Recensione
Tramonto – Recensione: l’intensa scia sulfurea dei primi focolai dell’odio
Budapest 1913. Una civiltà all’apice del progresso giunta a un bivio. Irisz Leiter, la protagonista interpretata da Juli Jakab, torna sui luoghi della sua infanzia per lavorare come modista nella leggendaria cappelleria dei suoi defunti genitori, che l’hanno abbandonata all’eta di 2 anni. Il regista, Lazlo Nemes, passa dall’atrocità dei campi di concentramento del film “Il figlio di Saul” alla raffinatezza della società mitteleuropea, fatta di piume, perle e lustrini, dietro la cui bellezza si cela però “l’orrore del mondo”.
Un percorso labirintico dai contorni frastagliati e grandi penombre, celato da grossi tendaggi e dalla notte che avanza e amplificato da un sonoro ricercato, virtuoso ed accentuato.
L’esaltazione della profondità di campo, primi piani intensi ma fuori fuoco, azioni multiple su livelli differenti, denotano virtuosismi pretenziosi, frutto di un eccessivo autocompiacimento e consolidano una visione confusionaria priva di un concreto tessuto narrativo, ma densa di domande continue senza risposta e un susseguirsi di eventi collaterali privi di alcuno sviluppo reale.
L’arrivo di Irisz è accolto da una luminosità esasperata, satura, che evidenzia costumi e stilemi dell’epoca, luminosità che mano a mano viene a mancare, inizialmente celata dietro la luce fioca di una candela, in quadri scenografici che ricordano le opere di Veermer, per poi cedere alle ombre di una rivolta sanguinosa e feroce.
La scoperta di un fratello ad Irisz, fino ad allora ignoto, che altri non è che il capo di queste sommosse, si rivela più un espediente narrativo per proseguire forzatamente un racconto sterile, che una vera chiave di volta.
Gli eventi si affannano in un crescendo ai limiti della psicosi, accentuato dallo sguardo inespressivo a occhi sbarrati della protagonista in una progressione a sprazzi, scandita quasi sadicamente. I nobili sono visti come esseri disumani e cattivi, dietro cui si cela il male del mondo, uomini che usano violenza contro le donne, vittime inesistenti e confinate in luoghi predestinati, circoli di idee riservati ai soli maschi, unici detentori del potere e delle scelte.
Tramonto: il cappellino, emblema silente di un morbo letale
Significati oscuri si propagano come ellissi, la macchina da presa a mano insegue e avanza come una sciarada enigmistica ed enigmatica.
Sono incomparabili gli orrori delle fornaci naziste del precedente film di Lazlo Nemes con i fuochi fatui della ribellione di Kalmàn e compagni. Una visione sfocata del contesto, che nel primo caso era giustificata dalle intollerabili atrocità e che qui serve solo a mascherare diverse mancanze, come la reticenza di una trama che porta lo spettatore a rimbalzare inutilmente da una sequenza all’altra per 142 minuti.
Guardare “Tramonto” è un tedio frustrante ai limiti dello sfinimento.
La pellicola si eleva a simbolo morale del vecchio continente che insorge contro l’ancièn regime, Irisz è l’Europa e il cappellino l’ostentazione di nefandezze celate, totem delle monarchie, degli imperi e delle colpe conniventi con il potere.
“In quei cappelli c’è il male del mondo” è un’esasperazione senza senso detta nel film dal leader del movimento insurrezionista contro lo status quo nobiliare, dejavù pallido dei Demoni di Dostoevskij.
Il male che avanza, in primis contro le donne, porterà Irisz a diventare essa stessa la rivolta e metafora gigantesca di un finale annunciato e teutologico.
“Si dice che l’essenza di una donna rimanga a chi ha saputo respirare la sua anima” peccato che qui si susseguano solo affanni e mai un respiro profondo ed intriso di psychè.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: László Nemes
- Cast: Juli Jakab, Vlad Ivanov, Evelin Dobos, Marcin Czarnik, Judit Bárdos, Benjamin Dino, Balázs Czukor, Susanne Wuest, Björn Freiberg, Levente Molnár, Urs Rechn, Sándor Zsótér
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 142 minuti
- Produzione: Ungheria, Francia, 2018
- Distribuzione: Movies Inspired
- Data di uscita: 4 Febbraio 2019
“Tramonto” è una pellicola drammatica incentrata sulla storia di Irisz Leiter, una ragazza appena uscita dall’orfanotrofio, che nutre il sogno di diventare una sarta. Nel 1913, infatti, si trasferisce a Budapest dove spera di essere presa a lavorare in un famoso negozio di cappelli, che tanti anni prima apparteneva alla sua famiglia.
Il nuovo proprietario, l’ex socio dei genitori ormai defunti, però, non vuole assumere la protagonista e lei è costretta a cavarsela da sola. Improvvisamente Irisz scopre di avere un fratello di cui non conosceva l’esistenza. Questa notizia la porta a decidere di dedicare tutto il suo tempo alla ricerca dell’unico parente che le è rimasto, venendo cosi a conoscenza di oscuri segreti di famiglia. Fa da sfondo alle vicende un periodo cupo nel quadro della storia mondiale, che si sta dirigendo verso un’imminente guerra.
Tramonto: produzione
“Tramonto” è il film del regista e sceneggiatore ungherese László Nemes, noto per aver realizzato “Il figlio di Saul” (2015). Per la stesura della sceneggiatura Nemes collabora con Clara Royer e Matthieu Taponier, mentre la produzione è sponsorizzata dall’Hungarian National Film Fund e da Gabor Sipos e Gabor Rajna attraverso Laokoon Filmgroup, con un investimento di ben 5 milioni di euro.
Le riprese della pellicola, ambientata durante la Prima Guerra Mondiale, si sono svolte tra il mese di giugno e di settembre 2017 a Budapest, con un cast composto da attori come Juli Jakab e Vlad Ivanov nei ruoli principali.
Inoltre “Tramonto” è tra i film in concorso proiettati durante il 75 ° Festival Internazionale del Cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival 2018.