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Stranger Things 3: Trama, Recensione e Spoiler

“Stranger Things”, pubblicata per la prima volta il 15 luglio 2016, è tra i più preziosi gioielli della famosa piattaforma digitale Netflix. La serie creata dai fratelli Duffer, ambientata negli anni ’80 in un’immaginaria cittadina dell’Indiana, nota al grande pubblico come Hawkins, è ormai diventata un cult. I suoi piccoli e curiosi protagonisti sono entrati nei cuori di milioni di spettatori di tutto il mondo, rimasti con il fiato sospeso per quasi due anni, intenti a scoprire quali nuove e misteriose pieghe avrebbero prese le loro avventure soprannaturali. Fortunatamente l’attesa è finita perchè il 4 luglio 2019 “Stranger Things 3” è finalmente approdata su Netflix.

Stranger Things 3: Trama, Recensione e Spoiler

Stranger Things 3: trama

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E’ il 1985 a Hawkins. Sono passati ben due anni dalla misteriosa serie di eventi che sconvolsero la tranquilla cittadina nel novembre del 1983 (stagione 1) e che, come tutti sappiamo, portò alla temporanea scomparsa di Will ( Noah Schnapp) e all’arriva di un bizzarra ragazzina dai poteri telecinetici, soprannominata “Undici” (Millie Bobby Brown) . Come se ciò non fosse già sufficiente, un temibile mostro carnivoro, battezzato dagli stessi ragazzi come “Demogorgone”, in onore del loro onnipresente gioco Dungeons&Dragons, minaccia la sicurezza di tutta la cittadina.  Nonostante i poteri di Undici lo avessero sconfitto sia nella prima stagione, che nella seconda, la sua oscura e famelica presenza torna a tormentare il destino di Hawkins. Infatti una segretissima serie di esperimenti sovietici, condotti nel sottosuolo del nuovo e moderno centro commerciale di Hawkins, lo “Starcourt”, sta infatti provando a riaprire quella porta dimensionale che Undici e la sua squadra avevano chiuso nelle stagioni precedenti per intrappolare il “ Mind Flayer” . L’apertura del varco ha infatti permesso alla creatura di riprendersi dal pesante colpo inflittogli precedentemente, nascosta ora nell’ombra di un’acciaieria abbandonata è in cerca di nutrimento e i suoi bocconcini prediletti sono niente meno che gli abitanti stessi della piccola Hawkins. L’insolente Billy (Dacre Montgomery), fratello maggiore di Max (Sadie Sink), è infatti il primo della sue vittime. In una sera estiva in cui il giovane playboy della California si stava recando ad un appuntamento amoroso con la signora Wheleer (Cara Buono), madre di Mike (Finn Wolfhard) e Nancy (Natalia Dyer), viene mandato fuori strada dalla collusione con uno strano oggetto non identificato, che altro non è che un artificio del Mind Flayer per attirare le sue vittime nel suo antro infernale.

Billy viene così risucchiato dai tentacoli del mostro e apparentemente divorato. Il giorno seguente però Billy si ripresenta nuovamente in piscina dove lavora come bagnino, non riportando neanche un graffio. Il suo comportamento è tuttavia anomalo e numerose visioni violente non fanno altro che tormentarlo. Billy è stato infatti “lobotomizzato” dalla creatura, che ora punta a creare un esercito di fedeli soldati completamente disumanizzati e rivolti ad accrescere il suo potere ed annientare l’intera cittadina. Anche Nancy e Jonathan (Charlie Heaton), ora stagisti presso l’Hawkins Post, in seguito a una misteriosa telefonata, si recano a casa di una singolare vecchietta che lamenta la presenza di topi rabbiosi nel suo seminterrato, e che si nutrono solo di fertilizzanti chimici. La versione della signora è eclettica e dissonante, e spinge Nancy ad andare più a fondo con le indagini, tanto da scoprire che anche la vecchietta, così come i topi, sono ormai diventati vittime del Mind Flayers.

Mike, Undici, Lucas, Max e Will sembrano invece essere inizialmente esenti dai nuovi fenomeni paranormali che stanno investendo Hawkins, sta volta distratti dalle dinamiche affettive tipiche della loro giovane età. Dustin (Gaten Matarazzo) è invece da poco tornato in città in seguito a un mese di assenza, passato in un campo estivo per piccoli scienziati, dove sembra aver incontrato la sua dolce metà: Suzie. Per tenersi in contatto con lei, Dustin progetta un potente radiotrasmettitore chiamato “Cerebro” che, invece di permettergli di comunicare con lei, intercetta un messaggio sovietico in codice. Sentendosi abbandonato dai suoi amici di vecchia data, troppo presi dietro le loro relazioni amorose, si rifugia nell’improbabile amicizia di Steve Harrington (Joey Keery) che, non essendo riuscito ad essere ammesso ad alcun college, si ritrova a lavorare per la catena di gelati “Aohy”, insieme a una bizzarra ragazza di nome Robin (Maya Hawke), con la quale intreccia un rapporto di amore-odio. I tre amici cercano così di decifrare il messaggio in codice spinti dal desiderio di diventare degli eroi americani. I guai non mancano però ad arrivare quando riescono ad intrufolarsi nei laboratori sovietici sottostanti il centro commerciale, con l’aiuto dell’indisponente, ma geniale sorellina di Lucas, Erica. Hopper e Joyce (David Harbour- Wynona Ryder) si ritrovano invece a lavorare fianco a fianco per tutta la stagione, indagando sugli esperimenti sovietici e proteggendo costantemente i loro amati figli.

