L’attesa per il nuovo lavoro di Luca Guadagnino, intitolato “Queer”, è palpabile. Il regista palermitano, noto per opere come “Call Me By Your Name” e “Suspiria”, torna a far parlare di sé con un film che promette di essere controverso e di sfidare le convenzioni cinematografiche. Presentato in anteprima al Festival di Venezia, “Queer” arriverà nelle sale italiane il 17 aprile 2025. Questo lungometraggio è un adattamento del secondo romanzo di William Burroughs, che ha avuto un impatto significativo sulla vita di Guadagnino, influenzandolo profondamente fin dalla sua adolescenza.
Un film che sfida le convenzioni
“Queer” si distingue per la sua natura non convenzionale, risultando tra i film più bizzarri presentati al Festival di Venezia. La pellicola ha suscitato reazioni contrastanti tra coloro che l’hanno vista, lasciando molti spettatori con la sensazione di aver assistito a un’esperienza onirica piuttosto che a una narrazione tradizionale. Ambientato nel 1950, il film segue le vicende di William Lee, un uomo americano che vive a Città del Messico, intrappolato in una spirale di solitudine e dipendenza da sostanze stupefacenti.
L’incontro con Eugene Allerton, un giovane studente, offre a William una rara opportunità di connessione emotiva. Tuttavia, questo legame si trasforma in una fonte di sofferenza, poiché il sentimento di William non è ricambiato. La pellicola affronta temi complessi come l’amore non corrisposto, la solitudine e l’ossessione, piuttosto che limitarsi a esplorare l’amore omosessuale in modo convenzionale.
Una narrazione frammentata e provocatoria
“Queer” non segue una trama lineare e i personaggi non subiscono un’evoluzione tradizionale. Al contrario, la narrazione è caratterizzata da un continuo rimescolamento di eventi, interruzioni e momenti splatter. Le lunghe scene erotiche e le situazioni surreali rendono la visione del film un’esperienza complessa, difficile da decifrare per un pubblico abituato a storie più chiare e coerenti.
Il film è intriso di elementi provocatori, come sesso, droga e vulnerabilità umana. Guadagnino sembra voler mettere in scena un ritratto crudo del degrado umano, utilizzando il caos come essenza della sua opera. La narrazione si sviluppa in un modo che può risultare frustrante per chi cerca una connessione emotiva con i personaggi e la storia.
Un’opera di riflessione e introspezione
Secondo Guadagnino, “Queer” ha l’intento di spingere il pubblico a riflettere su chi siano gli uomini quando si trovano soli con se stessi. Tuttavia, la complessità e l’assurdità della narrazione possono rendere difficile per gli spettatori cogliere il messaggio profondo che il regista intende trasmettere. La pellicola, pur essendo un’opera d’arte audace, potrebbe risultare poco accessibile per chi cerca una trama lineare e personaggi ben definiti.
In definitiva, “Queer” rappresenta un tentativo audace di esplorare temi complessi attraverso una narrazione non convenzionale. Tuttavia, la scelta di Guadagnino di abbracciare il caos e l’assurdo potrebbe non soddisfare le aspettative di un pubblico che desidera una storia chiara e coinvolgente. Con un voto di 5, il film si colloca in una zona grigia, tra l’ammirazione per la sua audacia e la frustrazione per la sua incomprensibilità.
CONDIVIDI COI TUOI AMICI!