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Qui rido io (2021)

Recensione

Qui rido io: un ritratto senza filtri di Eduardo Scarpetta e della sua grande famiglia

Qui rido io film 

Qui rido io (2021)

Pochi personaggi hanno segnato il teatro napoletano come Eduardo Scarpetta, da cui proviene una stirpe di attori e drammaturghi che hanno lasciato il segno, tra cui Titina, Eduardo e Peppino de Filippo. Lo racconta mischiando il linguaggio teatrale e cinematografico Mario Martone in Concorso al Festival di Venezia 2021, con “Qui rido io”, che ha per protagonista il suo sodale di sempre Tony Servillo nei panni di Scarpetta.

Il film inizia con il suo classico “Miseria e nobiltà”, gente in fila al botteghino e applausi a scena aperta per la maschera di Felice Sciosciammocca, nata dalla felice collaborazione di Scarpetta giovanissimo con la compagnia di Antonio Petito. Questo personaggio diventa per i suoi tanti eredi una specie di maledizione perché suo marchio di fabbrica insieme a commedie come la stessa “Miseria e nobiltà”. Martone passa continuamente dalla vita in teatro dell’attore a quella privata, cosa facile visto e considerato che le due cose erano legate più che mai. 

Nella pellicola ci sono tutti i discendenti e le donne del protagonista, da Rosa de Filippo, sua moglie, alla sua giovanissima nipote Luisa forse il vero amore, concludendo con Anna, sorellastra della moglie. Le origini teatrali di Martone, che ha già portato a Venezia la versione cinematografica di “Il sindaco del Rione Sanità”, sono tutte in questo film monumentale. L’uomo privato, se così si può dire, e quello di teatro sono la stessa cosa con la maschera tragico/comica di un padre padrone in casa e in scena. Tutto questo, finché non fa il passo falso di mettere in scena la parodia de “La figlia di Iorio” del vate d’Annunzio, avendo da lui solo un permesso verbale.

Sarà la prima causa di plagio della storia del teatro, da cui Scarpetta ne uscirà vincitore. Peccato che sia l’inizio della fine. Il tempo dell’artista è finito, sta arrivando il cinema, e i suoi numerosi eredi vogliono trovare la loro strada. Il grande Scarpetta, a soli 58 anni, si ritirerà dalle scene lasciando al figlio Vincenzo la sua compagnia.

Qui rido io: un film corale con un grande Tony Servillo

Qui rido io review

La regia di Martone è ineccepibile, così come la ricostruzione della grande famiglia allargata di Scarpetta nella Napoli del suo tempo. La sua vita è il palco e Scarpetta (Tony Servillo) in fondo è sempre il capocomico anche a casa con i suoi nove figli (di cui solo tre legittimi). Servillo, attore feticcio del regista, è entrato completamente nel personaggio, come suo solito e riesce a indossare la maschera di un uomo di teatro eccezionale, indomabile seduttore e impresario più che padre. Tutti, tranne uno probabilmente non suo, nato dalla relazione della moglie con il re Vittorio Emanuele II, devono da piccoli interpretare Peppiniello in “Miseria e Nobiltà”. Questo vale anche e soprattutto per il trio Titina, Eduardo e Peppino de Filippo, i più noti della sua stirpe anche se mai riconosciuti.

Tra questi Peppino è, come è noto, il più tormentato dal momento che non ha vissuto per molto tempo con il padre, che peraltro loro chiamano zio. Martone li mostra ancora ragazzini ma già con le loro note caratteriali. Ed è palese che Eduardo, cresciuto copiando a mano le commedie del genitore, è destinato a ereditare il ruolo carismatico che tutti noi conosciamo.

Se la prima parte del film è estremamente brillante e carica di allegria tra grandi feste in famiglia e platee piene, verso la fine arriva il tempo della maschera tragica per Scarpetta. Il commendatore, in una notte senza spettacolo, vaga solo per una Napoli buia e silenziosa, con un look simile a quello di Totò e sembra vedere sul palco vuoto del suo teatro il feretro di Pulcinella.

L’istrione, privato del suo pubblico e della sua tribù, si ripiega su stesso, anche perché deve affrontare in tribunale la causa intentatagli da D’Annunzio. In realtà, lui già sa in cuor suo che il sipario sta per chiudersi, con il cinema che sta arrivando e nuovi repertori teatrali di diverso tenore in scena. L’ultimo spettacolo del grande attore e seduttore è in udienza davanti a moglie, amanti e figli vari, tutta la sua compagnia compresi gli amici che lo hanno tradito. Vince per l’ultima volta, prima di ritirarsi a vita privata in quella magnifica villa al Vomero dove aveva fatto scrivere sul muro di cinta “Qui rido io”.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Mario Martone
  • Cast: Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Roberto De Francesco, Lino Musella, Marzia Onorato, Paolo Pierobon, Gianfelice Imparato, Iaia Forte, Chiara Baffi, Gigio Morra, Tommaso Bianco, Benedetto Casillo, Francesco Di Leva, Giovanni Ludeno, Nello Mascia, Viviana Cangiano, Daniele Russo, Giuseppe Brunetti, Ivan Castiglione
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 133 minuti
  • Produzione: Italia, 2021
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 9 settembre 2021

Qui rido io poster“Qui rido io” è un film in Concorso alla 78ª Mostra del Cinema, incentrato sulla figura del mitico attore e drammaturgo Edoardo Scarpetta, capostipite di una grande famiglia allargata di cui facevano parte come figli illegittimi Titina, Edoardo e Peppino De Filippo. Fa parte del cast anche Edoardo Scarpetta discendente di Vincenzo, figlio legittimo del drammaturgo e della moglie Rosa.

Qui rido io: la trama

Agli inizi del Novecento, a Napoli trionfa sulla scena l’attore comico Eduardo Scarpetta, inventore della maschera di Felice Sciosciammocca. La sua è una grande famiglia composta da nove figli, di cui solo tre sono riconosciuti. Le madri portano tutte il cognome De Filippo e sono legate tra loro da legami familiari. Nel 1904, al culmine del successo, Scarpetta esce dal suo repertorio ufficiale per portare in scena la parodia de “La figlia di Iorio” di d’Annunzio. É il primo caso di accusa di plagio italiano. Scarpetta ne uscirà comunque vincente, anche se con qualche problema grazie al supporto della sua grande famiglia allargata.

Il commento del regista

Per tutta la vita il grande Eduardo De Filippo non volle mai parlare di Scarpetta come padre ma solo come autore teatrale. Quando suo fratello Peppino lo ritrasse spietatamente in un libro autobiografico, Eduardo gli levò il saluto per sempre. Venne intervistato poco tempo prima di morire da un amico scrittore: “Ormai siamo vecchi, è il momento di poterne parlare: Scarpetta era un padre severo o un padre cattivo?”. La risposta fu ancora sempre e solo questa: “Era un grande attore”. Qui rido io è l’immaginario romanzo di Eduardo Scarpetta e della sua tribù.

Trailer

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