Il collettivo di registi di No Other Land, documentario vincitore del premio Oscar 2025, ha fatto un’apparizione memorabile al Dolby Theatre, lanciando un appello per una soluzione politica alla guerra in corso a Gaza. In una serata contraddistinta da intense tematiche di attualità, il loro discorso ha suscitato grande attenzione internazionale, mettendo in luce la necessità di interventi concreti per fermare le ingiustizie.
Appello dei registi agli Oscar
“Chiediamo al mondo di intraprendere azioni concrete per fermare l’ingiustizia e porre fine alla pulizia etnica del popolo palestinese”, ha dichiarato Basel Adra, giornalista e attivista palestinese.
“Circa due mesi fa sono diventato padre” ha raccontato un componente del collettivo aggiungendo: “e la mia speranza per mia figlia è che non debba vivere la stessa vita che sto vivendo io adesso. No Other Land riflette la dura realtà che sopportiamo da decenni e a cui continuiamo a resistere”.
A fargli eco, il collega israeliano Yuval Abraham ha commentato: “Viviamo in un regime in cui io sono libero per la legge civile, mentre Basel è soggetto a leggi militari che distruggono la sua vita e che lui non può controllare. Esiste un’altra strada, una soluzione politica senza supremazia etnica, con diritti nazionali per entrambi i nostri popoli”.
Percorso e impatto del documentario No Other Land
No Other Land ha debuttato lo scorso anno al Festival di Berlino, dove ha conquistato sia il premio della giuria che il riconoscimento come miglior documentario. Il film è stato proiettato anche a Toronto, Vancouver e New York, rafforzando la sua risonanza internazionale.
Il documentario segue la storia di una famiglia palestinese costretta a lasciare la propria casa in Cisgiordania a causa delle politiche governative. Di fronte alla distruzione e alle vite spezzate, nasce un’inaspettata amicizia tra Abraham e Adra, simbolo di resistenza e di speranza in tempi difficili.
Nonostante il successo agli Oscar, il film rimane ancora senza un distributore negli Stati Uniti, una situazione che evidenzia le criticità legate alla distribuzione di opere con tematiche forti e impegnative.
