Peppe Lanzetta è un attore che rappresenta un volto inconfondibile della cultura napoletana. Con un percorso artistico che attraversa scenari di grande intensità, Lanzetta torna a collaborare con il noto regista Paolo Sorrentino nel film “Parthenope“. Attraverso il suo personaggio, l’arcivescovo Tesorone, Lanzetta offre una riflessione profonda sui temi di dolore e bellezza che caratterizzano non solo il suo lavoro, ma anche la realtà della città in cui vive. In questa intervista, si approfondiscono i suoi pensieri sul cinema, sulla gioventù napoletana e su un futuro che desidera vedere concretizzarsi.
La figura unica di Peppe Lanzetta nel panorama artistico
Peppe Lanzetta è un artista difficile da incasellare. La sua personalità sfaccettata riflette la complessità di Napoli, una città che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita e carriera. Il suo recente lavoro nel film di Sorrentino rappresenta una sorta di culminazione di un percorso denso di esperienze. In “Parthenope“, Lanzetta non si limita a interpretare un ruolo, ma fa emergere la sua essenza artistica. Infatti, Sorrentino lo ha scelto non solo per le sue abilità recitative, ma anche per la forte connessione emotiva che ha con la città e le sue storie.
In preparazione per il ruolo di Tesorone, Lanzetta ha dovuto affrontare una trasformazione fisica su richiesta del regista. Questo cambiamento ha comportato un anno di prove e un’intensa collaborazione con la giovane attrice Celeste Dalla Porta, la quale ha portato nuova vitalità e freschezza sul set. L’incontro e il confronto con una presenza scenica così distintiva hanno spinto Lanzetta a confrontarsi con le proprie insicurezze, creando un ambiente di apprendimento e crescita reciproca. La meticolosità di Sorrentino, unita alla passione di Lanzetta, ha dato vita a un’opera intrisa di significato e autenticità, capace di affrontare le fragilità umane di fronte al potere.
Riflessi sulla gioventù napoletana e la violenza
Il dolore che permea Napoli è un tema che Lanzetta affronta con serietà e sensibilità. I recenti eventi di cronaca che hanno visto protagonisti giovani della città lo hanno colpito profondamente. A suo avviso, le nuove generazioni hanno ereditato una realtà complessa, segnata da illusioni e mancanza di opportunità. Questo panorama, aggravato dalle conseguenze della pandemia e di altre crisi, ha portato a un’inquietudine diffusa tra i giovani, molti dei quali si sentono traditi da un sistema che non offre loro niente.
Lanzetta sottolinea che il problema non è solo da attribuire ai ragazzi, ma si inserisce in un contesto più ampio che vede il mondo degli adulti responsabile del loro benessere mentale e sociale. Secondo lui, la mancanza di iniziative concrete per il miglioramento delle loro condizioni di vita è allarmante. Anche la narrativa cinematografica, come “Gomorra“, ha spesso contribuito a una rappresentazione degradante della gioventù napoletana, proponendo un’immagine di ragazzi come criminali, piuttosto che come giovani in cerca di riscatto.
Sogni cinematografici e futuro artistico
Le aspettative di Peppe Lanzetta per il futuro sono segnatamente focalizzate sui suoi progetti cinematografici. Uno su tutti è l’adattamento del suo libro “Un Messico napoletano“, opzionato recentemente da Alessandro Siani. L’attore esprime un forte desiderio di vedere il suo lavoro raccontato attraverso il medium cinematografico, preferibilmente da un regista giovane che possa interpretare e valorizzare il messaggio intrinseco della storia. Con un passato artistico ricco, che include collaborazioni importanti con registi come Martone e Sorrentino, Lanzetta è consapevole che il mondo del cinema può riservare sorprese.
Tuttavia, l’attore sa bene che non sempre i ruoli più significativi portano a nuove opportunità; la sua carriera ha subito alti e bassi. Alcuni lavori, come il film “Spectre“, non hanno portato i risultati sperati, ma Lanzetta rimane aperto alle esperienze e desideroso di continuare a esplorare. La sua attitudine riflessiva gli consente di attendere il momento giusto, piuttosto che affrettarsi in una direzione che non lo rappresenta.
Una chiamata all’azione per la cultura a Napoli
Infine, Lanzetta lancia un appello per il rafforzamento della cultura a Napoli. La sua visione suggerisce la creazione di spazi di aggregazione e opportunità, volti a promuovere la crescita personale e professionale dei giovani. In questo contesto, si auspica una collaborazione tra artisti, istituzioni e la comunità locale per invertire una tendenza negativa e fornire un futuro migliore. La sua passione per il cinema e il desiderio di vedere la propria città rinascere attraverso l’arte costituiscono il cuore pulsante delle sue riflessioni.
Peppe Lanzetta resta un simbolo della creatività napoletana, un artista che non solo racconta la vita, ma diventa parte integrante di essa, con un occhio attento ai problemi sociali e culturali. La sua figura rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione, capace di far brillare una luce su un futuro che chiama tutti all’azione.