Recensione
Song to Song – Recensione: Malick o si adora o si odia
È forti di questa premessa che bisogna prepararsi alla visione di “Song to Song”, ultima opera del regista statunitense che più di una volta ha diviso i giudizi della critica e del pubblico.
“Song to Song” segue l’intreccio complicato di quattro anime profondamente diverse eppure accomunate da un unico desiderio, quello di raggiungere il successo all’interno del panorama musicale di Austin, Texas: impariamo dunque a conoscere Faye e BV, due musicisti che incontrano non poche difficoltà nel farsi scritturare, interpretati rispettivamente da Rooney Mara e Ryan Gosling, il magnate dell’industria musicale Cook (Fassbender) e la cameriera (Natalie Portman) sedotta da quest’ultimo.
Tutti e quattro sono alla disperata ricerca dell’amore, quello vero, ma accecati dai propri sogni di gloria; desiderosi di vivere sulla cresta dell’onda, ma schiavi delle proprie paure, ormai prede di un vortice di seduzione e inganno dal quale non riescono ad uscire.
Il taglio dato alla pellicola è particolarmente vicino ad altri lavori di Malick, primo fra tutti “The Tree of Life”: scene scollegate, interrotte, intervallate da inquadrature che ritraggono la staticità di alcuni maestosi paesaggi; lunghissimi, forse troppo, i monologhi fuori campo dei quattro protagonisti che, se ogni tanto consentono una migliore comprensione delle sequenze alle quali si assiste, spesso disturbano non poco gli spettatori legati ad una maggiore linearità del tempo filmico.
In “Song to Song” regnano l’incoerenza e l’ossessione; ciò che manca è, invece, un tessuto connettivo che permetta anche al pubblico meno familiare con il discusso stile di Terrence Malick di empatizzare con i personaggi, di addentrarsi davvero nel cuore della storia: lo spettatore, al contrario, si ritrova alla disperata ricerca di un significato, di un segno tangibile che dia un senso al tormento espresso dai personaggi in ogni scena, in ogni sfumatura, che puntualmente non trova.
Song to Song: un mondo immerso nei colori
Nonostante le evidenti falle all’interno del montaggio, è tuttavia d’obbligo elargire apprezzamenti dal punto di vista tecnico-visivo.
“Song to Song” è meraviglioso e significativo a livello cromatico: all’inizio è evidente il contrasto fra il bianco che circonda in particolar modo il personaggio di Fassbender e i vestiti scuri che indossano tutti i personaggi, una contrapposizione tra yin e yang, tra bene e male, tra la libertà tanto agognata dai protagonisti e la gabbia morale nella quale sono rinchiusi.
Nella seconda parte del film, invece, assistiamo a un cambio di scenario: preponderanti sono i colori della natura, il blu del mare e le sfumature pastello dei paesaggi della natura contadina che sembrano suggerire un ritorno ad una vita più semplice, capace di sanare le ferite del cuore.
In definitiva, “Song to Song” è un film che vale la pena guardare essenzialmente per la cura dell’aspetto visivo della pellicola, molto meno per quanto riguarda la trama in sé e l’evoluzione della storia, più simile ad un’immagine lontana che è fastidiosamente difficile mettere a fuoco.
Sonia Buongiorno
Trama
- Regia: Terrence Malick
- Cast: Haley Bennett, Ryan Gosling, Natalie Portman, Michael Fassbender, Rooney Mara, Cate Blanchett, Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Val Kilmer, Benicio Del Toro, Holly Hunter
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 145 minuti
- Produzione: USA, 2017
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 10 maggio 2017
“Song to Song” è una storia d’amore contemporanea, ambientata nella scena musicale della città di Austin, in cui due coppie s’intrecciano inseguendo con ambizione la strada del successo, su note rock’n’roll condite da seduzione e tradimenti. Un mix che non lascia certamente all’immaginazione una chiave di lettura sexy e quasi magnetica.
“Say It Like You Mean It” è la frase ripetuta in maniera incessante e ricorrente all’interno del trailer del film. Quel che è certo è che occorre interpretare un ruolo, una parte, forse più di una, in un gioco in cui la sincerità sembra essere sempre la prima a dover soccombere.
Song to Song: La città texana di Austin scelta come ambientazione del film
Il regista Terrence Malick, in passato considerato tra i meno prolifici della scena cinematografica, è divenuto ormai un habitué dei festival, presente quasi ogni anno a Cannes, Berlino o Venezia con un nuovo titolo.Come spinto da un vento di successi, di critica e di pubblico, dal 2011 Terrence Malick ha realizzato qualcosa come cinque film in sei anni.
“Song to Song” è sicuramente l’opera dalla gestazione più lunga: Malick ha iniziato le riprese addirittura nel 2012, prima di “Knight of Cups”, ad Austin, per farvi ritorno negli anni successivi.
Proprio il SXSW, o South By Southwest, evento di rilevanza internazionale di Austin per cinema, musica e tecnologia, infatti, che ha ospitato l’anteprima mondiale di “Song to Song”, in apertura di festival.
La città texana, anomalia freak in uno stato storicamente tradizionalista e conservatore, è sede, oltre al SXSW, di diversi festival rock.
Il cast vanta attori molto amati dal pubblico e di grande fama: il dolce viso di Natalie Portman, l’uomo di “City of Stars” Ryan Gosling, il Magneto più bello di sempre Michael Fassbender, Haley Bennett, che ricoderete certo come la Megan de “La ragazza del treno”; infine, le protagoniste di “Carol”, Rooney Mara e Cate Blanchett.
A completare questo cast stellato, nel ruolo di se stessi, i rocker Patti Smith, Iggy Pop, Lykke Li, Neon Indian, Arcade Fire e Iron & Wine. Il film contiene una scena con Iggy Pop ad elevato tasso punk, che coinvolge Fassbender e Johnny Rotten, voce dei Sex Pistols.
Trailer