Recensione
Pinocchio – Recensione: una lettera d’amore a Collodi con pregi e difetti
Guardando questo “Pinocchio” si riesce a percepire l’ammirazione del regista Matteo Garrone per il materiale originale in ogni piccola cosa, dai dettagli alle scelte più generali. Questa ammirazione può essere un punto di forza, ma anche un difetto decisivo.
Da un lato c’è la cura quasi maniacale con cui è stato realizzato il film. Si tratta infatti di un’esperienza visiva unica nel suo genere per la commistione di tecniche ed estetiche diverse. Ci sono gli sfondi, gli splendidi paesaggi della campagna italiana, con i loro ulivi contorti dal tempo, i campi di grano appena arati, le antiche case in pietra bianche e grige.
A queste scenografie così inconfondibilmente nostrane si sovrappongono atmosfere cupe e nebbiose e, soprattutto, l’uso della CGI per dar vita ai bizzarri ibridi umano-animali che popolano la favola di Collodi di allegorie sempre attuali. Queste figure ricordano per le loro apparenze grottesche e particolarmente realistiche i personaggi di opere come “Alice in Wonderland”, di Tim Burton, o “Il labirinto del fauno”, di Guillermo del Toro,non a caso entrambi celebri registi legati alla sfera dell’orrore.
L’occhio vuole la sua parte, ma i dettagli sensoriali non si fermano alla vista. Uno dei dettagli più interessanti del film è infatti l’uso del suono, in particolare della gamma di scricchiolii legnosi che produce Pinocchio con ogni suo movimento. Perfino la più sottile inclinazione della testa produce un cigolio, dando al protagonista una sua speciale materialità.
Pinocchio: un caso di fedeltà eccessiva
Purtroppo, le immagini e i suoni da soli non bastano a sorreggere un film e in questo caso la struttura crolla sotto il peso di un classico ormai titanico. La storia di Pinocchio, infatti, è stata raccontata più e più volte, sia in Italia che all’estero, e di pellicole sul burattino di legno sembrano essercene sin troppe.
Il problema principale di questa versione è che, nel tentativo di renderla godibile per un pubblico composto da adulti e bambini, Garrone ha invece mancato entrambi i bersagli. L’amore per l’originale diventa in questo caso una cappa soffocante, che discende sullo spettatore come una costrizione. Ci sono momenti che suscitano la risata di tanto in tanto e il cast è in forma smagliante, specialmente gli attori più giovani, ma l’assenza completa di innovazione nei confronti di una vicenda già impressa nella memoria collettiva delle generazioni più grandi risulta pesante come una giornata afosa senza vento.
Allo stesso tempo il film, seppure pubblicizzato come pellicola natalizia per le famiglie, non riesce neanche a essere adatto ai bambini, che forse risulterebbero i meno annoiati da una rievocazione così pedissequa della trama originale. Le sequenze più buie (sia dal punto di vista dei colori che dei contenuti) e la continua presenza di personaggi dai lineamenti inquietanti e le intenzioni sinistre sono infatti più adatti a una sensibilità adulta e rischiano di non essere affatto godibili per un pubblico di più piccoli.
Gaia Sicolo
Trama
- Regia: Matteo Garrone
- Cast: Roberto Benigni, Federico Ielapi, Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Matilda De Angelis, Alessio Di Domenicantonio, Davide Marotta, Paolo Graziosi, Marcello Fonte
- Genere: fantastico, colore
- Durata: 120 minuti
- Produzione: Italia, 2019
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 19 dicembre 2019
Roberto Benigni, dopo anni di silenzio cinematografico, torna al cinema confrontandosi nuovamente con “Pinocchio” di Collodi, classico della letteratura italiana e mondiale. Il famoso interprete questa volta vestirà i panni di Geppetto.
Pinocchio: Roberto Benigni nel cast del progetto cinematografico di Matteo Garrone
Il regista romano Matteo Garrone si ritrova a realizzare due sogni nel cassetto: portare sul grande schermo la passione per il burattino di Collodi e dirigere Benigni, da lui apprezzato fin da bambino, quando accompagnava suo padre, il famoso critico teatrale Nico Garrone, alle prime serali degli spettacoli del comico toscano. La potenza interpretativa di Benigni, che nel 2002 aveva vestito i panni di Pinocchio stesso, stavolta travolgerà invece Geppetto.
Un cinema di alto livello per una favola
Archimede con Rai Cinema e Le Pacte in associazione con Recorded Picture Company è fiera di presentare l’ultimo progetto di Matteo Garrone, che vuole regalare al grande pubblico una versione inedita del cult letterario, che sarà in grado di coinvolgere ed emozionare un pubblico di tutte le età, soprattutto grazie alla partecipazione del camaleontico Roberto Benigni.
Matteo Garrone ha già dimostrato il suo talento nell’immortalare il fiabesco, nell’acclamato e visionario “Tales of Tales”, ma come dichiarato dal regista, con “Pinocchio” tenterà di superarsi e di regalare un film che ci si augura non deluderà le aspettative. Nella realizzazione del progetto saranno impiegati i migliori team di addetti agli effetti speciali e alla fotografia.
Le riprese della pellicola, in co-produzione tra Italia e Francia, si svolgeranno nel 2019 e hanno come cornice i suggestivi paesaggi del Lazio, della Toscana e della Puglia.
Oltre alla firma d’autore di Garrone e alla partecipazione di Benigni, “Pinocchio” vanta delle eccellenze anche nel settore trucco con il due volte premio Oscar Mark Coulier (“Grand Budapest Hotel“, “The Iron Lady“) e con la VFX Supervisor Rachael Penfold (“The Revenant“, “Cloud Atlas“), che si occuperanno di realizzare con un uno sbalorditivo realismo i personaggi e le creature fantastiche del racconto. Per quanto riguarda chi interpreterà il protagonista i casting sono stati recentemente aperti.