Ennesimo capolavoro dello Studio Ghibli, capitanato dal genio Hayao Miyazaki, lasciatosi ispirare per questa pellicola dalla sua passione per l’aviazione
(Kurenai no buta) Regia: Hayao Miyazaki – Cast: Shûichirô Moriyama, Tokiko Kato, Sanshi Katsura, Tsunehiko Kamijô, Sanshi Katsura, Akemi Okamura – Genere: Animazione, colore, 94 minuti – Produzione: Francia, Giappone, 1992 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 12 novembre 2010.
È certamente uno dei film più belli del Festival del Film di Roma il “Porco Rosso” del grande regista/poeta Hayao Miyazaki! Anche se non è in concorso, ma rientra nella categoria Focus che quest’anno dedica una bellissima retrospettiva allo Studio Ghibli, vale certamente la pena parlarne.
È uno dei film del regista giapponese a non essere ancora arrivato in Italia e ad esso saranno affiancati nei prossimi giorni le pellicole che hanno reso famoso e consacrato Hayao Miyazaki a tutti i livelli di critica e pubblico. Parliamo de “La città incantata” con cui ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2001, “La principessa Mononoke” del 1995, “Kiki’s Delivery Service” del 1989 e ancora “Nausicaa della valle del vento” del 1984.
Pensato inizialmente come un cortometraggio commissionato dalla compagnia aerea di linea giapponese, “Porco Rosso” è subito sfuggito di mano al regista che non ha saputo contenere la sua enorme vena creativa. Da sempre appassionato di aviazione, il padre infatti costruiva aerei, Miyazaki ha avuto finalmente l’occasione per poter parlare di un tema a lui così caro e lo ha fatto alla sua solita maniera: deliziandoci.
Il film narra la storia di un ex-pilota italiano, dall’aspetto di un maiale per via di un sortilegio subìto chissà quando e perché (come al solito, alcuni dettagli sono volutamente non spiegati), che vola all’avventura sui cieli dell’Adriatico a bordo del suo idrovolante rosso fuoco, sfuggendo al giogo fascista e sbarcando il lunario come cacciatore di taglie. L’arrivo di un pilota americano lo costringerà a nuove battaglie per salvare l’onore suo e quello di una bellissima fanciulla. Il film è anche un chiaro omaggio all’Italia e ad alcune figure storiche realmente esistite, in primis il nome del protagonista, tributo alla famiglia Pagot, pioniera dell’aviazione italiana, ma anche l’aviatore Arturo Ferrarin. Non perdetevelo.
Domenica Quartuccio