Tra tradizione e innovazione, con “Skyfall” torna uno James Bond al massimo dello splendore, che festeggia nel migliore dei modi 50 anni di carriera
Regia: Sam Mendes – Cast: Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes, Javier Bardem, Naomie Harris – Genere: Azione, colore, 143 minuti – Produzione: USA, Gran Bretagna, 2012 – Distribuzione: Sony Pictures – Data di uscita: 31 ottobre 2012.
“Skyfall”: un film d’impatto come il nome che porta, con un James Bond al suo massimo splendore.
È con una resurrezione che parte quest’ultimo episodio della saga dell’agente 007: durante una missione, James Bond (Daniel Craig) viene colpito da un proiettile della collega Eve (Naomi Harris), sotto ordine di M (Judi Dench), e creduto morto. Bond approfitta della situazione per sparire dalla circolazione per un po’ e vivere solo di piaceri, ma quando l’Inghilterra e la stessa agenzia degli agenti segreti sono in pericolo, torna ad essere 007 per scovare un nemico dei più pericolosi, perché decisamente vicino al cuore dello spionaggio britannico.
Ci si attendeva molto da questo ventitreesimo film di James Bond, che, nell’anno del suo cinquantesimo anniversario, consacra la saga dell’agente britannico più famoso al mondo come la più longeva della storia del cinema. Ma “Skyfall” non delude, anzi supera di gran lungo qualsiasi aspettativa.
È una pellicola perfetta sotto qualsiasi aspetto. Sam Mendes ha curato la regia al dettaglio portando in scena un film che sa alternare a frenetiche scene d’azione la desolazione di un immenso luogo abbandonato, la paura su un volto, il dolore in un gesto. Ma d’altronde quello che “Skyfall” insegue per tutta la sua durata è un’antitesi di opposti: come la suspense più tagliente sa straordinariamente essere interrotta da una battuta di spirito, così per tutta la pellicola si alternano nel più naturale dei modi passato e presente, tradizione ed innovazione. È così che la saga si autocita. Tra una scena e l’altra lo spettatore viene invitato a ripensare a questi cinquant’anni trascorsi con James Bond per mezzo degli omaggi più vari: dalla penna esplosiva di “Goldfinger” alla Aston Martin degli albori, sinonimo di Sean Connery. Anche la presenza di Londra, che da tempo non era tanto protagonista in un film della saga, suona come un grido d’appartenenza, uno sguardo alle origini.
Chiaro, però, è il volere di non lasciare che si rimpianga il passato, le citazioni restano tali, e “Skyfall” corre su una pista tutta personale. Nonostante le scene d’azioni mozzafiato e la suspence da thriller che pervadono la pellicola, Mendes riesce a dare la precedenza ai personaggi. Se Daniel Craig non vi aveva convinto in “Casino Royale” e “Quantum of Solace”, qui vi stregherà. Quello che porta in scena è un agente 007 coraggioso, impavido, controllato davanti al pericolo, eppure è anche uno dei James Bond più fragili, incerti, umani che si siano mai visti sullo schermo.
Il secondo personaggio per importanza è inaspettatamente M, di cui scopriamo pensieri, paure, segreti per merito di una regale e carismatica Judi Dench. Fanno il loro debutto nella saga uno spaventoso e sopra le righe Javier Bardem, nel ruolo del villan principale; Ralph Fiennes come composto funzionario governativo, che sprizza aplomb inglese da tutti i pori; il divertentissimo Ben Whishaw e l’affascinante Naomi Harris, nel ruolo di una Bond girl che farebbe piacere rivedere.
Impossibile, poi, non citare il magnifico lavoro fatto dal team dei credits nella creazione di un onirico viaggio nella morte, nella resurrezione e nella vita mentre si susseguono i titoli di testa, dopo la prima scena, sotto le note di “Skyfall” di Adele: quasi un piccolo film nel film che racchiude un po’ l’essenza stessa delle 2 ore e 20 minuti della pellicola di Sam Mendes.
“Skyfall” è un successo totale che non deluderà gli appassionati e saprà sicuramente creare nuovi fan. Dopo 50 anni, un degno nuovo inizio.
Corinna Spirito