Prodotto da Jolefilm assieme a Rai Cinema, evento speciale di chiusura del 41° Bellaria Film Festival e distribuito nelle sale da Parthenos, “Billy” è un film eteroclito e seducente che sancisce nel migliore dei modi l’ingresso nella regia di Emilia Mazzacurati, figlia del mai dimenticato Carlo.
Indice
Billy – Tutte le informazioni
Trama
Billy (Matteo Oscar Giuggioli) è un diciannovenne che vive con una madre pazzoide (Carla Signoris) e che a 9 anni aveva addirittura ideato e condotto un podcast di musica di grande successo. Ora invece è il classico teenager che soffre di attacchi di panico ed è attanagliato da dubbi esistenziali oltre a non sapere che cosa fare della sua vita. Finché un bel giorno il giovane non incontra Zippo (Alessandro Gassmann), un ex rocker fallito ma del quale Billy da grande esperto di musica si ricorda molto bene. L’incontro fra i due smuoverà qualcosa nelle vite di entrambi.
Crediti
- Regia: Emilia Mazzacurati
- Cast: Matteo Oscar Giuggioli, Carla Signoris, Alessandro Gassmann, Giuseppe Battiston, Benedetta Gris, Roberto Citran, Sandra Ceccarelli
- Genere: Drammatico
- Durata: 97 minuti
- Produzione: Italia, 2023
- Casa di produzione: Jolefilm, Rai Cinema
- Distribuzione: Parthénos
- Data di uscita: giovedi 1 giugno 2023
Recensione
Il primo lungometraggio di Emilia Mazzacurati, figlia del compianto Carlo, è un film che si fa ricordare. “Billy” trae spunto da una storia di formazione come tante ce ne potrebbero essere (teenager di periferia che non ha la minima idea di cosa fare della sua vita e che a un certo momento incontra inaspettatamente il suo idolo d’infanzia, un ex rocker fallito) per poi sviscerarla in maniera delicata e surreale.
Il racconto parte dalla provincia per travalicare ben presto le anguste frontiere geografiche e arrivare a dissolversi in un cosmo tutto mentale riflessivo e melanconico, amoroso e catartico. Ma se gli inciampi della crescita e dello sviluppo personale portati sulla scena sono i più consueti, è meno consueto vedere come la neanche trentenne Mazzacurati, malgrado qualche ingenuità, riesca a non inciampare nella regia, essendo capace di dirigere con intrepidezza, mano ferma e un temperamento ragguardevole, e inoltre facendo suoi degli stilemi precipuamente da cinema indipendente americano e inserendoli con buona disinvoltura in un ambito cinematografico tipicamente nostrano.
La regista tesse le fila del racconto in maniera sicura e sostanziosa, e quel che ne esce è un’opera gradevole e vieppiù coinvolgente. Il fatto di poter contare su una compagine attorica meticolosamente selezionata che si comporta con evidente padronanza e attendibilità, inoltre, non può che incrementare l’effetto di appassionamento dello spettatore alle vicende descritte.
Giudizio e conclusione
“Billy” è un film brillantemente realizzato, diretto e recitato con perizia, ma soprattutto che sa emozionare e far pensare. Cosa non di poco conto all’oggi.
Note di regia
Con questa storia sento il bisogno di esprimere il percorso di cambiamento che una perdita può indurre. Di come la fine renda la vita preziosa e come la persona che se ne va lasci un tesoro. Che la morte fa parte della vita, che la tristezza e la felicità devono coesistere per formare un’esistenza piena.
Ci vuole impegno per trasformare le avversità e i propri errori in qualcosa di buono, e bisogna impegnarsi per essere felici. Il primo passo per essere felici (o anche solo avvicinarsi a un’idea di felicità) è cercare di far pace con se stessi e con quegli aspetti di noi che resistono al cambiamento che vorremmo. L’aspirazione di questo progetto è che possa essere divertente per il suo passo di commedia e colori vividi, in un nord Italia ricco di contraddizioni, investito da un presente fatto di economia e speculazioni a cui l’umanità e i sentimenti dei personaggi non si adattano, rimanendo ricchi di un carattere personale e identificativo.
Viviamo in un momento in cui si avverte che le risorse stanno finendo, i cambiamenti sono forti e le certezze quasi nulle. Ma è anche il momento in cui, più che mai, esce tutto il nostro spirito di sopravvivenza. Un’avventura corale vissuta attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune, in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida nei ragazzi.
Una provincia contemporanea di contraddizioni che fa da specchio ad una gioventù in confusione. Una popolazione fatta di famiglie disgregate e solitudini che cercano di sopravvivere ognuna a proprio modo. Apparentemente un non-luogo, dove invece nascono sentimenti umani forti ed estremamente radicati in una sorta di postmodernismo di provincia.
Non è un’Italia da cartolina, ma è pur sempre estremamente fotogenica. È un’Italia di difetti e speranze, di coraggio e spregiudicatezza. Un paese che sembra essere sempre al limite, che rischia di non farcela, che è costantemente ad un passo dal precipizio, ma che in realtà non si arrenderà mai. Perché non è nella sua natura. E nemmeno in quella dei suoi abitanti.