Dal 6 dicembre 2023, il pubblico potrà assistere a “Mary”, un thriller biblico che esplora le origini della figura iconica di Maria di Nazareth. La pellicola, diretta da DJ Caruso e interpretata dalla giovane attrice israeliana Noa Cohen, 22 anni, ha già scatenato un acceso dibattito sui social media. Le reazioni, in particolare, sono animate da contestazioni da parte di frange pro-Palestina, che non hanno esitato a sollevare critiche nei confronti della scelta del cast, chiedendo un boicottaggio della produzione.
La trama di “Mary” e l’importanza del contesto storico
“Mary”, ambientato nel periodo biblico, racconta la storia di Maria, la madre di Gesù, in un contesto che si preannuncia avvincente e ricco di tensione. Da sempre simbolo di fede e devozione, il personaggio di Maria viene esplorato attraverso una narrazione che promette di unire elementi tradizionali e moderni, regalando così al pubblico un’esperienza cinematografica innovativa. La sceneggiatura, secondo le dichiarazioni del regista, mira a catturare non solo l’essenza della maternità e della spiritualità, ma anche i conflitti e gli eventi storici dell’epoca.
Il casting di Noa Cohen ha suscitato non poche polemiche. Le frange attiviste pro-Palestina lamentano la scelta di un’attrice israeliana per un ruolo così significativo dal punto di vista religioso. Nonostante la figura di Maria sia storicamente e culturalmente legata alla tradizione ebraica, i contestatori ritengono che non si sia dato spazio a interpreti palestinesi, aumentando così le tensioni già esistenti in un contesto geopolitico complesso. Tuttavia, la scelta di Cohen è stata motivata dalla volontà di mantenere un’aderenza storica e culturale, sottolineando che Maria, come riportato nei testi sacri, era ebrea.
Le critiche sui social e il dibattito pubblico
Le polemiche intorno a “Mary” non si sono fatte attendere. Sui social, attivisti e spettatori hanno espresso il loro disappunto, commentando aspramente la decisione della produzione. Le critiche spaziano da commenti su presunti atti di blasfemia a dichiarazioni di intenti di boicottaggio. Ad esempio, alcuni utenti hanno descritto il cast come “inappropriato“, sottolineando che il protagonista maschile, Giuseppe, è interpretato dall’attore israeliano Ido Tako.
Le affermazioni si fanno sempre più incisive con frasi del tipo “come osano dare a un ebreo il ruolo di Maria?“, esprimendo la convinzione che tale scelta possa essere vista come un affronto ai sentimenti religiosi di milioni di cristiani e musulmani. La situazione è ulteriormente aggravata dal contesto geopolitico attuale, con molti che fanno riferimento a varie tensioni tra Israele e Palestina, esprimendo la loro percezione di un “genocidio” nei confronti del popolo palestinese. Queste affermazioni, pur essendo forti e dirette, rispecchiano le complesse dinamiche del dibattito su cultura e identità.
Le dichiarazioni della produzione e il cast
Il regista DJ Caruso ha risposto alle critiche, sottolineando l’importanza di selezionare un cast che garantisse l’autenticità del progetto. La sua dichiarazione mette in evidenza come il film si sforzi di presentare un’immagine veritiera dei temi trattati, unendo diversi aspetti della vita nel periodo biblico. Oltre a Noa Cohen nei panni di Maria e Ido Tako in quelli di Giuseppe, il cast include anche attori di primo piano, come il premio Oscar Sir Anthony Hopkins, che interpreterà il ruolo di Erode il Grande.
Caruso afferma di aver dedicato grande attenzione alla scrittura e alla produzione, cercando di creare una storia che potesse coinvolgere il pubblico non solo dal punto di vista emozionale, ma anche sotto il profilo storico. Il regista ha dichiarato: “È un film d’azione a tema biblico che intratterrà gli spettatori anche nei suoi passaggi più emotivi, come la nascita di Gesù.” Con queste parole, Caruso mira a invitare un pubblico variegato a investire non solo tempo ma anche attenzione nella visione di questa ambiziosa pellicola.
Con l’avvicinarsi della data di uscita, il dibattito intorno a “Mary” è destinato a intensificarsi ulteriormente, offrendo spunti di riflessione su temi di identità, religione e rappresentazione culturale nel mondo del cinema.