Creata da Steven Knight “Peaky Blinders”, drama BBC nato per passaparola, nel corso degli anni ha acquistato sempre maggiore popolarità. Il passaggio dal canale BBC Two a BBC One ha sicuramente aiutato la serie ad arrivare a un pubblico più ampio, ma già dalla terza stagione lo show iniziava ad esser riconosciuto come un capolavoro. Effettivamente bisogna dire che non ci sono molte serie come “Peaky Blinders” che, dalla sua uscita nel lontano 2013, non sbaglia un colpo, senza mai scendere di livello in cinque stagioni. Dopo la notizia che con la sesta si concluderà la storia della famiglia Shelby, ma che l’universo dei “Peaky Blinders” continuerà a vivere attraverso film per il grande schermo, fan e pubblico sanno con certezza che mancano solo 6 puntate per sapere come si concluderà l’epilogo della famiglia criminale più famosa di Birmingham. Ecco 5 motivi per cui la serie con protagonista Cillian Murphy è definibile davvero una tra le migliori, se non la migliore in assoluto degli ultimi anni.
Lo spessore dei personaggi
Dal freddo protagonista Thomas Shelby, all’aggressivo fratello maggiore Arthur, al giovane e ingenuo John, ogni componente della famiglia dei “Peaky Blinders” è caratterizzato nei minimi dettagli. Per non parlare delle personalità femminili: da Ada Shelby a Polly Gray, da Grace Burgess a Jessie Eden. La psicologia di ogni personaggio è in linea con il loro background, con il periodo storico e con i rapporti interpersonali. A questi attori basta una battuta, uno sguardo e un gesto per aprire un intero mondo. L’entrata di Thomas Shelby nella serie e l’incontro con Grace, così come lo scontro con l’amico Freddy Thorne chiariscono già 4 elementi che contraddistinguono il protagonista: il misticismo legato alle scommesse, una città che lo teme, un uomo disilluso dall’amore e provato dalla guerra. E si tratta dolo dei primi 20 minuti del primo episodio della prima stagione. Ogni nuovo capitolo racconta qualche aspetto in più di personaggi con i quali si empatizza non appena fanno la loro apparizione sullo schermo, e che si impara a conoscere affondo. Per quanto riguarda alcuni attori, il personaggio di Cillian Murphy sembra esser stato scritto apposta per lui.
La tecnica dello show
Non è solo l’interpretazione degli attori del cast di “Peaky Blinders” a renderla un capolavoro. Ogni elemento che concerne una serie tv, nello show di Steven Knight, è impeccabile. Dalla sceneggiatura, che racconta sempre qualcosa in più rispetto all’immagine, alla fotografia, che ritrae perfettamente l’epoca. La cura dei dettagli, come la scenografia, le tecniche di regia come l’uso del rallenty, rendono la serie un’opera d’arte.
Gli attori che compongono il cast corale di “Peaky Blinders”
Per quanto il protagonista dello show sia, senza dubbio, Thomas Shelby, ogni personaggio, anche antagonista, crea contrasti memorabili. Per citare solo un “rivale”: Luca Changretta. Adrien Brody nei panni dell’italiano in cerca di vendetta è forse definibile uno dei migliori antagonisti della serie. Lui e Cillian Murphy sono spesso protagonisti di dialoghi carichi di tensione e suspense: i loro occhi trasmettono rabbia, impazienza, ma anche rispetto. I due si stringono la mano, stabilendo delle regole alla loro futura battaglia all’ultimo sangue. Il tema della serie dà valore ovviamente a sequenze di questo genere, ma anche solo l’entrata in scena di Brody lo rende temibile, desideroso di avere la sua vendetta e brutale.
Tra action e psicologia
Chiarendo che la psicologia dei personaggi di “Peaky Blinders” è uno dei suoi punti di forza e che il creatore Knight è capace di caratterizzare non solo i protagonisti, ma anche i personaggi di contorno, si tratta di uno show avvincente. Vendetta, politica, corruzione e religione, “Peaky Blinders” affronta tutti i temi che concernono le serie sulla criminalità. Una trama ricca di dettagli si intreccia con i protagonisti, con i loro valori e le loro priorità. Con elementi narrativi come le scommesse o il contrabbando di alcolici, la serie si concentra su ciò che accade all’interno della famiglia Shelby. Accordi con la polizia, incontri di boxe truccati, matrimoni combinati, tradimenti e doppio gioco aumentano la densità della trama che tra, attentati, spari, esplosioni e omicidi è sempre ben calibrata in ogni episodio.
“Peaky Blinders” è anche una serie storica
La quinta stagione di “Peaky Blinders”, l’ultima andata in onda, si concentra molto di più su elementi storici come la nascita del fascismo e del nazismo. Oswald Mosley, straordinaria interpretazione di Sam Clafin, oltre ad essere un personaggio realmente esistito, rappresenta tutti i movimenti antisemiti e fascisti che arrivarono fino alla Birmingham degli anni ’30. Mosley rappresenta quella relazione tra potere e violenza che caratterizzò quegli anni, considerando anche che il vero Mosley della Storia aveva rapporti diretti con Mussolini ed Hitler. Gli elementi storici erano già presenti nei capitoli precedenti. È l’Inghilterra del primo dopoguerra, l’inizio del proibizionismo, le città operaie, i primi traffici di droga e il crollo di Wall Street che investì anche l’Europa.
01/02/2021
Giorgia Terranova