Biografia
Regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico polacco naturalizzato francese. Sinistro, tragico e funesto: il mondo di Roman Polański è stato spesso costellato da eventi sfortunati ma lui, tutt’oggi ritenuto uno tra i maggiori cineasti mai esistiti, è riuscito a mixare tutti questi elementi, dando vita a opere di inconfondibile ricerca espressiva. Pellicole divenute dei veri e propri pilastri della cinematografia mondiale.
Roman Polański: il regista “del terzo piano”
(Parigi, 18 agosto 1933)
La vita di colui che è ritenuto oggi uno dei più grandi registi mai esistiti ha avuto spesso eventi tragici che l’hanno contrassegnata in passato; ma lui, Roman Polański, anziché disperarsi e rinchiudersi in se stesso è riuscito a trarre ispirazione da tutti questi elementi, dando vita ad autentici capolavori cinematografici.
Nasce a Parigi da Ryszard Liebling, ebreo polacco, e Bula Katz, cattolica di origini russe, ma due anni prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce con la famiglia in Polonia, a causa dell’antisemitismo che dilaga in Francia. Va a vivere a Cracovia, ma anziché trovare la pace sperata viene rinchiuso con la famiglia nel ghetto di Varsavia; nel 1941 la madre viene deportata ad Auschwitz, dove muore poco dopo.
Roman invece, aiutato dal padre riesce a scappare dal ghetto, rifugiandosi presso alcune famiglie cattoliche. Finalmente inizia una nuova vita, aiutato dalla sua famiglia adottiva; inizierà anche a sviluppare i suoi interessi nel mondo del cinema.
Roman Polański: iniziano gli anni di ripresa, apprendistato e piccoli cortometraggi
È del 1953 il suo primo lavoro come attore nel film “Trzy opowiesci”. Tuttavia sono anni di apprendistato, mentre frequenta la Scuola d’Arte di Cracovia che conclude nel 1959. Subito dopo si iscrive alla Lodz Film School per la formazione teatrale che lo porta, a soli 22 anni, a debuttare nel suo primo cortometraggio come regista, in “Rower”.
Inizia a farsi un nome girando piccoli cortometraggi e vincendo vari riconoscimenti in patria. Nel settembre del 1959 Roman Polański sposa l’attrice polacca Barbara Lass, dalla quale divorzierà tre anni dopo. Di lì a poco con “Il coltello nell’acqua” (1962) si guadagna la nomination all’Oscar come Miglior Film Straniero.
Dopo l’Oscar del 1962, Roman Polański ci presenta la sua angoscia in “Repulsion”
Nel 1963 si trasferisce in Inghilterra e realizza una delle sue opere più originali: l’angosciante “Repulsion” (primo film della trilogia dell’appartamento); seguita subito dopo dalla surreale “Cul de sac” (1966). Siamo nel 1968 quando Polański, oramai famoso in tutto il mondo, sposa la modella texana Sharon Tate. Nonostante una burrascosa vita coniugale Roman la lancia nella commedia vampiresca “Per favore non mordermi sul collo” (1967).
“Rosemary’s Baby”: paura agghiacciante e successo stratosferico
In seguito si trasferisce negli Stati Uniti dove gira la pellicola ritenuta in assoluto il suo capolavoro: l’agghiacciante horror “Rosemary’s Baby” del 1968 (secondo film della trilogia dell’appartamento) che gli dona un successo stratosferico. Ma la felicità non sembra destinata a durare nella vita dello sfortunato regista: la sera del 9 agosto 1969, mentre Roman si trova in Inghilterra a girare il film “Macbeth”, a Beverly Hills la moglie Sharon che si trova con alcuni amici, viene brutalmente uccisa dalla banda di seguaci del folle assassino Charles Manson.
Roman Polański: la pausa dal set dopo la tragedia della perdita della moglie
La donna era all’ottavo mese di gravidanza. Polański rimane completamente sconvolto dalla notizia, e rallenta la sua carriera. Aspetta 5 anni prima di girare un nuovo film, che si rivela lo stesso un grande successo: “Chinatown” (1974) dove dirige magistralmente Jack Nicholson e Faye Dunaway nel noir che ottiene ben 11 candidature agli Accademy Awards.
In seguito gira l’ultimo film della trilogia dell’appartamento nel 1976 “L’inquilino del terzo piano”. Nel 1978 la sua drammatica vita lo porta a fuggire in Francia, dopo aver confessato di aver stuprato una modella tredicenne sotto l’effetto di droghe.
