Nella chiacchierata fatta da Samuel L Jackson con il Los Angeles Times non si è parlato solo di come oggi la star preferisca partecipare ai blockbuster dei Marvel Studios all’inseguire dei ruoli che possano regalargli quell’Oscar che l’Academy non gli ha mai riconosciuto. Fonte: LA Times
Samuel L Jackson: “non sono altro che una gara di popolarità”
Al giornale, Samuel L Jackson ha spiegato che, a suo modo di vedere, gli Oscar non sono altro che “una gara di popolarità” che non si basa davvero su quello che dovrebbe prendere in esame, ovvero la capacità di un film o di una performance attoriale d’intrattenere il pubblico.
Commentando la sconfitta agli Oscar del 1995, quando la statuetta per il Miglior attore non protagonista venne data a Martin Landau per il suo Bela Lugosi in “Ed Wood” di Tim Burton e non a lui per la sua interpretazione di Jules Winnfield in “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, spiega:
All’epoca, quando Martin Landau vinse il premio e io no, mi dissero “Andiamo, Sam. Martin è stato nominato così tante volte. Non preoccuparti, arriverà il tuo momento!”. Come, prego? Non pensavo funzionasse così. Pensavo che bisognasse premiare la recitazione di maggior impatto. Ma è questo che celebriamo, la grande fesseria che accade a Hollywood! Miglior attore, miglior attrice… str*nzate. È una gara di popolarità.
Poi, commentando proprio come l’unica nomination agli Oscar ottenuta nel corso della sua carriera sia stata solo quella per “Pulp Fiction”, Samuel L Jackson aggiunge anche una critica a come l’Academy tenda a trattare gli attori neri:
Ogni cosa che ho fatto per Quentin ha qualcosa che poteva darmi un’opportunità, da Jackie Brown a The Hateful Eight e Django Unchained. Anzi, Django poteva essere la mia migliore possibilità visto che è il personaggio più diabolico che abbia mai interpretato e, di solito, premiano i neri quando interpretano i ruoli di personaggi orribili!
Per quanto strano possa sembrare, considerati i tanti ruoli che ha interpretato, Samuel L Jackson nel corso della sua lunga e onorata carriera ha solo vinto un Oscar alla carriera.
- Poi aggiunge:
Non ho mai lasciato che gli Oscar fossero il metro di misura del mio successo o del mio fallimento di attore. Il metro del mio successo è la mia felicità: sono soddisfatto con quello che sto facendo? Non faccio film dove ci sono dei ruoli fatti appositamente per inseguire un Oscar. Sai, quelle cose per cui qualcuno ti sussurra all’orecchio “Se fai questo film vincerai un Oscar!”. No grazie. Preferisco essere Nick Fury o divertirmi con Mace Windu con una spada laser fra le mani.
Mesi fa, commentando il fatto di essere stato ignorato anche per la sua prova in “Jungle fever” di Spike Lee, che invece nel 1991 venne premiata a Cannes, Samuel L Jackson spiegava che gli Oscar non servono a nulla quando si tratta di negoziare le parcelle degli attori o di portare le persone al cinema.
Questa la sua dichiarazione:
Io e mia moglie andammo a vedere Bugsy al tempo. Dannazione, quelli si beccarono una nomination e io no? Suppongo che in genere la gente nera vinca i premi se fa robe orribili sul grande schermo. Come Denzel Washington per aver interpretato un poliziotto orribile in Training Day. E tutto quello che di sontuoso ha fatto in ruoli come Malcom X? No. Lo daremo a quest’altro “motherf***er”. Per questo avrei dovuto vincerne uno. Anche se gli Oscar non servono a spostare le virgole degli assegni. Ha tutto a che fare con il portare i culi della gente sulle poltroncine dei cinema e ho fatto un buon lavoro da quel punto di vista.
Mina Franza
17/0672022