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Renée Zellweger

Biografia

Nota per il ruolo di Bridget Jones nel film “Il diario di Bridget Jones” (e relativo sequel) e per il ruolo di Roxie Hart in Chicago, Renée Zellweger nel corso della sua carriera è stata candidata 3 volte ai Premi Oscar, a testimonianza di un talento innato dietro a una discreta ma raggiante bellezza.

Che pasticcio, Renée Zellweger!

(Katy, Houston, Texas, 25 aprile 1969)

Renée ZellwegerChi non ricorda la bionda giornalista, star della televisione britannica, dalle ‘ciccette ballonzolanti’ ne “Il diario di Bridget Jones”, o la conturbante ballerina e cantante Roxie Hart di “Chicago”? Nessuno, perché Renée ‘Zelly’ Zellweger con le sue poliedriche interpretazioni riesce sempre a lasciare il segno.

Nata in un quartiere periferico dell’affollata Houston, in Texas, da un’infermiera di origine lappone e un ingegnere meccanico proveniente dalla Svizzera, prima di intraprendere la carriera cinematografica, studia letteratura inglese presso la Austin University. Ed è proprio durante uno dei corsi integrativi al suo percorso di studi che entra in contatto con il mondo della recitazione di cui s’innamora follemente.

La scalata a Hollywood

Decisa a seguire questa passione si cimenta in vari provini e audizioni per piccoli spot commerciali fino a quando non viene scelta per interpretare una parte nel film tv “Il sapore dell’omicidio” (1992). Due anni dopo entra nel cast di “Giovani, carini e disoccupati” al fianco dell’attore comico Ben Stiller, partecipando anche ad altre produzioni e serie televisive come “Otto secondi di gloria”, “Rebel Highway”, “Shake, Rattle and Rock!” e “Love & una 45”.

Ma il successo comincia a bussare alla sua porta quando viene scritturata nel film “Jerry Maguire” (1996) di Cameron Crowe, nel ruolo di Dorothy Boyd al fianco di Tom Cruise. Seguono altri lavori come “Il gioco dei rubini” (1998) e “Lo scapolo d’oro” (1999).

Il successo dopo Bridget Jones

Renée ZellwegerMa è alle soglie del nuovo millennio che la carriera di Renée Zellweger subisce una svolta decisiva grazie al film “Io, me & Irene” (2000), spalla a spalla con Jim Carrey, ma soprattutto per il conseguimento del ruolo da protagonista in “Il diario di Bridget Jones” (2001). L’interpretazione di Bridget Jones, sfigata giornalista single sulla trentina dal fisico non esattamente asciutto, la fa diventare una delle attrici più amate dal pubblico.

Non è invece un gran successo “Betty Love” del 2000 con Morgan Freeman. Nel 2002 prende parte a due produzioni internazionali: “White Oleander” e a “Chicago”, in cui la sua silhouettes subisce un drastico cambiamento rispetto alle rotondità presentate in Bridget Jones. Nel 2003 è al fianco dello scozzese Ewan McGregor in “Down With Love – Abbasso L’amore”, un brioso e conclamato elogio-sfottò della società americana degli anni Cinquanta. Lo stesso anno vince l’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista per “Ritorno a Cold Mountain”. Presta la voce al film d’animazione “Shark Tale” (2004) e torna di nuovo nelle vesti di Bridget in “Che pasticcio, Bridget Jones!” nel 2005, recitando inoltre in “Cinderella Man – Una ragione per lottare” (2005).

Nel 2006 la troviamo in abiti ottocenteschi in “Miss Potter”, mentre ritorna al doppiaggio l’anno seguente in “Bee Movie”. Nel 2008 è accanto a George Clooney nella commedia sentimentale “In amore niente regole” e cerca di entrare nelle grazie di Ed Harris e Viggo Mortensen nel western “Appaloosa”. Nel 2009 partecipa a “New in Town”, “My One and Only” e “Case 39” e doppia Katie in “Mostri contro alieni”.

Nel 2010 veste, invece, i panni di Jane Wyatt in “My Own Love Song”. Dopo un lungo periodo di pausa Renée Zellweger torna al cinema nel 2016 con “Una doppia verità” di Courtney Hunt e riprende persino uno dei suoi ruoli più famosi in “Bridget Jones’s Baby” di Sharon Maguire.

Nel 2017 si dedica a “Same Kind of Different as Me”, nel 2018 a “Here and Now”, mentre nel 2019 al biopic su Judy Garland “Judy“, grazie al quale vince Miglior Attrice in un Film Drammatico ai Golden Globe 2020 e Miglior Attrice Protagonista agli Oscar 2020.

Eva Carducci

Filmografia

Renée Zellweger – Filmografia

Renée Zellweger

Renée Zellweger
  • Il sapore dell’omicidio (Film TV) (1992)
  • La vita è un sogno, regia di Richard Linklater (1993)
  • Murder in the Heartland ( Miniserie TV) (1993)
  • Giovani, carini e disoccupati, regia di Ben Stiller (1994)
  • Otto secondi di gloria, regia di John G. Avildsen (1994)
  • Shake, Rattle and Rock! (Film TV) (1994)
  • Love e una 45, regia di C. M. Talkington (1994),
  • Non aprite quella porta IV, regia di Kim Henkel (1994)
  • Empire Records, regia di Allan Moyle (1995)
  • The Low Life, regia di George Hickenlooper (1995)
  • Il mondo intero, regia di Dan Ireland (1996)
  • Jerry Maguire, regia di Cameron Crowe (1996)
  • L’impostore , regia di Jonas Pate (1997)
  • Il gioco dei rubini, regia di Boaz Yakin (1998)
  • La voce dell’amore, regia di Carl Franklin (1998)
  • Lo scapolo d’oro, regia di Gary Sinyor (1999)
  • Betty Love, regia di Neil LaBute (2000)
  • Io, me & Irene, regia dei fratelli Farrelly (2000)
  • Il diario di Bridget Jones , regia di Sharon Maguire (2001)
  • White Oleander, regia di Peter Kosminsky (2002)
  • Chicago, regia di Rob Marshall (2002)
  • Abbasso l’amore, regia di Peyton Reed (2003)
  • Ritorno a Cold Mountain, regia di Anthony Minghella (2003)
  • Che pasticcio, Bridget Jones!, regia di Beeban Kidron (2004)
  • Cinderella Man – Una ragione per lottare, regia di Ron Howard (2005)
  • Miss Potter, regia di Chris Noonan (2006)
  • In amore niente regole, regia di George Clooney (2008)
  • Appaloosa, regia di Ed Harris (2008)
  • New in Town – Una single in carriera, regia di Jonas Elmer (2009)
  • Case 39, regia di Christian Alvart (2009)
  • My One and Only, regia di Richard Loncraine (2009)
  • My Own Love Song, regia di Olivier Dahan (2010)
  • The Whole Truth, regia di Courtney Hunt (2015)
  • Bridget Jones’s Baby, regia di Sharon Maguire (2016)
  • Same Kind of Different as Me, regia di Michael Carney (2017)
  • Here and Now, regia di Fabien Constant (2018)
  • Judy, regia di Rupert Goold (2019)

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