Sul numero di marzo di GQ, in copertina appare l’attore inglese Robert Pattinson, intervistato dal corrispondente Daniel Reilly. Passeggiando per la città, Pattinson ha confessato quanto sia stato alto lo sforzo fisico e mentale per interpretare “Batman”, L’artista ha inoltre parlato delle considerazioni su cui riflette per le decisioni da prendere, cercando di prevedere ogni possibile risultato.
Robert Pattinson e gli Scatti di Jack Bridgland
Robert Pattinson ha collaborato con GQ, in edicola dal 1° marzo, e il fotografo britannico Jack Bridgland per restituire ai lettori concettualmente la metamorfosi che l’attore ha dovuto compiere per entrare in un personaggio unico ed estremo.
Robert Pattinson ha raggiunto la fama internazionale con la saga di vampiri “Twilight”. Successivamente l’attore ha puntato su film più piccoli con registi unici.
Queste le sue parole
“Faccio costantemente valutazioni del rischio, cosa che fa impazzire tutti, cercando di prevedere ogni singolo elemento che potrebbe accadere. E poi, alla fine, mi sento come: Ah, f*****! Interpreterò un guardiano del faro che si s**** una sirena! Penso che questa sia la mossa giusta!”.
L’attore è stato molto impegnato, in piena pandemia, nella realizzazione di “The Batman”, sentendosi un po’ grato e un po’ in colpa per avere la possibilità di concentrarsi totalmente sulla produzione.
“Stavo ancora giocando a Batman alla fine della giornata, anche se il mondo poteva finire”, queste le sue parole.
Il set, situato alla periferia di Londra, si manifestava come una “bolla nella bolla”. Robert Pattinson, ricordando quelle giornate, è stato colto da una sorta di riso maniacale:
“E la natura delle riprese era così insulare, si girava sempre di notte, sempre al buio, e mi sentivo molto solo stando tutto il tempo nella tuta. Non ti è permesso uscire dallo studio con la tuta addosso, quindi sapevo a malapena cosa succedeva fuori. […] Ero davvero, davvero, davvero morto dopo. Ho appena guardato una mia foto di aprile e sembravo verde”.
Guardando un rough cut del film Pattinson ha confessato:
“La prima inquadratura è così stridente rispetto a qualsiasi altro film di Batman che ha un ritmo totalmente diverso”, dice. “Era quello che Matt diceva dal primo incontro che ho avuto con lui: ‘Voglio fare un poliziesco noir degli anni ’70, come The Conversation’. E ho dato per scontato che questo significasse il mood board o qualcosa del genere, il suo aspetto. Ma dalla prima inquadratura, Oh, questa è davvero una storia poliziesca”.
Dopo aver concluso “The Batman”, l’attore ha fatto la sua prima mossa definitiva dietro la macchina da presa, avendo stabilito un accordo di produzione alla Warner Bros. Pattinson ha confessato di essere uno “scrittore terribile” ma di “plasmare roba che trovo davvero, davvero, davvero soddisfacente”.
Tra le altre dichiarazioni dell’interprete:
“Sembra che io sia in grado di avere idee solo quando c’è un’enorme quantità di adrenalina. È quasi come il mio processo di fare qualsiasi cosa ora. Devo sentire davvero, davvero come se avessi toccato il fondo. Dove fino al momento in cui devo esibirmi è: Wow, sono il più vuoto pezzo di merda”. Ride: “Devi sentire il dolore. E poi improvvisamente è come se Dio ti desse un piccolo regalo: Ecco un’idea a cui non hai mai pensato prima. Corri con questa”.
Roberta Rosella
08/02/2022