Recensione
Per un figlio – Recensione: quando la buona volontà non basta per realizzare un buon prodotto
Pare che in pochi credessero nelle potenzialità del soggetto di “Per un figlio”, per questo motivo il filmmaker Suranga D. Katungampala, al suo primo lungometraggio, ha trovato grandi difficoltà nel reperire i fondi necessari alla realizzazione del progetto, potendo contare solamente sulla buona volontà di singoli, che in diversi modi hanno collaborato affinché il suo film prendesse vita.
È la storia di Sunita che, come tante altre donne cingalesi, ha lasciato un figlio in fasce nel suo paese per venire a lavorare in Italia, e quando, dopo tanti anni, il ragazzo la raggiunge nel piccolo centro del Nord dove lei vive, per la donna è inaccettabile l’omologazione del ragazzo al vivere italiano, distante a parer suo anni luce dalle loro tradizioni.
Per un figlio: un’occasione sprecata per mostrare la comunità cingalese in Italia e le sue peculiarità
Questo l’incipit di un film che vorrebbe dare uno sguardo agli immigrati di seconda generazione, al loro rapporto col nostro paese, dal quale vogliono essere assorbiti, a differenza dei propri genitori che fanno di tutto per tenere vive le proprie tradizioni. Ma se tutto questo può apparire interessante sulla carta, sullo schermo il film del giovane regista dello Sri Lanka, immigrato da bambino in Italia assieme alla sua famiglia, è l’interminabile susseguirsi di 75 minuti di noia e banalità. “Per un figlio” è la storia di un giovane scapestrato e di una madre che per stargli appresso disattende i suoi doveri nei confronti della vecchina cui deve badare, arrivando persino a lasciarla sola al freddo, fuori casa, per cercare il figliolo disgraziato. E cosa mai ci sarebbe di differente tra uno scapestrato nostrano ed uno cingalese? La strafottenza è sempre la stessa, la mancanza di rispetto verso chi fatica per loro pure.
Per un figlio: un film che delude le aspettative iniziali
Non basta inoltre un accenno ai figli che scaricano ogni responsabilità sulle badanti dei propri anziani genitori per dare una connotazione sociale alla pellicola, o accennare alle pruderie sessuali del ragazzo per collocarlo tra i film di formazione. “Per un figlio” è un film mal riuscito, incapace di comunicare una qualsiasi emozione, disturbante per il nulla che comunica. Film che trattano di ragazzi scapestrati ne è pieno il mondo, perché questo debba essere scelto quale bandiera del diritto di cittadinanza è un mistero.
Il film inoltre fa male a tutti quei lavoratori stranieri che si integrano in Italia pur conservando l’amore per le proprie origini e per le proprie tradizioni che, per quanto complicato possa essere, tentano di fondere nella nuova realtà sociale in cui si inseriscono. “Per un figlio” è il racconto di esistenze border-line che vogliamo ben sperare non siano così numerose come il film lascia intendere.
“Per un figlio” è stato presentato in diversi festival, ricevendo persino dei riconoscimenti: si parla talmente poco di certe realtà che forse si è voluta premiare la buona volontà, che di sicuro non manca ai realizzatori, di cui alcuni venuti dallo Sri Lanka per collaborare con Kutugampala.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Suranga Deshapriya Katugampala
- Cast: Kaushalya Fernando, Julian Wejesekara, Nella Pozzerle
- Genere: Documentario, Colore
- Durata: 74 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuzione: Gina Films
- Data di uscita: 30 Marzo 2017
Lì Sunita è una donna cingalese che lavora come badante per mantenere un figlio adolescente che preferisce rinchiudersi nel proprio mondo piuttosto che intavolare una conversazione con lei.
Una relazione conflittuale in cui regna il silenzio ed un’incomunicabilità segnata da profonde differenze sociali e culturali.
E’ la storia di un figlio che cerca di integrarsi e trovare il proprio posto nella società italiana e di una madre che fatica a rimanere a galla e vivere in un Paese al quale non vuole appartenere.
“Per un figlio”: tra integrazione culturale e diritto di cittadinanza
Presentato alla 52ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Di Pesaro dove ha ottenuto la menzione speciale della giuria, “Per un figlio” è ul film di Suraga Deshapriya Katugampala, giovane regista nato nello Sri Lanka e che vive in Italia da moltissimi anni.
Katugampala ha recentemente partecipato alla Manifestazione nazionale sul diritto di cittadinanza di Roma, organizzata da “L’Italia sono anch’io” e “Italiani senza cittadinanza”.
In tale occasione, il regista ha affermato:
“‘Per un figlio’ parla di una generazione di giovani che vivono il conflitto dell’appartenenza, di un legame complesso con i genitori. Si tratta di un film completamente italiano. Non riconoscerci, non riconoscere le nostre opere artistiche e l’italianità di noi italiani è come vivere fuori dalla contemporaneità”.
Il film è stato girato a Verona, luogo in cui il regista è cresciuto e vive tutt’ora. Il ruolo della protagonista è stato affidato a Kaushalya Fernando, attrice particolarmente talentuosa originaria dello Sri Lanka; Julian Wijesekara, alla sua prima prova d’attore, interpreta invece il figlio della donna.
Nel Novembre 2016 il film è stato presentato al Tallinn Black Nights Film Festival in Estonia.
Scritto dal regista Suranga D. Katugampala e da Aravinda Wanninayaka, “Per un figlio” è stato prodotto e distribuito da Gina Films di Antonio Augugliaro, che a tal proposito sostiene:
“Con Suranga vogliamo raccontare che l’Italia è anche questo, un Paese con tante risorse e con sguardi provenienti da tutto il mondo che dobbiamo saper valorizzare perché è solo attraversandoli che possiamo capire meglio la contemporaneità”.
Trailer
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