Presentato in anteprima Fuori Concorso alla 80ª Mostra del Cinema di Venezia, “La sociedad de la nieve”, diretto da J.A. Bayona, racconta l’incidente del volo 571 nel 1972, quando un aereo con 45 persone a bordo precipitò nel cuore delle Ande.
Indice
“La sociedad de la nieve” – Tutte le informazioni
Trama
Il volo 571 delle forze aeree uruguayane parte con a bordo 45 passeggeri, per la maggior parte una squadra di rugby. Diretto in Cile, l’aereo precipita nel cuore delle Ande e il numero dei sopravvissuti è di 29. Tra i 18 e i 25 anni, i ragazzi affrontano condizioni estreme in un luogo dove sopravvivere è sempre stato definito impossibile, un luogo pieno di insidie, difficoltà e avversità. I ragazzi patiscono per giorni la fame, il freddo e le calamità naturali che li mettono sempre più a dura prova, portandoli a inevitabili scelte e a gesti estremi. Quel 13 ottobre del 1972 la vita dei superstiti cambia per sempre e mentre sognano di tornare a casa, i loro compagni continuano a morire e la montagna continua a sorprenderli.
Crediti
- Regia: J.A. Bayona
- Cast: Enzo Vogrincic, Agustín Pardella, Matías Recalt, Esteban Bigliardi, Diego Vegezzi, Fernando Contigiani García, Esteban Kukuriczka, Rafael Federman, Francisco Romero, Valentino Alonso, Tomás Wolf, Agustín Della Corte, Felipe Otaño, Andy Pruss, Blas Polidori, Felipe Ramusio, Simón Hempe
- Genere: drammatico, biografico
- Durata: 144 min
- Produzione: Spagna, 2023
- Distribuzione: Netflix
- Data d’uscita:
Recensione
Il regista torna a raccontare una tragica storia vera
J.A. Bayona con “La sociedad de la nieve” torna a raccontare una storia vera, in questo caso il disastro aereo della Ande del 1972. E lo fa con la stessa intensità, la stessa maestria e lo stesso brutale realismo. Come le scene di “The Impossible” quando lo tsunami si abbatte sulle spiagge della Thailandia sono rimaste impresse nella mente di migliaia di spettatori, così anche lo schianto dell’aereo rappresentato in “La sociedad de la nieve” è crudo, violento e scioccante. Corpi ancora legati ai sedili che vengono scaraventati fuori e altri che sbattono contro ogni parete, l’aereo che si spezza letteralmente in due, con montagne e neve da ogni parte, che si estendono a perdita d’occhio, mentre il sole e la temperatura cominciano a calare. L’impatto iniziale racchiude tutto ciò che poi nel film verrà ripreso più volte seguendo in parte i tipici elementi dei survival movie, ma non solo, esplora infatti anche la tematica etica, morale e personale della sopravvivenza, quella che porta alla scelta estrema che ha contraddistinto la vicenda, già rappresentata sul grande schermo.
Si tratta di “Alive”, a sua volta remake della pellicola messicana del 1976,” I sopravvissuti delle Ande”, dai quali “La sociedad de la nieve” riesce a distanziarsi, raccontando con attenzione e, anche una certa insistenza, alcune situazioni. Un’insistenza che non nuoce, che ribadisce come “ciò che era diventato la normalità”, come dice uno dei protagonisti del film, conservava sempre quel senso di disgusto, colpa, dolore, e la sensazione di star commettendo un terribile sbaglio. Cibarsi dei corpi di amici e compagni morti viene giustificato, acuito dal bisogno, da una fame che può uccidere; un qualcosa che per quanto diventi la quotidianità, non smette mai di turbare e sconvolgere, tanto chi se ne occupa quanto ognuno che ne usufruisce. “Per sopravvivere bisogna mangiare” viene quasi spiegato da uno dei personaggi del film. Abbandonati dal mondo e dal proprio Paese, non hanno alternative.
“La sociedad de la nieve” non è solo un survival movie
Il film esplora e narra una vicenda, senza voler dare un giudizio, interessato a quello che hanno provato e dovuto sopportare per più di due mesi dei ragazzi giovanissimi, che hanno visto morire compagni e diminuire sempre di più il numero dei superstiti. “La sociedad de la nieve” è commovente, avvincente , coinvolgente e profondo. Forse il voice over, per quanto a un certo punto risulti sorprendente, scelta che comunque si poteva evitare, è l’unico particolare che risulta leggermente ridondante. Al tempo stesso esprime un tema che può considerarsi nuovo e originale e cioè la connessione che i personaggi sviluppano con la montagna: un paesaggio straordinario e spettacolare che li imprigiona, li uccide e li ferisce con prepotenza e brutalità.
Una natura matrigna che li attacca con tempeste di ghiaccio, li affoga con valanghe e li trafigge con temporali di neve. Appassionante e angosciante, “La sociedad de la nieve” si segue con attenzione, con la percezione sensoriale, almeno parziale, di ciò che hanno subito i superstiti. Anche se è tanto inimmaginabile quanto sconcertante ciò a cui i sopravvissuti vengono sottoposti ogni giorno e ogni notte, tra tempeste, valanghe e scelte che non potranno mai dimenticare, questo non finisce con la conclusione del film. A legare i personaggi ci sarà sempre quel senso di abbandono, di drammatica condivisione, di verità svelate e necessità comprese, così come un senso e uno spirito di squadra che si tinge di paura, istinto, sopravvivenza, rimorso, tenacia e sconforto.
Convinzioni rimesse in discussione
Punto di forza del film anche l’interpretazione di tutti gli attori, dai protagonisti a chi occupa pochi momenti sullo schermo. Protagonista, o per meglio dire in questo caso, antagonista, anche la catena montuosa della Ande che si estende per 7200 km e che viene qui presentata come terribilmente magnifica e amaramente indescrivibile. La stessa neve di un bianco uniforme, candido, omogeneo viene ritratta come spaventosamente costante, che inghiotte e rende invisibili. Con sequenze alternate che danno speranza e altre che demoralizzano, “La sociedad de la nieve” è un film completo in ogni parte e che si propone di ragionare su tematiche che hanno caratterizzato il disastro aereo nello specifico, come la sfiducia nelle squadre di soccorso e la certezza che niente è impossibile.
“La sociedad de la nieve”: Giudizio e valutazione
“La sociedad de la nieve” è un film cupo, un dramma continuo, che pervade la maggior parte della pellicola. Capace di raccontare gli stenti della fame e del freddo, cercando di mostrare cosa hanno provato i sopravvissuti. “La sociedad de la nieve” si distanzia dai precedenti film sulla vicenda perché quel disastro e le conseguenze tragiche che ha avuto sui superstiti non svaniranno mai. Fotografia e regia si muovono tra la desolata e incantevole cordigliera delle Ande, che appare infinita, invalicabile e invincibile, un luogo dove il tempo si è fermato e dove è considerato impossibile sopravvivere.