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Recensione “Insidious – La Porta Rossa”: la solita minestra riscaldata della Blumhouse

La saga di Insidious torna, più di dieci anni dopo l’uscita del primo capitolo, con quello che promette di essere l’atto conclusivo. In cabina di regia sale Patrick Wilson, il quale da attore protagonista della pellicola si prende la responsabilità di guidare l’ennesimo remake di una serie di horror che al botteghino americano ha incassato più di cinquecento milioni di dollari.

Indice

Insidious – La Porta Rossa: tutte le informazioni

Trama

Per mettere a tacere i loro demoni una volta per tutte, Josh e Dalton, ormai in età da college, devono spingersi nell'”Altrove” più a fondo di quanto non abbiano mai fatto, affrontando l’oscuro passato della loro famiglia e una serie di nuovi e più spaventosi terrori che si nascondono dietro la porta rossa.

Recensione “Insidious – La Porta Rossa”: la solita minestra riscaldata della Blumhouse

Crediti

  • Data di uscita: 5 luglio 2023
  • Regia: Patrick Wilson
  • Sceneggiatura: Scott Teems
  • Genere: Horror
  • Durata: 107 minuti
  • Musiche: Joseph Bishara
  • Produzione: Screen Geems, Stage 6 Films, Blumhouse Productions
  • Distribuzione: Sony Pictures
  • Attori: Ty Simpkins, Patrick Wilson, Hiam Abbass, Sinclair Daniel, Rose Byrne

Recensione

La Blumhouse ha colpito di nuovo, tornando con il quinto sequel di una storia che poteva anche fermarsi al primo egregio film del 2010. L’esigenza di continuare con altri capitoli ovviamente non ha a che fare con l’aspetto artistico, ma è strettamente legata alla questione economica e imprenditoriale. Certo, film come questo continuano ad incassare e portare il pubblico in sala, ma ha davvero senso riproporre lo stesso modello senza un minimo di impegno nel rinnovarlo?

La questione è ormai talmente sdoganata da essere diventata un luogo comune: il problema degli horror è che sono tutti remake e spin-off. Il problema vero, in realtà, è che la situazione stenta a cambiare, poiché le case di produzione continuano a guadagnarci e il pubblico medio continua a mandare avanti la farsa. Peccato, perché le idee alla base di questi rifacimenti sono nella maggior parte dei casi interessanti e realmente piene di spunti narrativi, ma vengono poi spolpate e ridotte a semplici fotocopie.

James Wan, il regista che ha lanciato la saga di Insidious, è uno tra gli autori di genere più prolifici e creativi, costantemente pronto a sorprendere con nuove e inquietanti atmosfere, eppure si lascia tentare troppo facilmente dalle richieste schematiche del mercato e a un certo punto, stancatosi a sua volta del solito meccanismo, finisce per cedere la regia a chiunque abbia gli elementi per capire come funziona l’ingranaggio.

In questo caso, Patrick Wilson riesce a non sfigurare al suo esordio, mostrando una discreta sicurezza nel dirigere se stesso e l’intero cast in una pellicola che però non riesce mai a decollare né a disfarsi della mediocrità che già da principio la caratterizza. Per non rischiare, segue le atmosfere dei primi film e si preoccupa soltanto di evolverle quel tanto che basta per giustificarne il ritorno e condurre la trama verso l’ennesima svolta, ma invece di scoprire una nuova strada si trova in un prevedibile vicolo cieco.

Conclusioni

Insidious – La Porta Rossa è un film che si accontenta di essere mediocre, ripropone sempre lo stesso modello narrativo senza riuscire in alcun modo a rinnovarlo e annaspa inutilmente nel tentativo di mandare avanti una storia ormai logora. L’unico elemento positivo dovrebbe essere rappresentato dal fatto che la saga sia giunta ad una (non degna) conclusione e che forse la Blumhouse tornerà con un prodotto originale che possa soddisfare le aspettative, ma ad essere sinceri vi è il rischio che a questo faccia seguire altri cinque o sei capitoli completamente inutili.

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Corrado Monina

Corrado Monina

Mi chiamo Corrado, mi occupo di sceneggiatura, regia e critica e lavoro per il Filmstudio di Roma come responsabile creativo. Amo il cinema, la musica e tutto ciò che ruota intorno alle arti visive e alla letteratura.

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