Recensione
Prima che la notte – Recensione: la storia di un eroe
Daniele Vicari è il regista di “Prima che la notte” il nuovo film tv prodotto da Fulvio e Paola Lucisano per Rai Fiction. Fabrizio Gifuni è Giuseppe Fava, per tutti Pippo, un giornalista e scrittore freddato dalla mafia con cinque colpi di pistola il 5 gennaio del 1984 a Catania. Pippo Fava dopo anni a Roma torna nella sua città d’origine, Catania, con l’intento di fondare un giornale basato sulla totale libertà d’espressione. Per il nuovo progetto sceglie suo figlio Claudio e alcuni giovani ragazzi volenterosi ed entusiasti di intraprendere la carriera da giornalisti.
Il progetto va avanti fino a quando la mafia non lo mette alle strette e Gifuni viene licenziato dall’incarico di direttore del giornale. Fava insieme ai suoi carusi non demorde e fonda il mensile “I Siciliani” che nel primo periodo va a ruba. La prima edizione viene esaurita in due ore. Una sera, mentre Pippo Fava sta andando a riprendere la nipote Francesca, viene ucciso con cinque colpi di pistola alla nuca.
Prima che la notte: la libertà d’espressione sopra ogni cosa
Giuseppe Fava ha rappresentato la libertà d’espressione nella Catania degli anni ’80. Tra i suoi tanti lavori c’è stato quello del giornalista che certamente ha segnato la sua morte. La mafia ancora oggi è una grande piaga per la Sicilia e per tutto il Paese. Fava è stato uno dei pochi eroi coraggiosi a combatterla, portando avanti sempre i suoi ideali e il suo desiderio. Lui desiderava un mondo allegro e totalmente libero da ogni tipo di restrizione. Tutto questo è stato rappresentato in maniera eccellente da Fabrizio Gifuni che molto sapientemente ci regala una visione a 360° di quella che era la situazione nella quale si trovava Pippo.
In un’epoca nella quale il giornalismo è ancora sottoposto a continue restrizioni, il film di Vicari o meglio la strada di Fava è ancora percorribile. La libertà d’espressione è il primo passo per la completa libertà.
Prima che la notte: la mano invisibile che uccide
“Prima che la notte” ha come coprotagonista la mafia, una mafia che c’è ma non si vede affatto. Questa scelta registica è molto valida in quanto non permette allo spettatore di distogliere l’attenzione dalla figura e dall’operato di Pippo Fava. Al centro c’è un uomo, insieme ai suoi ragazzi, che crede fermamente in quello che fa. La mafia è l’assassino invisibile che agisce e uccide senza mostrarsi più di tanto.
Prima che la notte: Claudio e Lia
Quello che sicuramente colpisce è la bravura del cast e soprattutto dei “giovani carusi”: Dario Aita, Barbara Calderone, Federico Brugnone, Simone Corbisiero, Selene Caramazza, Beniamino Marcone e altri. Il figlio di Giuseppe Fava, Claudio, è interpretato da Dario Aita che è riuscito ad esprimere alla perfezione il rapporto conflittuale ma allo stesso tempo d’amore tra padre e figlio.
Diversa è invece Lorenza Indovina, moglie di Pippo nel film: l’attrice ha dovuto interpretare il ruolo di una donna ferita, tradita dal marito ma capace di rimanergli accanto. Lina è una donna forte e amorevole che, per il bene del marito e della famiglia, decide di stare accanto a Fava in ogni momento, fino alla fine. Due ruoli, quello di Claudio e di Lina, differenti. Due vite diverse ma che convergono entrambe verso la stessa persona: Giuseppe Fava, un grande uomo.
Matteo Farinaccia
Trama
- Regia: Daniele Vicari
- Cast: Fabrizio Gifuni, Dario Aita, David Coco, Fabrizio Ferracane, Barbara Giordano, Federico Brugnone, Simone Corbisiero, Selene Caramazza, Beniamino Marcone, Davide Giordano, Roberta Rigano, Manuela Ventura, Gaetano Aronica, Aurora Quattrocchi, Lorenza Indovina, Carlo Calderone
- Genere Biografico, colore
- Durata: 117 minuti
- Produzione: Italia, 2018
- Data di uscita: Mercoledì 23 maggio 2018, Rai 1
Acclamato al Teatro Petruzzelli nel corso del Festival del Cinema di Bari BIF&ST, “Prima che la notte” diretto da Daniele Vicari. Prodotto da Fulvio e Lucia Lucisano per Rai Fiction. Fabrizio Gifuni è Giuseppe Fava, per tutti Pippo, un giornalista e scrittore freddato da cinque colpi di pistola dalla mafia il 5 gennaio del 1984 a Catania.
Prima che la notte: un uomo che “ha fatto dell’etica il suo lavoro”
Pippo Fava dopo anni a Roma torna nella sua città d’origine, Catania con l’intento di fondare un giornale basato sulla totale libertà d’espressione. Per il nuovo progetto sceglie suo figlio Claudio e alcuni giovani ragazzi volenterosi ed entusiasti di intraprendere la carriera da giornalisti.
Il progetto va avanti fino a quando la mafia non lo mette alle strette e Fava viene licenziato dall’incarico di direttore del giornale. Il giornalista insieme ai suoi carusi non demorde e fonda il mensile “I Siciliani” che nel primo periodo va a ruba. La prima edizione viene esaurita in due ore. Una sera, mentre Pippo Fava stava andando a riprendere la nipote Francesca, viene freddato con cinque colpi di pistola alla nuca.