L’attrice statunitense Siguorney Weaver è arrivata a Roma per uno degli Incontri Ravvicinati in programma nel corso della kermesse cinematografica capitolina.
Festa del cinema di Roma 2018: Siguorney Weaver la sua passione per la recitazione e gli scandali di Hollywood
Prima donna ad essere nominata al premio Oscar per una pellicola di fantascienza, l’attrice si è mostrata disponibile a parlare di se stessa e del suo lavoro. Impossibile non citare “Alien“, film che l’ha proiettata ai vertici del mondo patinato di Hollywwod.
La Weaver ha ricordato come quello della fantascienza è in America un genere prolifico sia in campo letterario che cinematografico, e di come adesso sia “un prodotto molto sofisticato, che permette di porsi tante domande su chi siamo e dove andiamo”.
L’attrice ha raccontato che fin da ragazza il suo unico interesse era quello di diventare un’attrice di teatro e poter recitare ogni ruolo, per poi parlare con tenerezza -stupendosi che qualcuno sapesse chi fossero – dei genitori (il padre era un dirigente della NBC e la madre era un’attrice): “mio padre mi ha fatto innamorare di questo mondo; quando rientrava la sera si capiva che si era divertito, mentre mia madre, che non parlava mai della carriera che ha dovuto abbandonare quando ha sposato mio padre, mi diceva che questo è solo un ambiente dove tutti ti vogliono portare a letto, ‘fuggi finché puoi’ era quello che mi ripeteva”.
Interpellata riguardo agli scandali sessuali che hanno travolto il patinato mondo cinematografico Siguorney Weaver ha dichiarato che “Era tempo che le cose cambiassero, è un passo vitale per la lotta per il raggiungimento della qualità nel mondo del lavoro” aggiungendo che buona parte di chi lavora nel settore, “voleva che le cose cambiassero da tempo ed è giusto che tutti possano giocare su una base di uguaglianza” – concludendo – “che rimane ancora tanta strada da fare per una vera dignità nel lavoro per uomini e donne”.
Festa del cinema di Roma 2018: Siguorney Weaver e i registi che l’hanno diretta
“Ho lavorato con registi meravigliosi e diversi tra loro, forse Cameron ha intuito in modo sottile come potessi lavorare per lui, e con Ang Lee in “Tempesta di ghiaccio” bastava che ci guardassimo, ho anche incontrato registi italiani, con Guadagnino avevamo due possibili progetti non andati in porto per imprevisti di entrambi”.
L’attrice ha sottolineato l’importanza del cinema italiano per chiunque faccia il suo lavoro: Tra i registi che l’hanno diretta vivida è l’esperienza con Ridley Scott:” Per lui “Alien” era il secondo film, non gli piaceva fare molta improvvisazione, e io venendo dal teatro ero spaventata, è stata una grossa sfida; ricordo le scene di Rambaldi, non si era mai visto niente si simile prima, era un film innovatore”.
L’interprete ha speso parole anche per “Gorilla nella nebbia”, ricordando l’incredibile esperienza che è stata per lei lavorare in Africa: “Mi sono sentita felice di stare con i gorilla, ci somigliano così tanto, la maggior parte vogliono stare con noi, vi incoraggio ad andare in quei luoghi” per fare la mia stessa esperienza.
Ritornando poi a Cameron, che l’ha riportata nel mondo della fantascienza, si è rivolta ai critici per dire loro che questo genere non è fatto solo di effetti speciali, ma indaga davvero nel profondo.
La Weaver ha concluso sorridendo e spiegando che lei è sempre stata scelta dai registi e non dai produttori e che non ha mai avuto parti da fidanzata perché è troppo alta: “I produttori non penserebbero a me per un ruolo del genere neppure nella fantasia più sfrenata, se facciamo un’eccezione per “Un anno vissuto pericolosamente”. Mi piacciono le storie d’amore, ma se non eri biondina e con gli occhi chiari…”
Maria Grazia Bosu
25/10/2018