Diretto da Danilo Carlani, Alessio Dogana e Maccio Capatonda, “Il migliore dei mondi” è un film col quale il bravo comico abruzzese riflette sulla realtà iper-tecnologizzata, e lo fa divertendo come mai.
Indice
Il migliore dei mondi – tutte le informazioni
Trama
Immaginiamo un uomo comune del millennio digitale catapultato in un inaspettato viaggio analogico. È quello che succede a Ennio Storto, il nostro protagonista, che si ritrova improvvisamente in un 2023 alternativo dove la tecnologia si è fermata per sempre agli anni ’90. Ma quello che nasce come un disastroso imprevisto può evolvere in un’avventura straordinaria, in cui Ennio scoprirà un nuovo lato di sé.
Crediti
- Regia: Danilo Carlani, Alessio Dogana, Maccio Capatonda
- Sceneggiatura: Maccio Capatonda, Danilo Carlani, Barbara Petronio, Gabriele Galli
- Cast: Pietro Sermonti, Martina Gatti, Maccio Capatonda Stefania Blandeburgo, Luca Vecchi, Tomas Arana, Pippo Lorusso
- Genere: commedia
- Durata: 102 minuti
- Produzione: Italia, 2023
- Casa di produzione: Lotus Production
- Distribuzione: Prime Video
- Data di uscita: venerdi 17 novembre 2023
Recensione
Nel suo nuovo film uscito su Prime Video dal titolo “Il migliore dei mondi” Maccio Capatonda, caustico e tagliente come al suo solito, interpreta un elettricista supertecnologico dedito a una vita sciapa fatta di social e pornografia in rete, che per una fatalità si ritrova catapultato nel 2023 in un metaverso cristallizzato negli anni Novanta.
Il tema trattato da Capatonda è indubbiamente moderno, e rischierebbe proprio per questo motivo di essere deteriorizzato da scontatezze rappresentative, nonché da visioni malauguratamente storpiate della tecnologia ai nostri giorni. Non fosse che il comico positivamente prestato alla regia, sicuro della sua sagacia comunicativa oltre che degli ampi attrezzi comici a sua disposizione si lancia in una riflessione allegra su una realtà tragica che passa sotto i nostri occhi spesso come ininfluente o addirittura innocua, quando invece lo strapotere dell’hi-tech rischia di far regredire sensibilmente – e forse paradossalmente – il livello di interconnessione fra gli esseri umani e la capacità a relazionarsi fra loro.
Nel Migliore dei mondi, Maccio riesce concretamente a spiegare con leggerezza e intelligenza, attraverso dei personaggi accattivanti ed una narrazione puntuale il perché agli imponenti mezzi tecnici vada lasciata sempre anche una umanissima impoderabilità del caso, per far sì che l’umanità non venga degradata ma anzi conservi tutto quanto le è necessario per restare, appunto, umana.
Giudizio conclusivo
“Il migliore dei mondi” è un film che fa della sua levità la sua forza, ovvero una capacità riconoscibile e stimabile di trattare un argomento spinosamente attuale come l’iper-tecnologismo in un modo leggero ma acuto.
Note di regia
Questo è un film sicuramente diverso dagli altri due (Italiano medio e Omicidio all’italiana, ndr). Ho cercato di trovare una mia maschera, sempre comica, ma più naturalistica. Il personaggio all’inizio è un po’ costruito su una versione di me che potrebbe essere datata 2015-2016. Ero così anche con le donne: avevo diverse relazioni contemporaneamente sui social. Poi ho conosciuto la mia attuale ragazza.
Penso che nel cinema un comico funziona quando dà una versione credibile di sè, come facevano Nuti, Verdone, Benigni […] Sembrano tutti loro stessi. Io sono un po’ schiavo di questa cosa, quindi ho cercato di fare un cinema più empatico. Se poi ho inventato un personaggio che non è empatico per niente ed è freddo come una mummia, questo è perchè forse lo sono io.
Chi ha ha vissuto in quell’epoca analogica non aveva la quantità di stimoli che che abbiamo adesso. Essere circondati da tutta questa tecnologia può diventare snervante. Più che altro il film vuole ritrovare una certa curiosità: volevo capire come potrebbe essere il mondo di oggi senza la tecnologia. L’intento nostro non era quello di dare dei giudizi troppo severi sulla tecnologia perché poi in fondo il problema è l’uomo. Oggi siamo legati ad internet, e sentivamo il bisogno di ritornare a raccontare un mondo più spirituale. Dove c’era maggiore unione. C’è la nostalgia di avere certe difficoltà e certi problemi che però ti fanno amare il risultato raggiunto. O il fallimento. Perché è anche giusto fallire
[Tra i due mondi che si rappresentano nel film] mi ritrovo al confine. Sono proprio diviso in due. Sono molto grato alla tecnologia per tante cose e molto meno grato per altre. Sono quindi davvero scisso.