Recensione
Palladio – Recensione: la ricerca di quel che non si vede
Un viaggio, tra immagini suggestive, racconti di diverse epoche ed architettura, da Vitruvio ai giorni nostri. Una musica dolce e melodiosa come un assolo d’archi, sguardi velati, la plasticità delle opere e la luce che comanda e determina il vero movimento materico.
Giacomo Gatti parte dalla semplicità e dalla neoclassica linearità delle opere di Palladio, architetto veneto del Rinascimento, e realizza un lungometraggio che ne segue le forme, elegante, condiviso e al tempo stesso altero, ma immerso nelle sensazioni che ricerca e genera.
Un filo che intreccia diverse culture e, partendo dall’Italia, lambisce Bruxelles e la Universitè Libre fino a giungere alla Yale University e ritornare, poi, nella scultorea solitudine delle ville e chiese palladiane, la cui architettura è stata capace di influenzare grande parte del mondo fino alle opere moderne, grazie all’evoluta classica contemporaneità delle linee progettuali. “Chi meglio del custode del passato può guardare verso il futuro”?
Palladio: uno stile inconfondibile, non imperiale, ma repubblicano
Una vera archistar dell’intelligenza costruttiva italiana del passato, dalla vis creativa dominante e unica e altrettanto pregna di classicità.
Un’antica opera in più volumi arrivata ad influenzare anche la costruzione della Casa Bianca, per un cantiere che altro non è che un luogo di ricerca per l’architetto.
“A Palladio si chiedeva la perfezione, in un momento in cui Ruskin chiedeva agli edifici di mostrare la propria età ed agli uomini di lasciarsi invecchiare” in un walzer di canoni estetici che rendevano gli edifici indubbiamente iconici.
Un architetto rivoluzionario, rievocato da interviste con storici e studenti, attraverso la monumentalità del suo stile,in paesaggi a tratti bui e dai contorni frastagliati dalla nebbia, tra spazi collettivi e spazi privati, in un dialogo con l’esterno esplicitato dalla compenetrazione plastica, secondo proporzioni simmetriche scandite come le note su un pentagramma, seguendo, in questo testamento ideologico, le parole di Goethe “l’architettura è musica pietrificata, mentre la musica è architettura sciolta”.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: Giacomo Gatti
- Genere: Documentario, Colore
- Durata: 119 minuti
- Produzione: Italia, 2018
- Distribuzione: Magnitudo Film
- Data di uscita: 20 maggio 2019
“Palladio” è un film documentario del regista milanese Giacomo Gatti, distribuito nelle sale cinematografiche da Magnitudo Film. La pellicola compie un viaggio storico nella vita e nelle opere del famoso architetto Andrea Palladio.
Palladio: un viaggio nelle opere del grande architetto
Con “Palladio”, Gatti rende omaggio a uno dei più grandi architetti italiani della storia mondiale, vissuto nel periodo rinascimentale nella Repubblica di Venezia.
Il documentario ripercorre, attraverso il viaggio di un professore cosmopolita, la vita di questo grande artista. Esaminando alcune delle opere portate recentemente alla luce da tre giovani restauratrici, questo lavoro ricostruisce in maniera storica, ma anche artistica e sociale il percorso professionale fatto da Andrea Palladio.
Nel documentario si porta avanti un interessante dibattito, fra i più importanti attuali studiosi di architettura della prestigiosa università di Yale, che verte proprio sul senso che l’artista italiano voleva dare alle sue opere.
“Palladio” è un racconto corale dal sapore contemporaneo, che ci permette di ammirare opere geograficamente e culturalmente molto lontane come Villa La Rotornda e la Casa Bianca, passando dalle campagne venete agli Usa, dove Palladio ispirò alcuni dei più importanti simboli della democrazia occidentale.
Andrea Palladio e le sue opere
Andrea di Pietro della Gondola, meglio noto con lo pseudonimo di Andrea Palladio, è un architetto nato a Padova nel 1503 che, con i suoi studi in materia di architettura e i suoi lavori, ha influenzato l’arte architettonica a livello mondiale.
Le principali opere create dell’architetto si trovano principalmente nella città di Padova e nella sua provincia, zona in cui ha vissuto fino alla sua morte nel 1580. Le ville costruite da Palladio, sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e hanno ispirato un movimento durato per oltre tre secoli che non a caso prende il nome di “palladianesimo”.
Trama
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