Biografia
Regista e sceneggiatore inglese, dedito anche alla scultura, Steve McQueen ha cominciato ad affermarsi come regista a partire dagli anni Novanta, e come artista moderno, autore di mostre di sculture e fotografie, vincendo anche dei riconoscimenti per l’indiscusso talento.
Steve McQueen, il regista delle sensazioni forti
(Londra, 9 Ottobre 1969)
Il suo nome rimane impresso grazie all’omonimo attore, grande icona del cinema mondiale, scomparso nel lontano 1980 e con cui non ha alcuna parentela. In realtà, Steven Rodney McQueen, meglio noto come Steve McQueen, è uno dei registi inglesi più interessanti degli ultimi anni, dotato di uno stile inconfondibile, che conferisce grande importanza alla fisicità dell’attore come espressione di una ferita interiore o sociale.
Nato a Londra il 9 Ottobre del 1969, Steve McQueen studia dapprima al Chelsea College of Art and Design e al Goldsmiths College, per poi frequentare dal 1993 la Tisch School di New York.
Gli esordi nei cortometraggi, e il successo internazionale con ”Hunger”
Esordisce nel 1993 con il cortometraggio “Bear”, cui seguiranno nel 1997 “Exodus” e “Deadpan”. Nel 1999 ottiene il Turner Prize grazie alla sua mostra di sculture e fotografie allestista al London Instuitute of Contemporary Arts. Le sue creazioni saranno esposte nel 2007 anche alla 52ª Biennale di Arti Visive di Venezia.
Ma è al Festival di Cannes del 2008 che fa parlare di sé a livello internazionale con il suo primo lungometraggio, presente nella sezione Un Certain Regard e vincitore della Camera d’Or. “Hunger”, interpretato da uno straordinario Michael Fassbender, che per il regista diverrà attore feticcio, è ambientato nel 1981 in un carcere dell’Irlanda del Nord, dove i prigionieri politici, messi allo stesso livello degli altri criminali, vengono vessati e torturati dalle guardie carcerarie.
Protagonista è il ventisettenne Bobby Sands e il suo sciopero della fame, a causa del quale perderà la vita, per ottenere il riconoscimento di prigionieri politici per i membri dell’IRA. Già in questo film d’esordio, il corpo e la sua mortificazione è al centro dell’immagine in maniera provocatoria e funzionale alla storia.
Lo schiavismo affrontato nell’ottica di Steve McQueen vale tre Oscar
L’utilizzo del corpo e della fisicità a scopo narrativo è ancor più marcato in “Shame” (2011), in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film traspone in modo ossessivo e ripetitivo la dipendenza da sesso che condiziona e affligge la vita del protagonista. Ancora una volta McQueen sceglie Fassbender, che si aggiudica la Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Maschile.
Nel 2013 McQueen firma la regia di “12 anni schiavo”, ispirato all’omonimo romanzo autobiografico di Solomon Northup, musicista afro-americano nato libero nello Stato di New York, rapito e venduto come schiavo al Sud nel 1841. Sempre interpretato da Fassbender, nel ruolo del crudele negriero, “12 anni schiavo” affronta il tema dello schiavismo, non solo evidenziandone la violenza fisica – e ponendo in questo modo ancora una volta il corpo dell’attore in primo piano -, ma soprattutto mettendo in risalto una condizione disumana di cui si ha una conoscenza forse ancora stereotipata e superficiale.
Paolo Rivelli
Filmografia
Steve McQueen Filmografia – Regista
- Bear (Cortometraggio) (1993)
- Exodus (Cortometraggio) (1997)
- Deadpan (Cortometraggio) (1997)
- Hunger (2008)
- Static (Cortometraggio) (2009)
- Shame (2011)
- 12 anni schiavo (2013)
Steve McQueen Filmografia – Sceneggiatore
- Exodus (1997) – cortometraggio
- Hunger (2008)
- Static (2009) – cortometraggio
- Shame (2011)