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Recensione “Citadel”: la spy-story con Richard Madden

Con produttori esecutivi i fratelli Russo, “Citadel” è la nuova attesa spy-story che vede protagonisti Richard Madden e Pryanka Chopra Jonas. Creata da Josh Appelbaum e Bryan Oh, “Citadel” è un racconto adrenalinico ricco di colpi di scena e azione, con un cast stellare.

Indice

“Citadel” – Tutte le informazioni

Trama

Citadel - poster

Gli agenti della Manticore si impegnano all’eliminazione di Citadel, corpo di spionaggio internazionale diverso da tutti gli altri, volto a proteggere l’intera umanità. Gli unici due sopravvissuti, Mason e Nadia, creduti da tutti morti nell’ultimo scontro a bordo di un treno, vivono una vita tranquilla, nascosti, ma inconsapevoli di essere alcune delle note e temute spie . I loro ricordi sono infatti stati del tutto cancellati. Quando però vengono entrambi rintracciati, compromettendo inoltre una missione dei Manticore, i due sono costretti a fare i conti con il proprio passato e con il fatto che non hanno mai conosciuto la loro vera identità. Nel tentativo di fermare Manticore, scoprire chi sono e proteggere chi amano, Mason e Nadia torneranno in azione, attraverso un viaggio in giro per il mondo impegnati in una corsa contro il tempo.

Recensione “Citadel”: la spy-story con Richard Madden

Crediti

  • Regia: Newton Thomas Sigel
  • Cast: Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas, Stanley Tucci, Lesley Manville, Ashleigh Cummings, Osy Ikhile, Roland Møller, Caoilinn Springall
  • Genere: spionaggio, drammatico
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 6
  • Durata: 60 min
  • Produzione: Stati Uniti, 2022
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Data d’uscita: 28 aprile 2023

Recensione

Tra thriller drama e spy-story

Citadel

Richard Madden e Pryanka Chopra Jonas tornano sul piccolo schermo nel mondo dello spionaggio e dell’action dopo rispettivamente “Bodyguard” e “Quantico”, sullo stesso stile della nuova serie tv Amazon Prime Video, “Citadel”. Titolo e nome di questa organizzazione fuori dagli schemi, segreta e quindi anche apparentemente solo una leggenda, Citadel opera nell’ombra, a differenza però dei loro membri che si fanno particolarmente notare. Tra arti marziali, combattimenti corpo a corpo e sparatorie che vedono spesso i protagonisti soli contro tutti, i personaggi di “Citadel” sono imbattibili. La serie tv creata dai fratelli Russo ha però anche un tocco di distopico che si rivela l’elemento vincente. L’ambientazione si presenta in un mondo futuristico, con punte di sci-fi, vera novità e originalità rispetto alle spy-story che sempre di più si è abituati a vedere, sia in prodotti cinematografici che televisivi.

Ecco che “Citadel” aggiunge qualcosa in più a quell’inverosimiglianza latente che presenta dei personaggi che non si possono sconfiggere e che, dal punto di vista psicologico, non riescono forse a fare a meno di quel mondo, pronti a dare la vita per la causa e per salvare chi amano. Le scene action, che maggiormente compongono le prime puntate della serie, sono un’insieme di dinamismo e sensualità, caratterizzate tutte indistintamente da un ritmo vorticoso e un’energia impetuosa. Soldati altamente addestrati che lottano tra loro, che non esitano ad uccidere e una straordinaria Lesley Manville, che tra un freddo sadismo e una rabbia spaventosa risulta essere l’univo vero antagonista. Un villain che si limita a dare ordini, ma che incute timore, chiusa dentro le mura della sua elegante casa, composta e tranquilla mentre torture da lei disposte si stanno consumando a pochi metri di distanza.

Alti e bassi per “Citadel”

Citadel

La forza di “Citadel” risiede principalmente nel cast, dove anche Stanley Tucci appare perfetto nel ruolo di mentore dalla doppia personalità, sempre sospeso tra personaggio positivo e negativo. Una missione impossibile da rifiutare spezza l’equilibrio di chi voleva eliminare Citadel e mentre i nemici aumentano, le sequenze d’azione e i colpi di scena scandiscono una trama capace di sorprendere quanto basta per renderla interessante e sicuramente coinvolgente, considerando che ogni episodio è denso di avvenimenti improvvisi e rischiosi. Forse l’ambito più sci-fi dello show potrebbe essere esplorato meglio, ma probabilmente verrà ripreso e chiarito nella seconda stagione, essendo lo show già rinnovato per un altro capitolo, dando così quel qualcosa in più alle spy story che spesso hanno una matrice comune, finendo per somigliarsi tra loro.

“Citadel” non è estraneo a svolte narrative che uno spettatore più attento, ancor di più se appassionato dell’audiovisivo di spionaggio, potrebbe aspettarsi, anche se ben intervallate dalle grandi scene d’azione, spesso folgoranti e visivamente particolareggiate, come studiate nei minimi dettagli. Lo stampo psicologico, viene anch’esso inserito tra un combattimento e l’altro o una sparatoria e l’altra, per dare ai personaggi un proprio background: un passato che li lega a una vita normale e un presente che li rivede catapultati in un’esistenza “dimenticata”. In “Citadel” la regia è piuttosto lineare, mentre la sceneggiatura rischia di sfociare nel didascalico Tra tinte cromatiche calde e nitide è il montaggio un altro elemento a favore della nuova serie di Prime Video, da cui si rimane sempre più catturati.

L’assenza di un elemento fondamentale

Nel corso dell’intera durata della serie “Citadel” diventa sempre più ricco di scoperte sensazionali, segreti inconfessabili e spie che dimenticano di essere tali, da qui l’elemento distopico. Memoria persa che può tornare, svelando retroscena che dovrebbero aggiungere emotività, ma che invece appaiono narrate semplicemente a titolo informativo. Ciò che manca maggiormente a “Citadel” è proprio la psicologia dei personaggi, che avrebbe tutte le caratteristiche per essere indagata, considerando anche i numerosi rapporti, misteriosi o chiari, che intercorrono tra protagonisti e antagonisti, insieme a importanti e sconvolgenti rivelazioni che si susseguono scena dopo scena. Nonostante quindi la trama risulti sempre più avvincente, e il cast di grandi star non deluda le aspettative, sensazioni ed emozioni potrebbero e forse dovrebbero essere più approfondite, proprio perché l’action e gli scontri a fuoco, comunque sempre presenti, non hanno la funzione di punto cardine fondamentale di ogni puntata. 

“Citadel”: Giudizio e conclusione

“Citadel” manca di una matrice psicologica che ben si legherebbe sia alla cornice più tipicamente di spionaggio che a quella di inganni, tradimenti e segreti sepolti, tra ricordi e conseguenze di missioni ad alto rischio e la possibilità di ricominciare da capo, appunto eliminando la memoria di una persona. L’interpretazione, la regia e la fotografia sono impeccabili e anche le scene d’azione, anche se a volte eccessive, catturano l’attenzione. Interessanti le numerose scoperte che si esplicitano poi come la componente più appassionante dello show, che rimane però sempre in superficie, come a sottolineare che si tratta di una spy-story e che le spie non possono permettersi di lasciare che siano i sentimenti a stravolgere la propria vita.

Trailer

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