia di Mario Amendola (1973)
⦁ Storie scellerate, regia di Sergio Citti (1973)
⦁ Una Matta, Matta Corsa in Russia, regia di Franco Prosperi (1973)
⦁ La signora è stata violentata!, regia di Vittorio Sindoni (1973)
⦁ Maria Rosa la guardona, regia di Marino Girolami (1973)
⦁ Appassionata, regia di Gianluigi Calderone (1974)
⦁ Pasqualino Cammarata… capitano di fregata, regia di Mario Amendola (1974)
⦁ Il fiore delle mille e una notte, regia di Pier Paolo Pasolini (1974)
⦁ Amore mio, non farmi male, regia di Vittorio Sindoni (1974)
⦁ Il lumacone, regia di Paolo Cavara (1974)
⦁ Qui comincia l’avventura, regia di Carlo di Palma (1975)
⦁ Il vizio ha le calze nere, regia di Tano Cimarosa (1975)
⦁ Frankenstein all’italiana, regia di Armando Crispino (1975)
⦁ Amore all’arrabbiata, regia di Carlo Veo (1976)
⦁ L’Agnese va a morire, regia di Giuliano Montaldo (1976)
⦁ Spogliamoci così, senza pudor, regia di Sergio Martino (1976)
⦁ Casotto, regia di Sergio Citti (1977)
⦁ No alla violenza, regia di Tano Cimarosa (1977)
⦁ Malabestia, regia di Leonida Leoncini (1978)
⦁ La liceale seduce i professori, regia di Mariano Laurenti (1979)
⦁ Maschio, femmina, fiore, frutto, regia di Ruggero Miti (1979)
⦁ Le buone notizie, regia di Elio Petri (1979)
⦁ Il cappotto di Astrakan, regia di Marco Vicario (1980)
⦁ Il minestrone, regia di Sergio Citti (1981)
⦁ Il cuore del tiranno, regia di Miklós Jancsó (1981)
⦁ Il conte Tacchia, regia di Sergio Corbucci (1982)
⦁ Occhei, occhei, regia di Claudia Florio (1983)
⦁ Marie Ward – Zwischen Galgen und Glorie, regia di Angelika Weber (1985)
⦁ Momo, regia di Johannes Schaaf (1986)
⦁ Animali metropolitani, regia di Steno (1987)
⦁ La ragazza del metrò, regia di Romano Scandariato (1988)
⦁ Le rose blu (1990)
⦁ L’anno prossimo vado a letto alle dieci, regia di Angelo Orlando (1995)
⦁ I magi randagi, regia di Sergio Citti (1996)
⦁ Cinématon, regia di Gerard Courant (1997)
⦁ Una vita non violenta (2000)
⦁ Uno su due, regia di Eugenio Cappucci (2007)
⦁ Un posto del cinema, regia di Alberto Morais (Documentario) (2007)
⦁ Cemento armato, regia di Marco Martani (2007)
⦁ Partacce (Cortometraggio) (2008)
⦁ Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, regia di Isotta Toso (2010)
⦁ Tutti al mare, regia di Matteo Cerami (2011)
⦁ Fiabeschi torna a casa (2012)
⦁ Felice chi è diverso, regia di Gianni Amelio (2014)
⦁ Pasolini, regia di Abel Ferrara (2014)
⦁ Senza nessuna pietà, regia di Michele Alhaique (2014)
⦁ Uno, anzi due, regia di Francesco Pavolini (2015)
Ninetto Davoli Filmografia – Televisione
⦁ Le avventure di Calandrino e Buffalmaco (Miniserie) (1975)
⦁ Addavenì quel giorno e quella sera (Miniserie) (1979)
⦁ Sogni e bisogni (Miniserie) (1985)
⦁ L’altro enigma (1988)
⦁ La romana (1988)
⦁ Il vigile urbano (Serie) (1989)
⦁ Série noire (1 episodio) (1989)
⦁ L’avvocato Porta (Miniserie) (1997)
⦁ La banda (2000)
⦁ Vite a perdere (2004)
⦁ Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu (2007)
⦁ Romanzo criminale – La serie (6 episodi) (2008)
⦁ Un medico in famiglia 6 (1 episodio) (2009)
⦁ Gli ultimi del Paradiso (2009)
⦁ Crimini: Mork e Mindy (2009)
⦁ Baciamo le mani – Palermo New York 1958, regia di Eros Puglielli (2013)