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Parto col folle – Recensione

Con “Parto col folle”, Todd Phillips riconferma il talento già mostrato in “Una notte da leoni” con una commedia, sfruttando la verve slapstick di Galifianakis

(Due Date) Regia: Todd Phillips – Cast: Robert Downey Jr., Zach Galifianakis, Jamie Foxx, Juliette Lewis, Michelle Monaghan, Mimi Kennedy – Genere: Commedia, colore, 100 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 28 gennaio 2011.

partocolfolleUno è distinto, belloccio, in carriera e sicuro di sé. L’altro è grasso, invadente, un po’ checca e inesorabilmente pasticcione. Perso per un equivoco l’aereo che doveva portare entrambi a Los Angeles, si trovano a dover forzatamente viaggiare insieme attraverso gli Stati Uniti e una serie di tragicomiche avventure. Potrebbe sembrare il remake del cult anni ’80 “Un biglietto in due” con la strana coppia Steve Martin – John Candy, ma è semplicemente l’attesissimo ritorno alla regia di quel Todd Philips, campione d’incassi del 2009 con “Una notte da Leoni”. Dal fortunato “Hangover” (di cui sta tra l’altro girando il sequel), Philips si porta dietro Zach Galifianakis (Ethan), sempre più barbuto e in sovrappeso, mettendogli in braccio un cucciolo di bulldog con collare elisabettiano al posto del bebè con gli occhiali da sole. Sua spalla, Robert Downey Jr. (Peter) che già in “Tropic Thunder” aveva dimostrato di sapersi muovere a suo agio sul terreno della commedia.

Partendo dunque da un soggetto non esattamente originale “Parto col folle” si snoda per un’ora e mezzo come una classica commedia on the road giocando sul classico scontro tra due personaggi dalla fisicità e dal carattere opposto che per cause diverse sono però dipendenti l’uno dall’altro. Si ride in maniera continuata, tra gag di ogni tipo, spettacolari incidenti, personaggi improbabili che provano ad ostacolare il loro viaggio verso la California, Peter per raggiungere la moglie partoriente, Ethan per sfondare ad Hollywood.

Rispetto ad “Una notte da leoni”, così come altre commedie demenziali americane degli ultimi anni, la comicità si affida meno a volgarità sessuali e scatologiche in favore della straripante verve slapstick di Galifianakis, capace di far ridere con il suo solo incedere impettito, incurante tra casini di ogni tipo, con i suoi jeans attillati, la panza di fuori, la sciarpona da attore impegnato e le ceneri del padre in una scatola da caffè sotto il braccio.

La struttura-viaggio del film rende inoltre giustizia alla bravura di Todd Philips nelle frequenti scene di scontri stradali e in quelle che esaltano i maestosi scenari naturali che i due incontrano nel loro coast to coast.

Gli perdoniamo anche il finale troppo buonista e privo dei sussulti pecorecci del suo precedente lavoro, non fosse altro per l’utilizzo di “Hey You” dei Pink Floyd nella scena più esilarante della pellicola, oltre che per una colonna sonora sontuosa che svaria dai Cream a Neil Young, da Lou Reed ad Ice Cube. Divertenti e divertiti i cammei di Rza, Juliette Lewis, Jamie Foxx e Charlie Sheen.

Vassili Casula

Parto col folle – Recensione

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