Un Adrien Brody voluto da Roman Polański per la struggente pellicola “Il Pianista”
Roman Polański non torna mai più negli Stati Uniti. Dirige un altro splendido film nel 1979 “Tess” con l’attrice Nastassja Kinski, con cui ha una breve relazione. Decide di girare questo film perché la moglie, poco prima di morire gli aveva dato il romanzo Tesse d’Uberville dicendo che sarebbe stato un buon lungometraggio.
Nel 2002 vince la Palma d’Oro a Cannes e il Premio Oscar per la Miglior Regia con il dramma sull’Olocausto “Il Pianista”. Protagonista un Adrien Brody nella struggente interpretazione del pianista ebreo Wladyslav Szpilman, scampato, anche grazie al suo talento musicale, ai campi di concentramento durante la follia tedesca in Polonia.
Roman Polański: i film dopo l’allontanamento dagli Stati Uniti
Nel 2004 Polański gira un trasposizione del romanzo di Charles Dickens “Oliver Twist”, mentre nel 2010 dirige Ewan McGregor e Pierce Brosnan nel thriller “L’uomo nell’ombra”.
Nel 2011 è la volta di “Carnage”, pellicola cinica e ironica apprezzata dai critici di tutto il mondo, interamente ambientata all’interno di un appartamento con quattro soli interpreti, nel ruolo di due coppie sposate (Jodie Foster e John C. Reilly da una parte e Kate Winslet e Christoph Waltz dall’altra).
Del 2013 è invece “Venere in pelliccia”, selezionato In Concorso al Festival di Cannes e tratto dall’omonima pièce teatrale scritta e diretta da David Ives, mentre del 2014 è la pellicola intitolata “D”.
Le accuse di violenza sessuale come macchia di una carriera segnata dall’estro artistico e genio creativo
Oggi Polański vive in Francia con la moglie Emmanuelle Seigner, sposata il 30 agosto del 1989 e dalla quale ha avuto due figli. Nel settembre 2009, mentre si trova in Svizzera allo Zurich Film Festival, il regista viene arrestato per il vecchio caso di violenza sessuale. Le autorità svizzere però a luglio 2010 fanno cadere tutte le accuse contro di lui, negando la richiesta di estradizione fatta dagli Stati Uniti. Nel 2011 Roman Polański assiste alla prima del film-documentario sulla sua vita “Roman Polański: A Film Memoir” e in quell’occasione chiede scusa pubblicamente alla ragazza.
Federica Palma
Filmografia
Roman Polański Filmografia – Regista
- Il coltello nell’acqua (1962)
- Repulsione (1965)
- Cul-de-sac (1966)
- Per favore, non mordermi sul collo! (1967)
- Rosemary’s Baby (1968)
- Macbeth (1971)
- Che? (1972)
- Chinatown (1974)
- L’inquilino del terzo piano (1976)
- Tess (1979)
- Pirati (1986)
- Frantic (1988)
- Luna di fiele (1992)
- La morte e la fanciulla (1994)
- La nona porta (1999)
- Il pianista (2002)
- Oliver Twist (2005)
- L’uomo nell’ombra (2010)
- Carnage (2011)
- Venere in pelliccia (2013)
Roman Polański Filmografia – Attore
- Jacek (Episodio di Trzy opowiesci) (1953)
- Zaczarowany rower (1955)
- Rower (Cortometraggio) (1955)
- Generazione (1955)
- Nikodem Dyzma (1956)
- Wraki (1957)
- Aspettando la notte (1957)
- Due uomini e un armadio (Cortometraggio) (1958)
- Co rekne zena? (1958)
- La caduta degli angeli (Cortometraggio) (1959)
- Lotna (1959)
- Zezowate szczescie (1960)
- Arrivederci domani (1960)
- Ingenui perversi (1960)
- Le gros et le maigre (Cortometraggio) (1961)
- Ostroznie, Yeti! (1961)
- Samson (1961)
- Repulsione (1965)
- Per favore non mordermi sul collo! (1967)
- The Magic Christian (1969)
- Che? (1972)
- Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! (1974)
- Chinatown (1974)
- L’inquilino del terzo piano (1976)
- Chassé-croisé (1982)
- En attendant Godot (Film TV) (1989)
- KGB ultimo atto (1992)
- Una pura formalità, regia di Giuseppe Tornatore (1994)
- Il sosia – Che fatica essere se stessi (1994)
- Hommage à Alfred Lepetit (2000)
- Zemsta (2002)
- Rush Hour 3 – Missione Parigi, regia di Brett Ratner (2007)
- Caos calmo, regia di Antonello Grimaldi (2008)
- Roman Polanski: A Film Memoir (2012)