L’avventuroso fantasy diretto da Wendy Rogers e basato sul romanzo omonimo pubblicato nel 2009 dall’autrice americana Kate DiCamillo su un ragazzo di nome Peter che va alla ricerca della sorellina ha sicuramente qualche pregio, ma a dispetto del titolo non ha il pregio di produrre magia. Animato al computer da Animal Logic , il film è stato distribuito da Netflix.
Indice
L’elefante del mago – tutte le informazioni
Trama
Peter (con la voce di Noè Jupe) è un ragazzino risoluto che si lancia in un’avventura mozzafiato alla ricerca della sorellina Adele (Pixie Davies), che crede essere morta. Un indovino incontrato per caso a una sagra di paese gli insinua il dubbio che invece possa essere viva, e affinché riesca a ritrovarla l’indovino lo indirizza verso un viaggio straordinario sulle tracce di un misterioso elefante. Durante il viaggio il ragazzo dovrà raccogliere la sfida lanciata da un re e portare a termine tre compiti apparentemente impossibili.
Crediti
- Tit. orig.: The Magician’s Elephant
- Regia: Wendy Rogers
- Cast: Miranda Richardson, Brian Tyree Henry, Natasia Demetriou, Mandy Patinkin, Noah Jupe, Cree Summer, Benedict Wong, Lorraine Toussaint, Sian Clifford, Dawn French, Aasif Mandvi, Pixie Davies, Stephen Kearin
- Genere: animazione, avventura
- Durata: 100 minuti
- Produzione: Stati Uniti, 2023
- Casa di produzione: Animal Logic, Netflix Animation, Netflix Studios, Village Roadshow Pictures
- Distribuzione: Netflix
- Data di uscita: venerdi 17 marzo 2023
Recensione
Da un film che tratta di magia ci si attenderebbe che lo stesso fosse capace di generare un po’ di magia, appunto. E invece in “L’elefante del mago“, pellicola di animazione distribuita da Netflix, quello che manca in un modo preponderante è proprio la magia.
Il racconto di questo orfanello che va indomitamente alla ricerca della sorellina è sicuramente tenero e ben intenzionato, oltre che precisamente direzionato verso un tipico intrattenimento per famiglie. Tuttavia, l’incanto che ne deriva può valere semmai appena appena sul piano del formalismo più puro, in quanto dunque a una fascinazione visiva che agisca a prescindere da ciò che si racconta. Ma fallisce abbastanza platealmente nel momento in cui la regista Wendy Rogers (al suo esordio nella regia ma già supervisore agli effetti speciali per film come “Shrek” , “Il gatto con gli stivali” e “Le cronache di Narnia: Il principe Caspian“) non è in grado di fornire alla sua direzione sufficienti calore, entusiasmo e vitalità.
La storia che la pellicola contiene si vede che ha un’anima (così come del resto il romanzo omonimo per ragazzi dal quale la storia è tratta, quaranta milioni di libri stampati in tutto il mondo), si capisce che intenderebbe conquistare i sentimenti della gente. Purtroppo per lui, e malgrado l’apporto di uno sceneggiatore di vaglia come Martin Hynes (“Toy Story 4“), il film è pieno di una vacuità affettiva che non gli permette di raggiungere il suo scopo primario: quello di divertire e al contempo di emozionare. Sul piano squisitamente “tecnico”, si registra un’animazione smodatamente ordinaria ed essenzialmente priva d’ispirazione, caratterizzata da un design dei personaggi assolutamente generico che fatica dunque a condurre il pubblico a un attaccamento ad essi che sarebbe stato, diversamente, alquanto necessario.
“L’elefante del mago” potrà forse funzionare dal lato di un’evasione dal cinismo quotidiano, come invito ad abbandonarci a un romanticismo fantastico in qualche modo salvifico. E forse (anzi, di sicuro) potremmo anche averne bisogno di film così. Rimane in tutti i casi la frustrazione per un lavoro che avrebbe potuto ben emergere dal mare magnum della produzione cinematografica odierna. Avesse avuto un po’ di cuore in più!
Giudizio e conclusione
“L’elefante del mago” è un film con una bella storia da raccontare, ma esposta in un modo blando ed emozionalmente inappagante.
Note di regia
Avevamo un consulente per gli elefanti, il dottor Joshua Plotnick. È fantastico. Poiché inizialmente stavamo parlando del design, ha fatto una presentazione su molti comportamenti degli elefanti e ha offerto molti riferimenti. Volevo che l’elefante fosse più fisico degli altri personaggi del film perché viene da qualche altra parte. È stato trascinato in questa città, ma vive da un’altra parte. È un elefante, quindi si sente come una strana presenza e ha bisogno di sentirsi davvero fuori posto. Volevamo mantenerlo fisicamente più reale, riconoscibile come un elefante, anche se il design dei nostri personaggi è piuttosto stilizzato. Quindi il dottor Plotnick è stato fantastico nel darci indicazioni su quali siano i veri comportamenti degli elefanti. Allo stesso tempo, era molto consapevole che stavamo creando un personaggio che doveva funzionare nel nostro film, quindi abbiamo apportato alcune modifiche, come animarlo per darle più espressività nei suoi occhi. Lasciamo che sia visibile un po ‘più del bianco degli occhi. Siamo rimasti molto fedeli al tipo di muscolatura e peso che avrebbe un vero elefante. Il processo quindi è stato quello di costruirlo con Brittany e con il nostro team artistico e poi far costruire ad Animal Logic il modello e fare tutto il rigging. Penso che abbiano fatto un ottimo lavoro.