Il Festival di Sanremo 2025 ospita una proposta musicale che ha attirato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Shablo si presenta con il brano “La mia parola”, unendo le voci di Guè, Joshua e Tormento in una collaborazione che va oltre i confini del rap tradizionale. Con questa canzone, il gruppo propone un mix di generi, con tocchi di gospel e sonorità urban, raccontando la realtà di una città segnata da cemento, smog e difficoltà economiche. La canzone, che si propone di dare voce a chi vive ai margini di una metropoli complessa, diventa anche simbolo di un messaggio diretto e sincero, nel quale la parola promessa assume il valore di impegno e solidarietà. Shablo, pur dichiarandosi principalmente produttore, si conferma come un creativo in grado di unire generazioni e stili diversi, offrendo al Festival un brano originale e d’impatto, capace di raccontare storie di lotta quotidiana e di resilienza.
La versione completa di la mia parola a Sanremo
La canzone “La mia parola” si presenta come una street song autentica, che racconta la vita urbana attraverso un linguaggio diretto e senza compromessi. L’integrale del testo, riportato di seguito, offre uno spaccato della realtà vissuta quotidianamente in una città dove il cemento e lo smog fanno da sfondo a una vita fatta di contrasti. Il brano apre con la dichiarazione: “E’ una street song per dare quello che ho, brucerò fino alla fine, chiuso tra cemento e smog. È una street song, qui la gente muore e vive senza soldi e alternative, l’unica cosa che so.” Proseguendo, il testo enfatizza l’impegno della vita 24 ore su 24: “24h 7 su 7 no stop, siamo in sbatti sbatti per arrivare al top, tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow, non ti danno abbracci qua sei da solo nel block.” La canzone prosegue poi con immagini forti come “io le mando baci lei che per me è la più hot, mi dicevi taci, ora però sono il goat, quaggiù odi e ami a giudicarmi è Dio, amo la mia mami, amo sti money e l’hip-hop.” Il ritornello ribadisce il carattere crudo e determinato del brano: “È una street song per dare quello che ho, brucerò fino alla fine, chiuso tra cemento e smog, è una street song, qui la gente muore e vive senza soldi e alternative, l’unica cosa che so, suona dal basso questo gospel.” La parte successiva del testo rafforza il messaggio di forza interiore: “È la voce di chi raccoglie le forze, nonostante tutto mette da parte i forse qui vince la legge del più forte, è rap è blues e gin & juice, fai il mio nome tre volte beetlejuice, suona ancora più forte bad and boujee, rock’n’roll lo sai party & bullshit, la voce del blocco suonerà più forte per quelle volte che ci hanno chiuso le porte, e ho solo una word, se dico che hai la mia parola, lo sanno i miei g, questa è la way that we live.” Le strofe si ripetono poi, reiterando il messaggio centrale della canzone. L’integrale del testo, riportato in maniera fedele, rappresenta non solo una testimonianza artistica, ma anche la narrazione di un’esperienza collettiva, in cui ogni parola diventa impegno e ogni nota racconta la cruda realtà di un territorio in cui vivere e morire senza alternative.
Il significato di la mia parola a Sanremo 2025
Il brano “La mia parola” assume una valenza profonda nella programmazione del Festival, andando oltre la mera esibizione musicale e proponendosi come una denuncia della realtà urbana contemporanea. Shablo, insieme a Guè, Joshua e Tormento, utilizza la musica come mezzo per illustrare una visione in cui le difficoltà economiche, il degrado ambientale e la mancanza di alternative si fondono in un ritratto autentico della vita in città. Il testo, che descrive ambienti segnati da cemento e smog, non si limita a dipingere un quadro di disperazione, ma accende un messaggio di resistenza e impegno, in cui la parola data rappresenta una promessa solenne e un valore inestimabile. In questo senso, la canzone si configura come un ponte tra diverse generazioni del rap: da una parte vi è Tormento, ex membro del gruppo Sottotono, dall’altra Guè, figura iconica del genere, mentre Joshua incarna la nuova linfa del panorama urban. Shablo, pur dichiarando apertamente di essere principalmente un produttore, porta sul palco il proprio mondo creativo e innovativo, fondendo elementi di rap, gospel, jazz e musica black in un unico, coerente progetto artistico. La sua visione evidenzia come la diversità possa diventare un punto di forza, in un contesto tradizionale come il Festival di Sanremo, dove l’incontro fra contaminazioni musicali offre allo spettatore uno spaccato inedito e sorprendente. La canzone si rivolge a chi vive ai margini di una società che spesso tende a ignorare le difficoltà concrete della vita quotidiana, diventando così un veicolo di denuncia sociale e di solidarietà. Il messaggio espresso nel ritornello, con l’enfasi sulla parola data, richiama l’idea di un patto di fiducia e impegno reciproco, facendo di “La mia parola” un simbolo di integrazione e di autenticità nel panorama musicale italiano.