La sezione Alice nella Città permette alla Festa del Cinema di Roma di rivolgere lo sguardo agli esordi e in generale agli autori emergenti internazionali. Ad aprire le danze è How To Have Sex, una storia di formazione adolescenziale che sorprende per la capacità di alternare i toni e per la delicatezza con la quale racconta un passaggio di crescita pieno di incertezze e contraddizioni, vincitrice a Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Indice
How To Have Sex: tutte le informazioni
Trama
Tre adolescenti britanniche vanno in vacanza a Creta per abbandonarsi a un divertimento senza limiti, tra alcool, locali notturni e nuove amicizie.
Crediti
- Data di uscita: 18 ottobre 2023 (Festa del Cinema)
- Regia: M. Manning Walker
- Sceneggiatura: M. Manning Walker
- Durata: 91 minuti
- Genere: Commedia drammatica
- Montaggio: Fin Oates
- Fotografia: Nicolas Canniccioni
- Produzione: British Film Institute, Film4, Wild Swim Films
- Distribuzione: Teodora, MUBI
- Attori: Mia McKenna-Bruce, Lara Peake, Samuel Bottomley, Daisy Jelley, Eilidh Loan, Shaun Thomas, Enva Lewis, Laura Ambler
Recensione
How To Have Sex parte con un ritmo e un piglio irrefrenabili, recupera tutti gli stereotipi delle storie di formazione che raccontano lo sfrenato divertimento adolescenziale e li (ri)scopre senza preoccuparsi di trovare una chiave particolarmente nuova. D’altronde lo spirito goliardico su cui l’esordiente Walker vuole giocare è stato ampiamente perseguito da precedenti illustri – Porky’s e American Pie su tutti, qui con maggiore realismo e una componente demenziale meno spinta -, ma il risultato è ugualmente discreto e la prospettiva delle tre ragazze viene fotografata con piacevole leggerezza.
La seconda parte del film prende invece una svolta drammatica inaspettata e l’ingannevole superficialità della presentazione assume un sapore del tutto differente. A venir fuori è l’animo sensibile di Tara – ma anche la bravura della giovanissima attrice che la interpreta, spontanea e profonda soprattutto quando agisce di movimenti e sguardi – e la sua inevitabile frangibilità, che non vuole essere soltanto una prerogativa femminile; il personaggio di Badger si presenta in effetti speculare a quello della protagonista, anche lui imprigionato in un ruolo e limitato dalla paura di (re)agire.
Walker è intelligente nel rappresentare l’esplosione giovanile di scoperta e labirintica perdizione in tutta la sua verità, tratteggiando le sfumature di un periodo di crescita estremamente delicato con grande trasporto emotivo. Gli adolescenti di questo film vivono infatti soltanto apparentemente nella dimensione dello svago e della spensieratezza, ma in realtà sono dilaniati dall’ansia dell’autodeterminazione e dalle pressioni dell’appuntamento con il futuro. Le amicizie di cui si circondano possono rivelarsi false o semplicemente non abbastanza profonde, poiché si tratta di un’età particolare nella quale viene meno la forza magnetica del gruppo – che smette di essere una calamita diventando calamità – e comincia uno spiazzante deserto di solitudine invaso dall’odore stringente di un’intollerabile e soffocante autonomia di scelta.
Conclusioni
L’esordio alla regia della giovane Walker è promettente e spontaneo, permeato di urgenza creativa e intraprendenza autoriale. Ci troviamo di fronte a una commedia drammatica senza pretese che si nutre dell’intensità emotiva adolescenziale e dopo averla cavalcata si diverte a ribaltarne gli stereotipi e gli apparenti valori, in un crescendo che parte in direzione dell’eccesso ma poi avanza per sottrazione ed implode nel vortice dell’interiorità.