Biografia
Sergio Leone è sicuramente una delle figure più leggendarie nel campo della regia, non solo per quel che riguarda il cinema italiano, ma anche quello internazionale. Con soli otto film ufficialmente accreditati è riuscito infatti a influenzare il modo di fare film in tutto il mondo, fino ai giorni nostri.
Sergio Leone, ‘c’era una volta’ l’inventore dello Spaghetti Western
(Roma, 3 gennaio 1929 – Roma, 30 aprile 1989)
Leone nasce a Roma il 3 gennaio 1929, e si può ben definire un figlio d’arte, visto che suo padre è l’attore e regista Vincenzo Leone e la madre l’attrice Edvige Valcarenghi, entrambi pionieri del cinema muto italiano.
In particolare il padre, sotto lo pseudonimo di Roberto Roberti, dirige numerosi importanti successi nel periodo prima della Grande Guerra, come lo scandaloso “La donna nuda” (1918), interpretato da una famosa diva del tempo, Francesca Bertini.
Non stupisce che il giovane Sergio, cresciuto a stretto contatto con l’ambiente entusiasmante del grande muto italiano, scelga ben presto di dedicarsi anche lui al cinema, lasciando gli studi di giurisprudenza ai quali il padre l’aveva destinato.
I primi giorni di Sergio Leone
L’Italia è appena uscita dal disastro della Seconda Guerra Mondiale e l’industria cinematografica è tutta da ricostruire. In questa situazione Leone non fatica ad affermarsi come sceneggiatore. Le grandi produzioni americane, attratte dai bassi prezzi e dalla disponibilità di manodopera accorrono a Roma a girare kolossal come “Quo Vadis” (1951) o “Ben Hur” (1959).
Grazie alle enormi scenografie allestite dagli americani, gli italiani possono realizzare parassitariamente decine di altri film di argomento pseudo-storico o mitologico, in seguito definiti “peplum” o ancor più gergalmente “sandaloni”. Le sceneggiature in serie dei “sandaloni” sono i primi esercizi con i quali il giovane Sergio si misura nel genere cinematografico.
Nel 1959, mentre si gira “Gli ultimi giorni di Pompei”, il regista Mario Bonnard si ammala, e al giovane sceneggiatore viene chiesto di completare la regia.
Visti i buoni risultati ottenuti, la produzione decide di affidargli quello che sarà il suo primo film da regista: “Il Colosso di Rodi” (1961).
Già in questo primo e poco conosciuto esperimento si rivela la sua abilità nel cogliere gli elementi essenziali di un genere per volgerli verso conseguenze estreme e paradossali, senza raggiungere tuttavia risultati parodistici o ridicoli, ma piuttosto una specie di distacco ironico, ottenuto sia tramite le scenografie elaborate, sia tramite movimenti di macchina molto complessi.
“Per un pugno di dollari” e la consacrazione con Morricone
Nonostante il buon successo de “Il Colosso di Rodi” niente lascia presagire il trionfo che Leone avrà di lì a poco con il suo “Per un pugno di dollari” (1964). Mentre il cinema mondiale è scosso dalla rivoluzione della Nouvelle Vague francese e dalle novità apportate da Fellini e Antonioni, Leone sente il bisogno di un rinnovamento profondo anche per il cinema di genere e primo fra tutti il più hollywoodiano, il Western. Influenzato dall’epica dei samurai, importata in Europa da Kurosawa, con il successo del suo “Yojimbo” (1961), Leone predispone così un western atipico, più sporco e violento di qualunque esempio americano, gira gli esterni in Spagna, impone come protagonista un semisconosciuto attore televisivo, Clint Eastwood, e chiede a un suo ex compagno di scuola, Ennio Morricone, di curare una colonna sonora martellante.
Il tratto distintivo della sua regia emerge pienamente in questo secondo film, tramite un montaggio curatissimo e rapido che unisce in maniera spesso spiazzante campi lunghi con primi piani e dettagli di mani e occhi. Il successo è mondiale e a dir poco eclatante, soprattutto negli USA.
