Recensione
Summer – Recensione: Il regista Kirill Serebrennikov riporta in vita la New Wave degli anni ’90 a Leningrado in un elegantissimo bianco e nero
“Summer” ci introduce in una Leningrado anni ’80 animata da uno spirito alquanto vitale. Ne sono protagonisti Mike Naumenko (Rom Bilyk), leader del gruppo rock Zoopark, sposato con la bella Natasha (Irina Starshenbaum), e la rockstar emergente Victor Tsoi (Teo Yoo). Insieme a loro la grande famiglia allargata composta da amici e fans.
Il film, che ha incantato il Festival di Cannes 2018, parte con un concerto nel mitico Leningrad Rock Club. Sul palco si esibisce il carismatico Mike, uno dei pochi all’epoca a saper cantare in inglese le liriche di mostri sacri come Lou Reed, David Bowie e i Beatles. Siamo negli anni ’80 e i dischi di queste star musicali si trovano con fatica sul mercato nero e per fare concerti in teatro bisogna passare al vaglio di un gruppo di burocrati.
Il regista di “Parola di Dio” ci immerge subito in un passato lontano anche grazie all’uso magistrale del bianco e nero. Il viaggio nel tempo passa attraverso le vite pubbliche e private dei due artisti che veramente nella vita si sono contesi per un breve periodo una donna. La chiave di lettura scelta dall’autore consiste nel mischiare il finto documentario con video ingenui sullo stile dei musicarelli sovietici in stile vagamente lisergico. Su tutti è stampata un cartello “questo non è successo” portato da uno stravagante attore che sembra un folletto. Si gioca tutto sul doppio binario di quello che si poteva fare e si voleva fare.
Summer: la musica e l’amore i veri protagonisti
I protagonisti, in fondo, vorrebbero vivere la vita alla Mick Jagger e soci e invece si trovano a esibirsi in semiclandestinità in case private e a sfiorare soltanto le trasgressioni dei loro eroi. In questo vivido affresco della Russia pre Perestroika c’è tutta la luce di un giorno estivo sulla spiaggia, tra hashish, chitarre e bagno finale in mare nudi.
Il tema politico in “Summer” è solo lo sfondo di una narrazione che mette al centro la musica e l’amore. Gli artisti del film sono stati vere star negli anni ‘80/’90, soprattutto Victor Tsoi, leader dei Kino, scomparso giovanissimo per un incidente stradale. É morto a soli 36 anni anche Mike Naumenko in modo piuttosto misterioso, dopo anni difficili segnati dall’alcolismo.
Il cast è assolutamente perfetto e l’attore Teo Yoo, mezzo tedesco e mezzo coreano, è quasi un clone di Tsoi. Roman Bilyk nei panni di Mike Naumenko è il chitarrista della popolarissima band Zveri e porta in “Summer” tutta la sua personalità musicale. Completa il tutto una fotografia sublime firmata da Vladislav Opelyants e una colonna sonora con il sound dell’epoca.
“Summer” è stato portato a termine tra mille difficoltà del regista agli arresti domiciliari, che ha montato tutto da solo e pur nella sua leggerezza è un film con un messaggio politico importante.
Ivana Faranda
Trama
- Titolo originale: Leto
- Regia: Kirill Serebrennikov
- Cast: Teo Yoo, Irina Starshenbaum, Roman Bilyk
- Genere: Biografico, colore
- Durata: 126 minuti
- Produzione: Russia, Francia, 2018,
- Distribuzione: I Wonder Pictures
- Data di uscita: 15 novembre 2018
Con “Summer” le lancette dell’orologio girano indietro, tornano al fermento sottocutaneo degli anni Ottanta. Siamo in Russia, il sommovimento che la nuova decade porta con sé è palpabile e travolgente. Viktor incontra per caso altri due ragazzi, Mikhail e Natasha, in un giorno d’estate (“Leto”, appunto, in russo); si scoprono appassionati per il rock e il rock’n’roll (consumano Beatles, Iggy Pop, Blondie, Lou Reed, David Byrne, Bowie), condividono idee ed emozioni.
Hanno la caratteristica di essere neofiti, vergini alla musica – tranne Mike, già con un breve trascorso alle spalle da cantante. Viktor è più cupo e riservato, espressivo e fuori dagli schemi nel suo approccio alla musica, già vira verso il post punk. È proprio Mike a riconoscerne il talento, a metter su progetti: assieme troveranno un nome all’embrione di band che han intenzione di tirar su, i Garin i giperboloidy. Natasha stessa rimane ipnotizzata dall’animo estroso di Viktor, ne diventa moglie e madre di di suo figlio.
Summer: un omaggio nostalgico a Viktor Coj
Il regista Serebrennikov torna al passato, a quello che è stato, ne esprime sensazioni e sfumature con un certo moto di nostalgia. Sentimenti contrastanti che si intrecciano a doppio filo con politica e attualità: lo stesso Serebrennikov è agli arresti domiciliari, il rapporto con il governo non dei migliori (non è un caso che la pellicola sia stata interamente finanziata con soldi privati, in un’ibrida produzione francorussa).
Lo stile strizza apertamente l’occhio alla nouvelle vague, al bianco e nero polveroso e statuario à la Godard: si respira pur sempre l’aria della libertà, di un’età breve, hic et nunc, giovane, irripetibile. “Summer” racconta, in forma dichiaratamente romanzata, gli esordi e le pieghe più intime della vita di Viktor Coj, una delle poche figure che davvero si sono erte e hanno costruito la storia della musica sovietica – grande musicista, quest’ultimo, mai davvero apprezzato al di fuori della barriera di un’URSS che andava lentamente disgregandosi.