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Recensione “Hanno clonato Tyrone”: sciccosa black comedy con un folgorante Jamie Foxx

Hanno clonato Tyrone“, dello sceneggiatore Juel Taylor al suo debutto nella regia, si dimostra una sciccosa black comedy che in realtà è un selvaggio mix di generi dove a farla da padrone è un folgorante Jamie Foxx nella parte del magnaccia. In streaming su Netflix dal 21 di luglio.

Indice

Hanno clonato Tyrone – tutte le informazioni

Trama

1970. Una serie di eventi strani e incomprensibili porta un improbabile terzetto (John Boyega, Teyonah Parris e Jamie Foxx) ad imbattersi inavvertitamente in un intrigo governativo che si sta realizzando proprio sotto il loro naso. I tre dovranno dunque mettere da parte tutte le loro differenze archetipiche per salvarsi la vita a vicenda.

Recensione “Hanno clonato Tyrone”: sciccosa black comedy con un folgorante Jamie Foxx

Crediti

  • Tit. orig.: They Cloned Tyrone
  • Cast: Jamie Foxx, Kiefer Sutherland, David Alan Grier, John Boyega, Teyonah Parris, Austin Freeman, Joshua Mikel, James Moses Black, Nick Arapoglou, Jason Burkey, David Shae, Myrom Kingery, Jason Louder, Ryan Dinning, Megan Sousa, Patrick Fleming (II), Trayce Malachi, Saif Mohsen, Swift Rice, Shariff Earp, Adam Cronan, Shiquita James, Jared Warren, Chris Ward
  • Genere: Azione, Commedia
  • Durata: 124 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Casa di produzione: MACRO Media
  • Distribuzione: Netflix
  • Data di uscita: venerdi 21 luglio 2023

Recensione

Al suo debutto nei lungometraggi, Juel Taylor è in grado di affermarsi perfettamente con uno stile inventivo ed entusiasmante. Quel che riesce a creare il giovane co-sceneggiatore di “Creed 2” lascia ben sperare in un suo prosieguo più che onorevole come regista all’interno della cinematografia a stelle e strisce.

Difatti “Hanno clonato Tyrone” risulta alla fine un fanta-racconto vivace e coinvolgente, anche se talvolta cupo e magari anche un filo troppo cadenzato nel portamento; una storia in un certo qual modo ammonitrice che trasuda satira sociale, nella quale Taylor dimostra di saper padroneggiare a meraviglia texture e tecnica così da dar vita a un lavoro visualmente elettrizzante.

John Boyega, Jamie Foxx e Teyonah Parris costituiscono un trittico attoriale di tutto rispetto: divertenti da guardare, opportunamente coesi, i tre forniscono delle performance concise ma stratificate, in un equilibrismo fra personalità che dona alla pellicola lucentezza e fascino. Foxx predomina in quasi tutte le scene in cui si trova, mettendo in campo una individualità sgargiante ed una straordinaria abilità nel mettersi nei ed uscire dai guai.

C’è insomma abbastanza follia da rendere il film qualcosa di speciale: una parodia ridente e corrosiva di thriller cospirativi che sembra modernissima eppure sommamente senza tempo.

Giudizio e conclusione

Hanno clonato Tyrone” è un buon prodotto di intrattenimento, ben diretto e ottimamente recitato, un diversivo caotico, provocatorio e divertente in grado di catturare qualsiasi tipo di pubblico.

Note di regia

Non avevamo intenzione di dire nulla sulla società. Era solo qualcosa a cui stavo pensando molto. Qualcosa che mi ha infastidito. Un mio amico si trovava in una situazione in cui gli sono successe alcune stronzate ed era al di fuori del suo controllo. Non lo vedevo da un paio d’anni… Ero così incazzato con lui perché non era riuscito dove sapevo che avrebbe potuto. Questo tizio è intelligente, divertente, estroverso, tipo, dannazione, cosa sta succedendo? Mi sono riconnesso con lui a Capodanno, 2016 o 2017. Stavamo andando in giro cercando qualcosa da fare e tutto era chiuso. Siamo tornati a casa mia e lui stava solo dicendo: “Amico, ero depresso, ecco perché ero così solitario”. Non ci stavo nemmeno pensando da quel punto di vista. Ci siamo seduti sul pavimento e abbiamo iniziato a piangere. Sto parlando di quattro o cinque ore. Continuavo a pensare a quella conversazione ancora e ancora. Il film non è diventato davvero qualcosa fino a quando non ho avuto una conversazione con lui. Ne ho parlato con il mio partner di scrittura Tony. Quella merda mi ha davvero infastidito, in termini di prospettiva sulla situazione. Non la conversazione in sé, gli anni che hanno preceduto la conversazione. Non ho capito che il mio amico era depresso.

Abbiamo lavorato a ritroso dal personaggio di Fontaine. È in questa situazione non per colpa sua. Chi ce l’ha messo? E cos’altro stanno combinando? Ho pensato a tutte queste cospirazioni che ho sentito crescere e ho solo cercato di divertirmi e di essere un po’ scortese. Si trattava di camminare sul filo del rasoio tra questi assurdi punti della trama e una sorta di sfumature più oscure e pesanti. Sto giocando con l’idea di come ci vediamo e di come ci vedono gli altri; ma, alla fine, sto cercando di renderlo divertente. Ma non conosco un modo per esplorare queste cose senza mettere le immagini sullo schermo. Si spera che questa sia una storia e questi siano personaggi con cui le persone vorranno interagire. E, se lo fai, potresti vedere che alcuni di questi stereotipi sono decostruiti e le cose sono più di quanto sembri. Ma se questa non è la tua esperienza, chi sono io per dirti che ti sbagli? Non voglio che la gente pensi che ci sia un solo modo di interpretare il film.

Trailer

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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