Recensione
Si muore tutti democristiani : il primo film de Il terzo segreto di satira
“Si muore tutti democristiani” è l’esordio cinematografico del collettivo Il terzo segreto di satira, divertente ma effimero. Il film segue la storia di tre amici che vengono spinti dalle pressioni esterne ad accettare compromessi per realizzare i loro sogni. Il primo è Enrico, il ricercatore universitario dalla morale intoccabile, poi c’è Fabrizio, il ‘piacione’, ed infine troviamo Stefano, che non prende mai posizione ed è il più scanzonato dei tre.
Dopo anni passati a realizzare piccoli video promozionali, finalmente vengono ingaggiati per realizzare un documentario in Africa, ma tutto va a rotoli quando scoprono che l’onlus che li ha ingaggiati è sotto processo per truffa a danno degli immigrati.
Il film restituisce una visione contemporanea della società, per esempio la scena del meeting per decidere il video del 25 aprile, che deve essere un video audace, ma che alla fine diventa più convenzionale della norma, a tratti ridicolo. Una scena particolarmente divertente è quella in cui Enrico deve scegliere cosa fare e sovrappensiero guarda “Otto e mezzo” su la7 e il direttore del “Fatto Quotidiano”, Marco Travaglio, conversa con Lilli Gruber sulla sorte del protagonista. Un’altra simpatica gag, vede Fabrizio tornare nel suo paese natale e andare a trovare un suo amico interpretato da Bruno Galasso, già noto per essere il “Pasqui” di casa Surace.
Interessante anche la contrapposizione tra gli interni borghesi (come la casa del suocero di Fabrizio), o quelli hipster (come l’ufficio dell’agente interpretato da Francesco Mandelli), con le case e gli ambienti di lavoro dei tre ragazzi.
Si muore tutti democristiani: ridere della politica e della morale
Il film è politico già dal titolo e gioca sulla contrapposizione di due personaggi moralmente diversi. Proprio la morale e la retorica, sembrano essere i protagonisti veri del film.
“Si muore tutti democristiani” parla della società odierna, della corruzione morale e della difficoltà che hanno i giovani d’oggi nell’andare avanti, trovare un lavoro dignitoso e riuscire a pagarsi le bollette. Il messaggio è che tocca scendere a compromessi con il sistema, mettere da parte un po’ se stessi ed i propri ideali per potersi realizzare sia personalmente che professionalmente. Nel ritratto che la storia dipinge, nessun personaggio si salva.
Ad ogni ragazzo corrisponde una linea narrativa. Le linee narrative di Enrico e Fabrizio si intrecciano e procedono di pari passo, mentre la terza, quella che rappresenta Stefano arriva dopo, proprio a rappresentare la personalità un po’ più dimessa e lenta di quest’ultimo, e proprio come il suo carattere, la conclusione della sua narrazione finirà per farsi influenzare dalla narrazione degli altri due. Il finale, seppur positivo, lascia un po’ di amaro in bocca.
Martina Panniello
Trama
- Regia: Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi
- Cast: Walter Leonardi, Massimiliano Loizzi, Marco Ripoldi, Paolo Rossi, Valentina Lodovini
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 89 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuzione: 01Distribution
- Data di uscita: 10 maggio 2018
“Si muore tutti democristiani” è la prima prova cinematografica degli youtuber “il terzo segreto di satira” che mostra uno spaccato italiano tra giovani e politica.
Si muore tutti democristiani: un sogno compromesso?
“Si muore tutti democristiani” è la storia di tre ragazzi: Enrico, Fabrizio e Stefano amici da una vita, accomunati dalla fede politica e la passione per il videomaking. I tre hanno militato per anni nei partiti di sinistra, partecipando attivamente agli eventi e ad i meeting del partito, ma anche lavorando a video promozionali di sindacati e per il sociale, con la speranza di realizzare il loro più grande sogno: poter diventare dei famosi documentaristi e viaggiare in giro per il mondo girando documentari.
Un giorno, increduli, il loro progetto diventa realtà: i tre ragazzi vengono ingaggiati per realizzare un documentario sugli immigrati per conto di una Onlus. A pochi giorni dall’inizio delle riprese però scoppia uno scandalo in cui è coinvolto il capo della Onlus, accusato di riciclaggio e truffa a danno degli immigrati. I tre si trovano nella scomoda situazione di dover decidere cosa fare: Enrico è il più legato alla fede politica e non vuole continuare il progetto, Fabrizio non vuole fermare le riprese, ma anzi vede nello scandalo un’opportunità, mentre Stefano si trova in mezzo agli amici e non sa quali parti prendere. Tutta la commedia ruota attorno alla voglia di realizzare il documentario da parte dei ragazzi, cercando di non compromettere i valori in cui hanno sempre creduto.