Il team creativo di “Boris” propone una satira brillante e corrosiva, ribaltando in chiave grottesca lo stereotipo del Natale come festa di armonia e riconciliazione familiare
Regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo – Cast: Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Francesco Pannofino, Laura Morante, Caterina Guzzanti, Alessandra Mastronardi, Stefano Fresi, Andrea Sartoretti – Genere: Commedia, colore, 95 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 27 novembre 2014.
Può una relazione amorosa sopravvivere ai raduni conviviali del Natale? Il collaudato trio composto da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo presenta una commedia esuberante dalla deriva grottesca, coraggiosa nell’applicazione di una satira mordace e intelligente su un tabù della cultura italiana intrisa di conservatorismo cattolico: il tema della famiglia.
La vicenda prende spunto da un incontro del tutto casuale tra due giovani: Massimo, aggredito da un rapinatore travestito da Babbo Natale, viene soccorso da Giulia, che lo trova steso per strada in seguito a una coincidenza fortuita; i due si innamorano immediatamente e perdutamente. Ma il Natale è alle porte, il clima festivo aggredisce senza pietà i due inermi ragazzi, e la sfida del pranzo in famiglia è tutta da affrontare.
Nel paradosso estremizzato che dà linfa alla narrazione vengono a contrapporsi due realtà agli antipodi. Da un lato i parenti di lei, cristallizzati in una realtà di paese, coesi attorno ai legami di sangue e a schemi rituali atavici e assurdi: la riffa per vincere la “bestia”, ovvero un computer, la caccia al cinghiale, la grappa fatta in casa. Dall’altro la famiglia di lui, milionaria e disomogenea, una forma industriale di aristocrazia. Entrambi i giovani conducono vite atte a ricercare l’emancipazione dall’oppressione parentale, eppure l’incedere della festività li costringe, come un richiamo della foresta, a doversi misurare – con assurde conseguenze – ognuno con la realtà dell’altro.
Il registro narrativo è dominato da una forma di ironia caustica, quella a cui ci hanno abituato gli scrittori della serie e del film di “Boris”; stavolta però la modalità è ancora più estrema nell’abbattimento di ogni vincolo realistico, in funzione di un’apertura verso una rappresentazione caricaturale ed estremizzata che si esprime spontaneamente nell’accentuazione iperbolica dell’aspetto comico: attorno ai due protagonisti si muove un teatro dell’assurdo, una galleria di personaggi privi di alcun nesso razionale, ognuno a modo proprio folle o paranoico.
Tra l’incontro e il ritrovamento dei due ragazzi innamorati, che fanno rispettivamente da prologo ed epilogo, la narrazione è scissa distintamente in due parti, in ognuna delle quali l’uno fa la conoscenza della famiglia dell’altro, venendosi a trovare al centro di concatenazioni di avvenimenti dai risvolti surreali. Il canale sentimentale che lega i due protagonisti fa da trait d’union per lo sviluppo dell’intreccio, ma viene relegato ben presto in secondo piano: le faccende che riguardano la relazione amorosa sono trattate con tagli frenetici e in alcuni casi accompagnate da una voce esterna tendente alla sdrammatizzazione in chiave ironica. La commedia si sviluppa in forma corale, e a dominare la scena è lo scontro tra le diverse personalità che animano i due nuclei familiari, interpretate dagli stessi attori in vesti e atteggiamenti completamente diversi, ad accentuare ancor di più la componente paradossale alla base del racconto.
“Ogni maledetto Natale” è una commedia godibile e ben scritta: nella stravaganza dei toni, accompagnata dall’accentuazione surreale e grottesca di personaggi e situazioni, rifiuta facili compromessi con il politicamente corretto e prende di mira con intelligente leggerezza l’istituzione familiare nei suoi aspetti ipocriti e repressivi, che certo ne possono essere parte integrante e significativa.
Marco Donati