Stranger Things 3: un’estate nel segno dell’amore

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In questa calda estate del 1985 ad Hawkins l’amore regna sovrano fin dalla prima puntata. I giovani protagonisti stanno crescendo, e così anche i loro interessi, che sembrano allontanarsi dai giochi da tavolo nel seminterrato di Mike. I ragazzi si trovano ora ad affrontare l’adolescenza e tutto ciò che comporta, in primis i coinvolgimenti sentimentali. Se Lucas (Caleb McLaughlin) e Max vivono in modo scanzonato e spensierato la loro storia di tira e molla, per Mike e Undici sembra essere tutto diverso. I due condividono un sentimento forte e maturo per la loro età, che tuttavia li spinge ad isolarsi dalla realtà circostante, suscitando non poche disapprovazioni dai loro stessi amici e dal buon vecchio Hopper, che sembra non essere ancora pronto a vedere crescere la sua bambina.

Anche Dustin sembra aver trovato la sua anima gemella nel campo estivo per piccoli geni, ma nessuno sembra credergli. Se si parla di amore non si può fare a meno di pensare al triangolo amoroso “Steve-Nancy-Jonathan” che ha emozionato milioni di spettatori nelle precedenti stagioni, ma che sembra essersi ormai risolto con il consolidamento della relazione tra la tenace Nancy e il tenebroso Jonathan, che fanno ormai coppia fissa da un paio di anni anche fuori dalla scene. Il giovane Steve è invece ancora in cerca della sua metà, ma, prima ancora, di se stesso. Una bizzarra ragazza di nome Robin, nonché collega da Aohy , sembra finalmente catturare il suo interesse dopo un’iniziale antipatia apertamente dichiarata. Ma anche sta volta la ricerca di Steve non può dirsi terminata, in quanto dopo una dolce dichiarazione nei bagni pubblici del centro commerciale, Robin gli rivela di essere in realtà attratta dalla ragazze. Pur non essendo la sua anima gemella, l’incontro con Robin segna profondamente la vita di Steve, che riesce finalmente a sdoganare le sue assurde convinzioni, ancora troppo puerili , permettendogli di andare avanti con i suoi progetti e di rimediare ai suoi errori.

Più affiatati che mai sono invece Hopper e Joyce, che nonostante siano in continuo contrasto, non possono fare a meno di volersi bene e sostenersi; ma purtroppo il loro sogno d’amore, tanto auspicato dai fan, non trova un coronamento neanche per questa stagione. Solo il piccolo Will sembra essersi tirato fuori da questa dimensione sentimentale per la quale non prova alcun interesse, ribadendo più volte la sua volontà di non innamorarsi mai; ma ciò non deve sorprenderci, Will deve infatti ancora riprendersi dai burrascosi eventi delle prime due stagioni, che sente l’esigenza di voler dimenticare, rifugiandosi nei ricordi di un’infanzia che è ormai agli sgoccioli.

L’attualità del passato e una discutibile originalità

Nonostante le vicende siano ambientate a più di trenta anni di distanza dal presente, “Stranger Things 3” si dimostra essere sempre attuale, affrontando sia la tematica dell’omosessualità, che quella dell’emancipazione femminile, argomento più caldo che mai nell’Hollywood dei nostri giorni. L’amicizia tra Max e Undici è un forte esempio di solidarietà femminile, in particolare Max esorta Undici a prendere le redini della sua vita, insegnandole che al mondo c’è di più che piacere a un ragazzo. Inoltre anche Nancy stessa si ritrova a combattere la misoginia sul suo nuovo posto di lavoro, ma che con dedizione trasforma in un incentivo per portare avanti la sua indagine e la sua giusta intuizione.

La terza stagione segna anche una grande serie di addii. Billy muore divorato dal mostro dopo essersi eroicamente sacrificato per salvare Undici. Hopper invece viene ingoiato dalle radiazioni in seguito alla chiusura della porta, ma una scena  dopo i titoli di coda ci conferisce ancora la speranza che sia in realtà stato fatto prigioniero dei russi e non necessariamente morto. In seguito alla scomparsa di quest ultimo, Joyce prende definitivamente la decisione, già premeditata, di lasciare Hawkins con i figli e Undici, per rifugiarsi in un luogo tranquillo e voltare pagina.

A differenza delle precedenti stagioni, in questa gli avvenimenti personali dei singoli protagonisti predominano sull’azione, che prende forma e vigore solo a partire da metà stagione. La diatriba tra sovietici e americani e l’orda di adepti disumanizzati del Mind Flayer, facilmente accostabili a pseudo zombie,  sembrano ricalcare i classici stereotipi del cinema anni ’80, peccando così un po’ di originalità a discapito della precedenti stagioni. Anche le modalità della battaglia finale ricalcano moltissimo quelle già adottate in precedenza, ma tutto viene perdonato a “Stranger Things” che con la sua innata innocenza non riesce mai a deluderci davvero. Il più grande merito della serie non è infatti solo aver consegnato al mondo una storia avvincente, ma anche quello di aver riportato sugli schermi una purezza che il nostro tempo sembra aver dimenticato. “Stranger Things” incarna la giovinezza e tutti i sogni e le speranze che essa porta con sé, di cui non potremmo mai smettere di sentirne l’esigenza.  E parafrasando la colonna sonora dell’ultima puntata della terza stagione (Neverending story), questa innocenza è il segreto per una storia infinita. Ora non ci resta che attendere cosa ha in serbo per noi la quarta stagione.     

Aurora Mocci

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