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Sebastian Stan e le sue superstizioni: il rituale dello spray prima di ogni ciak

Il mondo del cinema, oltre a brillare per storie straordinarie e performance da Oscar, nasconde anche una faccia più intima e personale degli attori. Le superstizioni e i rituali sono una parte intrinsecamente umana, presente anche nei professionisti del grande schermo. Un esempio è fornito da Sebastian Stan, noto per i suoi ruoli nel Marvel Cinematic Universe, che ha recentemente rivelato al magazine British GQ quale sia il suo particolare rituale propiziatorio prima di ogni ciak.

Il rituale di Sebastian Stan: lo spray Listerine prima delle riprese

Durante l’intervista con British GQ, Sebastian Stan ha condiviso un aneddoto che ha catturato l’attenzione dei fan: la sua estrema dipendenza da uno spray orale, il Pocketmist di Listerine. Questo semplice, ma essenziale, accessorio non è solo un prodotto per l’alito fresco, ma è diventato un elemento centrale del suo processo pre-ripresa. Stan ha spiegato che utilizza questo spray in modo quasi compulsivo: “Devo fare tre spruzzi prima che il regista dica azione”. Questa routine non è solo una questione di freschezza orale, ma un vero e proprio rituale che gli consente di concentrarsi meglio sulla scena che sta per girare.

Sebastian Stan e le sue superstizioni: il rituale dello spray prima di ogni ciak

L’ossessione di Stan per il ritocco dell’alito è emersa due anni fa, quando ha deciso di smettere di fumare. In quel periodo, il Pocketmist è diventato il suo sostitutivo ideale per gestire l’ansia e il nervosismo che può accompagnare le riprese. “Lo uso tantissimo sul set”, ha aggiunto, indicando che non è solo un gesto meccanico, ma un modo per mantenere la calma e la lucidità immediatamente prima di entrare in scena. Il suo legame con questo spray è quindi un ottimo esempio di come gli attori possano sviluppare riti e oggetti che fungano da ancore di stabilità in un mondo di pressioni e aspettative.

La fine dell’MCU e i pensieri di Stan sul suo futuro

Sebastian Stan ha toccato anche un altro argomento di grande rilevanza: la conclusione del Marvel Cinematic Universe . Con la recente evoluzione dell’universo cinematografico, l’attore sta affrontando un cambiamento significativo nella sua carriera, una realtà che tutti gli attori del MCU devono affrontare. Stan ha condiviso le sue riflessioni sull’eredità lasciata da questi ruoli iconici e su ciò che questo potrebbe significare per i suoi progetti futuri. I fan si chiedono come il suo personaggio, Bucky Barnes, possa evolversi o meno in progetti successivi, ora che la saga si sta espandendo in nuove direzioni.

Le sue parole riflettono una profonda comprensione dell’industria cinematografica e delle sue dinamiche: gli attori non solo interpretano un ruolo, ma si legano emotivamente ai personaggi e alle storie che raccontano. Questa transizione per Stan rappresenta non solo un cambiamento professionale ma anche una sfida personale, un’opportunità per esplorare ruoli diversi e per allargare i propri orizzonti artistici.

La cultura delle superstizioni nel mondo del cinema

Il caso di Sebastian Stan non è un’istantanea isolata, bensì parte di un fenomeno più ampio che attraversa l’industria del cinema. Molti attori e registi sono noti per le loro superstizioni e rituali personali prima di entrare sul set. È un modo per affrontare le pressioni del lavoro, ma anche un modo per stabilire una connessione più profonda con il materiale che si sta per interpretare. Che si tratti di indossare un abito particolare, di battere tre volte le mani o di seguire un’altra strana abitudine, i rituali spesso funzionano come una sorta di talismano contro l’ansia e le incertezze professionali.

Questi comportamenti non sono riservati solo agli attori. Anche i registi, le truccatrici e gli altri membri del cast e della crew sviluppano le proprie manie nel tentativo di portare a termine al meglio un progetto. In un ambiente dove la creatività e la performance sono sotto l’occhio di tutti, il bisogno di routine e stabilità diventa più comprensibile.

In questo contesto, la storia di Sebastian Stan non è solo una curiosità, ma un richiamo a esplorare il lato umano di chi vive e lavora nel mondo del cinema, un aspetto che spesso rimane nell’ombra ma che contribuisce alla magia che ogni film porta con sé.

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