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Red Krokodil – Recensione

Domiziano Cristopharo, regista della scena ‘indie’ specializzato in horror, porta sugli schermi il dramma della solitudine di un uomo e della sua dipendenza

Regia: Domiziano Cristopharo – Cast: Valerio Cassa, Simone Destrero, Viktor Karam, Brock Madson – Genere: Drammatico, colore, 82 minuti – Produzione: Italia, USA, 2012 – Data di uscita: 23 gennaio 2014.

red-krokodilDal 2002 si è iniziato a parlare di una nuova e potente droga sintetica proveniente dalla Russia: la Krokodil. La Krokodil però non ha niente in comune con gli altri stupefacenti in circolazione, non provoca lo ‘sballo’, ma mangia letteralmente chi la consuma provocando una lenta lacerazione dei tessuti e la morte di chi la assume nel giro di due o tre anni. E’ proprio la Krokodil ad offrire a Domiziano Cristopharo lo spunto per il suo ultimo lavoro.

Con il suo primo film “House of the Flesh Mannequins”, Cristopharo aveva dimostrato di avere le qualità per poter affermarsi come regista di horror, ma giunto al suo quarto lungometraggio decide di stupire il suo pubblico con un prodotto molto diverso dai precedenti sia dal punto di vista stilistico sia delle tematiche. Per “Red Krokodil” sceglie infatti di sostituire lo stile barocco e ridondanti che avevano caratterizzato a livello sia registico che puramente scenografico “House of the Flesh Mannequins” che “House of Flesh Mannequins”, con una regia minimalista e geometrica ed una scenografia spoglia in modo da non distrarre l’occhio del pubblico dall’elemento centrale della pellicola: la lotta di un uomo contro la sua dipendenza.

Il tratto originale di Cristopharo nella regia viene poi rispecchiato anche dalla sua sceneggiatura, ispirata all’esperienza vissuta dal protagonista del film Brock Madson. Per la narrazione di questa storia il regista preferisce affidarsi alla voce fuori campo dello stesso Madson, simbolo del fluire dei suoi pensieri a volte deliranti e a volte estremamente lucidi che conducono lo spettatore ai ritroso nel tempo alla ricerca di sé stesso e di una ragione per vivere. L’elemento di novità nella scrittura di Cristopharo risiede nel fatto di essere riuscito a trasformare una storia di distruzione e di annientamento in un prodotto invece illuminato di speranza. Al centro dell’indagine portata avanti da Cristopharo non c’è in realtà solo la tossicodipendenza, qui vista come via più facile per annientare il profondo senso di solitudine che ammanta la vita di una persona, ma piuttosto la vita stessa. La vita di ognuno di noi non è infatti una sequenza di eventi determinati dalla casualità, ma ogni accadimento della nostra esistenza è determinato dalle nostre scelte. Portando come esempio il disfacimento fisico e psicologico di un uomo, Cristopharo vuole quindi ricordare al suo pubblico che il nostro destino può essere cambiato da noi stessi in ogni momento, basta solo volerlo.

Un valore aggiunto di questo film che al tempo stesso affascinerà e disturberà lo spettatore grazie ad immagini crude, unico richiamo della formazione horror del regista, è la performance di Madson che trasformandosi in una maschera dolente riesce a far trasparire tutto il dolore e il tormento che lacerano l’anima di quest’uomo pur senza proferire una parola.

“Red Krokodil” è un prodotto criptico e misterioso di certo non indicato per una tranquilla serata al cinema, che però dimostra come cinema possa essere sinonimo di conoscenza e non solo d’intrattenimento.

Mirta Barisi

Red Krokodil – Recensione

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