Recensione
Star Wars: L’ascesa di Skywalker – Recensione: la trilogia targata Disney giunge al termine accompagnando lo spettatore verso un nuovo inizio?
A due anni da “Star Wars: Gli ultimi Jedi” arriva sugli schermi di tutto il mondo l’atteso epilogo della terza trilogia delle ‘guerre stellari’ ideate da George Lucas. Lo scenario è complesso: il Primo Ordine tenta, o almeno prova, a schiacciare la “feccia ribelle”, Kylo Ren è sempre più conscio del suo potere e Rey, beh…la ragazza studia da Jedi. Finn e Poe sono oramai a pieno titolo punti di riferimento della Resistenza, piloti disposti a tutto per sconfiggere il nemico.
Per questo nono capitolo J.J. Abrams torna dietro alla macchina da presa e collabora a una sceneggiatura scritta a più mani che ritaglia uno spazio per ogni personaggio e chiarisce dubbi e situazioni lasciate in sospeso dal capitolo precedente. “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” è allineato con lo schema principe che ha animato la trilogia Disney, attrarre il maggior numero di spettatori possibile, senza scontentare troppo i fan di vecchia data. Così il racconto è la fusione di rimandi al passato e nuovi scenari, che portano i novelli eroi a interagire con vecchie ‘glorie intergalattiche’, in un crescendo narrativo che traghetta verso un finale che lascia spazio a mille pensieri. Difficile immaginare che la Disney non abbia in mente nuovi progetti per una saga che ripaga generosamente al botteghino.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker: niente di nuovo sotto il sole, ma che bello rivedere il generale Organa
Rivedere Carrie Fisher nei panni di Leia Organa è un tuffo al cuore, sopratutto per chi la saga l’ha amata dal principio; il suo personaggio sarà la chiave di volta delle vicende, il giusto omaggio a un’attrice indimenticabile.
Possiamo dire a ragione che Daisy Ridley è cresciuta notevolmente, ritagliandosi anche lei un posto nel cuore dei fan. La sua è un’interpretazione a tutto tondo che riesce a dare un’anima a Rey, portando sullo schermo un’eroina moderna. Il tutto è perfettamente in linea con le nuove esigenze cinematografiche, che prediligono figure forti e determinate capaci di dare voce a un’immagine di donna vincente che non manca comunque di femminilità.
Adam Driver è perfetto nei panni di Kylo Ren, più che nei due precedenti episodi. La sua è forse l’interpretazione più convincente dell’intero film: con “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” le tante sfaccettature del personaggio arrivano a comporne la vera essenza.
I ruoli di John Boyega e Oscar Isaac, rispettivamente Finn e Poe, alleggeriscono a tratti il girato, grazie a qualche battuta che regala loro una sceneggiatura che non riesce però a renderli eroi credibili. La coppia di piloti è poco definita emotivamente, mentre uno dei motivi che ha fatto si che la saga di “Star Wars” sia così amata è proprio la grande caratterizzazione interiore dei protagonisti.
Anche Chewbecca non è più lo stesso, manca la guida del mitico Peter Mayhew, venuto a mancare proprio quest’anno, che da quando non ha più potuto girare ogni scena riguardante il noto Wookiee, ha sostenuto e coadiuvato Joonas Suotamo, spesso un po’ troppo leggiadro nei movimenti.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker: un film che funziona, nonostante tutto!
L’intreccio narrativo non è particolarmente innovativo, le vicende riecheggiano situazioni già vissute, con dei dejavu funzionali a un racconto che vuole rinnovare il mondo di Lucas senza però discostarsene troppo. Forte è quindi il legame con i personaggi cardine delle precedenti trilogie, col loro dolore, con le loro emozioni, col loro vissuto, come se Rey e Kylo Ren debbano percorrere strade già battute.
