Recensione
Rose: la musicista e regista Aurélie Saada dirige un film sulla forza delle donne
“Rose” è la storia di una donna della comunità ebraica tunisina parigina che, dopo aver perso il marito, si riprende la sua vita. L’Inizio della storia raccontata è spumeggiante, con la festa di compleanno di Philippe (Bernard Murat), marito di Rose (Françoise Fabian) e padre di Sarah (Aure Atika), Pierre (Grégory Monte) e Leon(Damien Chapelle).
Marito e moglie vanno via all’inglese, dopo l’ultima vodka con noccioline del festeggiato, che è destinato a morire a breve. Inizia così il cammino da eroina della protagonista, un tempo madre, moglie e nonna felice. Con premesse così ci si aspetta un dramma, ma, il lavoro della Saada è un well movie e i toni sono agrodolci.
Si entra nel pieno della narrazione con un pranzo da amici della figlia Sarah, dove incontra l’anziana femminista e scrittrice Marcelin (Michèle Moretti), una figura che lascerà il segno nella vita di Rose. Da un tiro di canna riparte tutto. Certo, non è una strada in discesa, ci sono mille difficoltà. Dalle piccole cose come un massaggio a un giro nella macchina di Philippe mai guidata da lei, la vedova ritrova una sua dimensione.
Rose: un film sulle nuove possibilità per la terza età al femminile
“Rose” entra in territori raramente esplorati e riesce a commuovere ma anche far pensare lo spettatore. Sono diversi i piani della narrazione, da quello più intimo della protagonista a quello dei suoi rapporti con i figli. Ed è proprio per loro che è difficile accettare che la madre, donna morigerata da sempre, beva e faccia sesso occasionale con il barista Laurent (Pascal Elbé), di tanto più giovane di lei.
Il loro incontro è all’insegna della vodka con noccioline che tanto ricorda a Rose l’ultima serata di festa con Philippe.
Ha un tocco leggero, la Saada nell’affrontare quello che è ancora un tabù come il corpo nudo di una persona matura alle prese con il sesso. Non fa vedere nulla ma gioca con l’atmosfera magica che si è creata tra due persone sole un lunedì sera parigino di pioggia.
“Rose” è tutto sulle spalle di Françoise Fabian, un’attrice di lungo corso che ha al suo attivo dal 1955 un numero importante di film, tra cui “Bella di giorno” di Buñuel. La sua vitalità è contagiosa ed è struggente il suo discorso finale ai figli, che vale da solo tutto il film. Ottimo il cast tutto, compresa la piccolissima parte di Michèle Moretti, che riesce a lasciare il segno anche in ruoli apparentemente marginali grazie alla sua presenza scenica.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Aurélie Saada
- Cast: Françoise Fabian, Aure Atika, Grégory Montel, Damien Chapelle, Pascal Elbé, Mehdi Nebbou, Anne Suarez, Bernard Murat, Delphine Horvilleur, Michael Abiteboul
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 102 minuti
- Genere: Francia 2021.
“Rose” è un film presentato in programma alla XII edizione del Rendez-Vous – Festival del Nuovo Cinema Francese.
Rose: la trama
Rose a 78 anni resta vedova e cerca, dopo un primo momento di difficoltà, di ritrovare la sua femminilità e una nuova dimensione di donna, oltre che madre e nonna.
Note dell’autrice
Come detto dalla regista in una intervista: “ Il film ha avuto una lunga gestazione. Era una storia che volevo raccontare da tempo, quella sulla pluralità del femminile e sui limiti che le donne si pongono e infine sulla libertà di arrivare a un rivoluzione intima. Quando ho scritto il personaggio di Rose ho pensato a mia madre, a mia zia e a tutte le donne che hanno contato nella mia vita. É un film sulla “gourmandise” e sulla libertà e la generosità e l’Oriente. “