E’ stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021, nella Selezione Ufficiale, “Zlatan”, il film di Jens Sjögren ispirato al libro scritto dal famoso calciatore. Il film uscirà nelle sale cinematografiche l’11 novembre.
Agli occhi di chi deve creare un personaggio cinematografico cosa c’è in lui di così unico?
Ha risposto il regista: “Ci siamo concentrati sul trovare la storia non raccontata su un personaggio più che raccontato, aspetti di lui non riguardanti il calcio, ma relativi a problemi più grossi che ha dovuto affrontare. Un punto di vista diverso dal solito, molte produzioni in Svezia raccontano ‘cosa succede’, nel libro Zlatan Ibrahimović racconta il suo punto di vista. Da bambino ha avuto problemi a comprendere quali fossero i problemi. Anch’io da padre mi capitare di rispondere con un ‘perché no’ a mio figlio, senza dare spiegazioni. Girare su un campo di calcio poi è stata una sfida. Nel film dovevamo seguire la sua visione, la sua fatica, gli sforzi che ha dovuto fare. Non volevamo un personaggio che cambiasse nel tempo dall’inizio alla fine del film, imparando una lezione, lui nel film è costante, ma affronta le sfide, nel rapporto con suo padre e sua madre ad esempio. Abbiamo fatto un film su un ragazzino che cresce, speriamo sia un film universale, una classica storia di formazione.
Come avete lavorato sulla scrittura e come avete collaborato con lui? Ci sono state riflessioni ulteriori oltre a ciò che sta sul libro?
Lo sceneggiatore Jakob Beckmann ha preso per primo la parola: “È stato un processo molto lungo, come sempre lo è l’adattamento di un libro, leggi e cerchi di staccartene. La sfida era cosa prendere dal libro, ho aggiunto scene non successe per rispettare il personaggio.” Ha continuato il regista: “Avevamo letto il libro, ‘I Am Zlatan‘ abbiamo cercato di riconnette il rapporto col padre, raccontare ilm momento in cui si è chiesto se continuare a giocare a calcio o ritornare in Svezia, e stiamo sempre raccontando il suo punto di vista. Abbiamo tagliato un sacco di dialoghi, ciò che era importante per noi era lui come essere umano, sembro pretenzioso lo so, ma questo non è il classico schema in tre atti dove alla fine il personaggio ha imparato qualcosa.”
La parola a Granit Rushiti, che interpeta Zlatan ragazzo
“Potrebbe essere anche la mia storia, perché anch’io ho dovuto lottare, anch’io sono un giocatore di talento, ho avuto due infortuni, chissà. Magari Dio mi ha dato un’opportunità per fare qualcosa di diverso, magari ero destinato a farlo. Io non sapevo niente di questo mondo, all’inizio non ho preso sul serio la cosa, io sono un calciatore. Poi ho avuto un infortunio al ginocchio, ho detto ok, sfruttiamo il tempo al meglio. Io ho incontrato Zlatan a Milano due mesi fa, abbiamo parlato molto, è il tipo di persona che mi piace perché è diretto, se deve dirti qualcosa te lo dice in faccia, non alle spalle.”
Il regista ha precisato che all’inizio non li ha fatti incontrare perché “non volevo che fosse una copia, in Svezia Zlatan ha un accento tipico, solo suo, un suo modo di parlare, la risata, le spalle, il modo di giocare e di reagire agli altri, abbiamo lavorato su questo.”
Maria Grazia Bosu
21/10/2021