Recensione
Orecchie – Recensione: una commedia intelligente
Dopo sette anni dal suo lungometraggio d’esordio “Due vite per caso”, Alessandro Aronadio torna alla regia con una commedia surreale, “Orecchie”. In questo lungo periodo il regista romano si è dedicato alla scrittura di sceneggiature come quella di “Che vuoi che sia”, simpatica commedia di Edoardo Leo e “Classe Z”, teen comedy di Guido Chiesa.
Con “Orecchie”, Aronadio propone al pubblico una sorta di film on the road dimostrando che, anche in questo Paese, è possibile realizzare una storia intelligente, diversa da quelle cui siamo stati abituate negli ultimi anni.
Orecchie: una giornata bizzarra
Il bizzarro pellegrinaggio del protagonista senza nome innesca un evento apparentemente banale: un fischio alle orecchie. L’uomo – interpretato efficacemente da Daniele Parisi, attore teatrale all’esordio cinematografico – per curare questo fastidio s’imbatte in una serie di episodi al limite del surreale. Il film propone una ricca galleria di mostri e situazioni bizzarre: due suore invadenti picchiate da un’anziana, un rapper filippino che legge Camus, due medici folli e i loro sadici scherzi, una madre libertina con il suo amante artista che “crea” con i mobili Ikea, un direttore di giornale intento ad unire la filosofia con il gossip da spiaggia, e infine un prete molto particolare.
Un giorno apparentemente qualunque che porterà il protagonista a cambierà il modo di vedere se stesso e la vita, come emerge nell’interessante monologo finale nella quale viene esplicita chiaramente le tesi del film.
Orecchie: partecipazioni straordinarie
Aronadio è abile nel dirigere una sceneggiatura ben scritta, ambientata in una Roma poco riconoscibile, ripresa in bianco e nero e in formato 4:3. Il regista propone originali osservazioni sulla società e indaga quel disagio esistenziale proprio di molti individui senza mai scendere in toni eccessivamente pesanti come la complessità delle tematiche lascerebbero supporre.
Ottimo anche il cast che oltre agli attori protagonisti vede partecipazioni straordinarie del calibro di: Andrea Purgatori, Massimo Wertmüller, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Piera Degli Esposti e un sempre divertente Rocco Papaleo nei panni di un prete su generis.
Un piccola film dal sapore filosofico che riesce ad affrontare con leggerezza e semplicità tematiche decisamente complessi.
Oreste Sacco
Trama
- Regia: Alessandro Aronadio
- Cast: Daniele Parisi, Silvia D’Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Rocco Papaleo, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Andrea Purgatori, Massimo Wertmüller, Francesca Antonelli, Niccolò Senni, Sonia Gessner, Paolo Giovannucci, Re Salvador, Silvana Bosi, Masaria Colucci
- Genere: Commedia, b/n
- Durata: 90 minuti
- Produzione: Italia, 2016
- Distribuzione: 102 Distribution
- Data di uscita: 18 Maggio 2017
Il protagonista senza nome di “Orecchie” si sveglia al mattino avvertendo un fastidioso fischio proprio alle orecchie. Poco dopo trova sul frigorifero un post-it lasciato dalla sua compagna, che lo informa della morte del suo amico Luigi, con l’indirizzo della chiesa dove si terrà il funerale. Ma l’uomo non riesce proprio a capire chi sia questo amico, di cui neanche riesce a ricordare nulla. La giornata per lui trascorrerà nel tentativo di risolvere il problema uditivo, senza che nel frattempo manchino stravaganti incontri con persone che non può non considerare strane.
Orecchie: Un regista alla seconda opera per una commedia che fa pensare
Alessandro Aronadio firma il suo secondo lungometraggio a sei anni di distanza da “Due vite per caso”, film ispirato al racconto di Marco Basonetto, “Morte di un diciottenne perplesso”.
“Orecchie”, in un’insolito bianco e nero, descrive una lunga, scorrevolissima giornata attraverso Roma in cui il protagonista (l’esordiente Daniele Parisi) vive un susseguirsi di incontri strampalati. Il film è una commedia sul senso di smarrimento e di distanza dalla realtà, ambientata in un mondo che spesso appare folle e incomprensibile, di conseguenza minaccioso; un mondo che il protagonista rifiuta perché lo trova totalmente stupido e insensato, ma che è “l’unico che abbiamo”.
Da segnalare il ritorno sul grande schermo, in un cammeo azzeccatissimo e in linea col personaggio, di Alberto Abruzzese, sociologo, scrittore e saggista italiano che era apparso diversi anni fa nei primi tre film di Nanni Moretti: “Io sono un autarchico”, “Ecce Bombo” e “Sogni d’oro”.
Trailer