Le vicende procedono velocemente, anche troppo, non lasciando il tempo allo spettatore di avere un’idea personale su ciò che potrà succedere, tra effetti speciali fantasmagorici e navi spaziali roboanti. A tratti sembra persino di vedere ambientazioni e vestigia di tolkieniana memoria, e non parliamo delle dimensioni stravolte per una vecchia conoscenza come la Morte Nera.
Eppure il film funziona, sopratutto per un pubblico come quello che affollerà le festività natalizie, alla ricerca di relax, tra popcorn e coca-cola. Tecnicamente ineccepibile, adornato dalle musiche di John Williams, che riportano alla mente le vicende passate, “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” non vira mai con decisione verso il dramma, cosa che solo Lucas ha saputo fare.
La velocità delle azioni non permette di soffermarcisi troppo, quindi tutto passa in fretta, dolore e morte comprese. Tanto per fare un esempio, l’addestramento di Rey è solo accennato, tra le tante cose, niente di paragonabile all’empatia che lo spettatore prova durante il faticoso addestramento di Luke. Questo nono episodio è coerente col progetto generale del sequel, con questa nuova visione della saga, volutamente meno spirituale e meno riflessiva, per dare maggiore spazio all’azione.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Titolo originale: Star Wars: Episode IX – The Rise of Skywalker
- Regia:J.J. Abrams
- Cast: Daisy Ridley, Andy Serkis, Mark Hamill, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, John Boyega
- Genere: Azione, colore
- Durata: 155 minuti
- Produzione: USA, 2019
- Distribuzione: Walt Disney
- Data di uscita: 18 dicembre 2019
Il regista J.J Abrams torna a dirigere il terzo atto della terza trilogia dedicata a “Star Wars” dopo il suo “Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza” (2015) e il controverso “Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi” (2017) diretto da Rian Johnson.
Sul film abbiamo davvero poche informazioni, e sul significato di “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” ci sono solo teorie. Il regista ha dichiarato di averlo scelto per simboleggiare l’eredità che questa pellicola porta con sé, essendo la conclusione non solo di una trilogia, ma dell’intera saga composta da nove pellicole. I fan più accaniti si stanno chiedendo addirittura se Skywalker possa diventare un nuovo sinonimo di Jedi. D’altronde l’antico ordine pare essersi ormai estinto nella precedente pellicola, lasciando solo Rey, grazie agli antichi testi recuperati da Luke, a portare alta la bandiera del lato chiaro della forza.
Dopo aver portato sullo schermo Han Solo e Luke Skywalker (che molto probabilmente tornerà anche in questa pellicola sono forma di fantasma della forza), in “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” ritroveremo uno dei beniamini del pubblico, Lando Carlissian. Confermata anche la presenza della compianta Carrie Fisher, che sarà presente grazie a riprese non utilizzate girate per “Il Risveglio della Forza”. Tra i villain, invece, avremo il ritorno, confermato anche da J.J.Abrams, dell’Imperatore Palpatine, sempre interpretato da Ian McDiarmind.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker – un nuovo successo da record
Il progetto, che fino a prima della presentazione del trailer aveva come titolo di produzione “Star Wars: Episode IX – Black Diamond” è stato presentato da J.J. Abrams alla Lucasfilm solo poco tempo fa. Ricordiamo che “Gli Ultimi Jedi” si è rivelato campione di incassi al botteghino con una sbalorditiva apertura globale di $ 450 milioni. Solo negli Stati Uniti, l’episodio VIII diretto da Rian Johnson ha guadagnato $ 220 milioni al botteghino nazionale.
La Lucasfilm intende produrre il film con la Carbonado Industries. Il titolo provvisorio era chiaramente derivato dal nome della società, quindi non avrà alcun significato per il film. Probabilmente si avranno maggiori informazioni quando inizierà la campagna pubblicitaria.
I titoli di lavoro variano in base al loro significato. Quello di Rogue One, ad esempio, era particolarmente appropriato ed era un riferimento alla città di Los Alamos, luogo di nascita della bomba atomica. D’altro canto, il titolo provvisorio di The Last Jedi: “Space Bear” sembra piuttosto irrilevante.