Il film di Marcel Barrena si aggiudica il Premio del Pubblico alla sedicesima edizione della kermesse capitolina. Il film vincitore, il cui titolo originale è “Mediterráneo”, è stato votato dagli spettatori della prima replica dei film della Selezione Ufficiale attraverso l’APP ufficiale e il sito della Festa.
Il pubblico ha decretato la vittoria di Open Arms – La legge del mare
Luca Torchia, Chief Communication Officer di FS Italiane, ha consegnato il ‘Premio del Pubblico FS’ ad Aldo Lemme, Head of Theatrical Distribution di Adler Entertainment che distribuirà il film in Italia. E’ questa una produzione spagnola di Lastor Media, Fasten Films, Arcadia Motion Pictures, Cados Producciones con la casa di produzione greca Heretic.
Open Arms – La legge del mare racconta di due bagnini spagnoli, Oscar e Gerard che, turbati nel profondo, dalla visione di una foto raffigurante il corpo di un bambini morto sulle coste greche, nel tentativo di fuggire in occidente attraversando quella lingua di mare che separa la Turchia dalla Grecia, partono per l’isola di Lesbo. Il loro desiderio è quello di aiutare questi disperati, ma si trovano di fronte una realtà dolorosa e ingestibile da due soli uomini. Il film è tratta dalla storia vera di Oscar Camps, il fondatore di Open Arms.
Marcel Barrena parla del suo film
“Nel settembre del 2015 il mondo tremò davanti alla foto di Aylán Kurdi, un bambino senza vita su una spiaggia del Mediterraneo. A Òscar Camps, bagnino di Badalona, quell’immagine ha cambiato la vita. Convinse il suo amico Gerard Canals ad andare a Lesbo per vedere cosa stava accadendo. Quello che era iniziato come un viaggio di due giorni divenne una missione che si protrasse per mesi e che, a oggi, ha salvato la vita a più di 60.000 persone. Dopo aver visto quella foto, Òscar lasciò tutto per salvare molta gente da morte certa e denunciare quanto stava avvenendo. Io che cosa potevo fare? Non sono un bagnino, ma potevo fare un film che desse visibilità a ciò che stava succedendo a sole due ore di aereo da casa nostra. Per quattro anni abbiamo lavorato a Lesbo per conoscere in prima persona la situazione e dare forma a un progetto in cui abbiamo affrontato l’inimmaginabile. Abbiamo girato nei veri uffici dei soccorritori di Open Arms. Abbiamo ricostruito il campo profughi di Moria e assunto come comparse centinaia di rifugiati. Né il film né io abbiamo le risposte per porre fine a ciò che accade nel Mediterraneo, ma possiamo fare da megafono perché nessuno dimentichi quel che avviene sulle nostre coste.”
Maria Grazia Bosu
24/10/2021