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Passioni e desideri – Recensione

L’amore ai tempi del villaggio globale secondo Fernando Meirelles

(360) Regia: Fernando Meirelles – Cast: Rachel Weisz, Anthony Hopkins, Jude Law, Eminem, Frances McDormand, Ben Foster – Genere: Drammatico, colore, 115 minuti – Distribuzione: Gran Bretagna, 2013 – Produzione: Bim – Data di uscita: 20 giugno 2013.

passioniedesideriSi sappia subito che il titolo originale del film è “360”. È quasi delittuoso farsi sfuggire questa informazione perché l’adattamento italiano, come troppo spesso accade, non rende giustizia alla pellicola e tanto meno ai suoi contenuti. “Passioni e desideri” potrebbe essere (forse lo è ?), il titolo di un ingiallito romanzo Harmony, niente di più lontano dal racconto del regista Fernando Meirelles.

“360” è un’opera raffinata dove gli amori sono incrociati e le relazioni collegano personaggi di città e paesi diversi in una rete globalizzante di causa ed effetto. Nel web dell’umanità le ripercussioni della decisione di un singolo individuo si propagano come onde, generando una serie di eventi che fanno il giro del mondo per tornare nel luogo della decisione iniziale.

Micheal (Jude Law), che si trova a Vienna per affari, rinuncia ad una notte di sesso con una escort. La sua scelta, in apparenza banale, innesca un intreccio circolare che ci fa visitare Parigi, Londra, Bratislava, Rio, Denver e Phoneix per riportarci in fine, nella splendida città dei musicisti.

La sceneggiatura gestisce in modo spigliato dieci personaggi e una complessa architettura di interazioni riuscendo a suscitare la giusta empatia nello spettatore che troverà familiari le passioni, le paure, i dubbi, le incertezze e i rimorsi dei protagonisti.

La narrazione scorre veloce senza ristagni dovuti a considerazioni sull’animo o sull’agire umano.

Fernando Meirelles ci parla di gente reale che agisce in strade secondarie o in angoli nascosti di città multietniche. Soprattutto in questi luoghi si affrontano le innumerevoli biforcazioni che la vita propone. Il bivio prevede una scelta e scegliere significa fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni.

Per amore, per odio o per fuggire da una vita monotona, i motivi di una svolta sono molteplici. Così ammiriamo il coraggio con cui i personaggi del film, pur con tutte le loro titubanze, affrontano i loro momenti cruciali, forse consapevoli del fatto che non decidere, o decidere a metà bloccherebbe la loro vita e quelle degli altri.

Per cogliere tutto questo la macchina da presa deve essere guidata da una mano particolarmente sensibile e quella del regista brasiliano dimostra di esserlo.

La pellicola si segue con “passione e desiderio” perché dimostra che ad ogni fine corrisponde sempre un inizio.

Riccardo Muzi

Passioni e desideri – Recensione

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