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Song’e Napule – Recensione

I fratelli Manetti presentano al Festival del Cinema di Roma 2013, il Fuori Concorso ‘Song’e Napoli’, storia di un poliziotto imbranato che suo malgrado si ritrova infiltrato in mezzo a un gruppo neomelodico napoletano grazie al suo talento musicale

Regia: Marco Manetti, Antonio Manetti – Cast: Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Peppe Servillo – Genere: Commedia, colore, 114 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Microcinema – Data di uscita: 17 Aprile 2014.

song'eNapuleNapoli, oggi. Paco (Alessandro Roja), dopo il diploma al conservatorio, è diventato un pianista raffinato ma disoccupato. Sua madre trova una raccomandazione per farlo entrare in polizia, ma la sua totale incapacità lo relega in un deposito giudiziario. Grazie al suo talento musicale, però, ben presto si ritrova a suonare in un gruppo neomelodico napoletano, capitanato da Lollo love. Questo evento cambierà totalmente la sua vita.

Giampaolo Morelli, uno strepitoso Lollo love, è l’ideatore di questo progetto, teatro d’incontro tra il napoletano borghese dei quartieri alti e quello dei quartieri popolari. Quest’ultimo amante della canzone neomelodica, capace di conquistare un successo esagerato, in radio come in tv locali, ma quasi inesistente al di là del Vesuvio.

La pellicola mira proprio a sfatare questo luogo comune che dipinge la canzone napoletana come una musica cafona e sguaiata, ancorata fortemente alla camorra e alla Napoli popolare che ha, nei matrimoni, uno dei momenti più spassosi, per i quali si è capaci di indebitarsi pur di avere una festa migliore di quella del vicino.

Solo i Manetti potevano descrivere questo tipo di Napoli, così come i fratelli fanno con Bologna nell’”Ispettore Coliandro”, in quella che sembra una vera e propria dichiarazione d’amore verso la città.

Con questa interpretazione, Alessandro Roja (Paco Stillo / Pino Dinamite) si libera dal ruolo di eterno ‘Dandi’ che aveva in “Romanzo Criminale” e lo spassoso ispettore Cammarota (Paolo Sassanelli) dà prova di essere un caratterista nato.

I Manetti Bros mostrano l’anima più popolare di Napoli, come solo loro avrebbero potuto fare. Una bella scoperta è anche quella di Serena Rossi (Marianna), la sorella di Lollo love, per la prima volta qui in un ruolo cinematografico che mostra una sana spontaneità.

Ma il vero mattatore è Giampaolo Morelli (Lollo love), capace di dimostrare che, al di là dell’”Ispettore Coliandro”, c’è davvero in lui un talento, esplosivo, istrionico e contagioso.

Un cast davvero ben selezionato e ben diretto da registi aperti che sanno andare contro tanti tabù, con ironia e leggerezza, sfatandoli completamente.

Salvatore Cusimano

Song’e Napule – Recensione

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