I montaggi di Leone sono ancora studiati nelle scuole di cinema di mezzo mondo e il suo nome è legato alla fondazione di un genere completamente nuovo, il cosiddetto Spaghetti Western.
A “Per un pugno di dollari”, Leone fa seguire in rapida successione “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966), completando la cosiddetta “Trilogia del dollaro”. Gli incassi dei suoi film si fanno sempre più alti e la carriera di Clint Eastwood viene definitivamente lanciata nell’empireo di Hollywood.
‘C’era una volta’ Sergio Leone
Gli attori fanno la fila pur di partecipare ai suoi lavori. Alla fine degli anni Sessanta la reputazione di Leone è leggendaria. La Paramount lo consacra chiamandolo in America per dirigere, come è ovvio, un western. Questa volta il cast è di altissimo livello con attori come Claudia Cardinale, Henry Fonda, Charles Bronson e Jason Robards e le location quelle originali della Monument Valley.
Il risultato è lo straordinario “C’era una volta il West” (1968), ancora molto amato da pubblico e critica, oltre che grandissimo successo al botteghino internazionale.
Tornato in Europa, il regista romano è di nuovo dietro la macchina da presa per un piccolo gioiello, che è una specie di somma di tutte le sue tematiche: l’ironico “Giù la testa!” (1971). Con questa storia di rapinatori e rivoluzionari bombaroli, il regista sembra voler regolare i conti con lo spaghetti western, genere che ormai comincia a stargli stretto, e con le istanze rivoluzionarie degli ambienti intellettuali italiani, dai quali spesso provengono rimproveri verso i suoi film apparentemente “disimpegnati”.
Segue una sosta lunghissima, più che decennale, durante la quale Leone elabora diversi progetti. Nel 1984 ritorna sul grande schermo con “C’era una volta in America”, un’epica gangster che rielabora in maniera geniale il grande cinema di genere hollywoodiano, senza trascurare i successi della New Hollywood come “Il Padrino” (1972) di Coppola. La regia sembra diventare più fluida e meno ritmica.
I tempi si allungano a dismisura, diventando quasi ipnotici. L’interpretazione di Robert De Niro è magistrale. Ancora una volta Leone dimostra di saper rinnovare il genere dall’interno e trova il consenso unanime della critica e del pubblico, ma non negli USA, dove la Warner lo presenta in versione tagliata, provocandone indirettamente il flop commerciale.
Leone vorrebbe ora toccare un nuovo genere, il film di guerra, e progetta un mastodontico film sull’assedio di Leningrado, un’opera quasi visionaria che però non vedrà mai la luce.
I tempi di realizzazione si allungano a dismisura, quando, nel cordoglio generale degli ambienti del cinema, il regista viene colpito da un improvviso attacco cardiaco il 30 aprile del 1989, morendo a soli 60 anni di età.
Fabio Benincasa
Filmografia
Sergio Leone Filmografia – Regista
- Gli ultimi giorni di Pompei, con Mario Bonnard (1959)
- Il colosso di Rodi (1961)
- Per un pugno di dollari (1964)
- Per qualche dollaro in più (1965)
- Il buono, il brutto, il cattivo (1966)
- C’era una volta il West (1968)
- Giù la testa (1971)
- Il mio nome è Nessuno, con Tonino Valerii (1973)
- C’era una volta in America (1984)
Sergio Leone Filmografia – Attore
- La bocca sulla strada, regia di Roberto Roberti (1941)
- Ladri di biciclette, regia di Vittorio De Sica (1948)
- Milano miliardaria, regia di Marcello Marchesi con Vittorio Metz (1951)
- Il folle di Marechiaro, regia di Roberto Roberti (1952)
- Per qualche dollaro in più, regia di Sergio Leone (voce) (1965)