A due anni da “Che bella giornata” Checco Zalone torna al cinema con “Sole a catinelle”, senza dubbio la commedia più divertente tra quelle nate dal sodalizio artistico con il regista Gennaro Nunziante
Regia: Gennaro Nunziante – Cast: Checco Zalone, Aurore Erguy, Miriam Dalmazio, Robert Dancs, Ruben Aprea – Genere: Commedia, colore – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 31 ottobre 2013.
La crisi flagella ormai da anni ogni settore della produzione del nostro Bel Paese, compreso quello dell’industria cinematografica. Di film in Italia se ne producono sempre di meno e nell’ultimo anno solamente tre film, per la precisione “Benvenuto Presidente” , “Il principe abusivo” e “La grande bellezza” sono stati in grado di ottenere ottimi incassi al boxoffice.
Visti i risultati degli ultimi anni viene spontaneo chiedersi cosa manchi al cinema ‘made in Italy’ e soprattutto quale sia la ricetta segreta che i registi nostrani debbano adottare per riconquistare il cuore del loro pubblico. A quanto pare questa ricetta, che da generazioni e generazioni fa in realtà parte del nostro patrimonio culturale, l’hanno riscoperta Checco Zalone e Gennaro Nunziante, di nuovo al cinema con “Sole a catinelle”.
Come era avvenuto per “Cado dalle nubi” e “Che bella giornata”, la struttura narrativa della pellicola è assai semplice. Gennaro Nunziante e Luca Medici, vero nome di Checco Zalone, decidono di far ruotare questa nuova storia intorno alla figura un padre separato che, nonostante le sue scarse risorse finanziarie, decide di portare in vacanza il figlio di dieci anni, disposto a fare di tutto purché questo viaggio si riveli un’esperienza da favola.
Come sempre a rivestire il ruolo di assoluto protagonista è Checco Zalone, qui nei panni di un uomo un po’ trash, materialista e machista totalmente refrattario alla crisi che nonostante tutto sogna l’affermazione sociale per sé e la sua famiglia. Quest’uomo così ‘politically uncorrect’ diventa nelle mani di Nunziante il mezzo per sbeffeggiare alcuni aspetti della nostra società contemporanea e alcune categorie di persone.
Senza mai scadere nella farsa o peggio ancora nel grottesco il regista da un lato, attraverso la famiglia di Checco, dà voce a quegli operai che hanno perso il lavoro, ai nuovi poveri che a fine mese si ritrovano a mangiare alla mensa della Caritas. In uno stile che ricorda le commedie di Camerini degli anni ’30 che vedevano protagonista un giovanissimo Vittorio De Sica, Nunziante decide di contrapporre a quest’ultimi i ricchi e gli affaristi che, vivendo in una dimensione quasi astratta rispetto alla società che li circonda, continuano a sorseggiare champagne e a veleggiare verso Portofino organizzando ogni tanto qualche evento mondano per la raccolta di fondi per qualche villaggio sperduto in Africa.
Sorretto da un ottimo cast, in cui a farla da padrone è ovviamente l’istrionico Checco Zalone che questa volta viene affiancato da una spalla d’eccezione come il giovanissimo e talentuoso Robert Dancs, che veste i panni di suo figlio Niccolò, Gennaro Nunziante porta in sala forse la più riuscita delle commedie nate dal sodalizio artistico con il comico Checco Zalone.
“Sole a catinelle” non colpirà certo per il pubblico per le sue carrellate all’indietro o per la sua fotografia da Oscar, anche se quest’ultima affidata nelle mani di Agostino Castiglioni immortala il nostro paese in tutta la sua bellezza, ma raggiungerà sicuramente il suo cuore per la capacità di farlo ridere a crepapelle, grazie ad un umorismo fintamente naif e spontaneo, e allo stesso tempo di indurre alla riflessione.
Tante risate, divertimento e anche una più profonda riflessione sui nostri tempi, fanno di “Sole a catinelle” un futuro e meritato campione d’incassi.
Mirta Barisi