Oggi, alla Casa del Cinema, si è tenuta la presentazione del film horror italiano “The end? – L’inferno fuori”, prodotto dalla Mompracem in coproduzione con Rai Cinema. Il film verrà distribuito nei cinema italiani il 14 agosto.
The end? L’inferno fuori: un film “di genere”, ma anche un film d’autore
Erano presenti alla conferenza di “The end? L’inferno fuori” il regista, Daniele Misischia, l’interprete protagonista Alessandro Roja ed i produttori, Marco e Antonio Manetti.
I primi a prendere la parola sono stati i fratelli Manetti produttori della pellicola, i quali hanno raccontato di aver scelto come nome della loro casa di produzione Mompracem, in onore di Salgari, perché la considerano un po’ come un’”isola dei pirati” all’interno del sistema di produzione cinematografico italiano. Pirati in quanto vanno controcorrente e si sentono “diversi” da tutto ciò che li circonda.
I due produttori si augurano che venga scardinata la definizione di film “di genere” che etichetta ancora il cinema horror, quasi come ci si stesse riferendo a uno spettacolo di serie B. Secondo i Manetti, se si definisce una pellicola come “film d’autore” vuol dire che l’opera è stata creata al fine di rappresentare la visione cinematografica di un regista che non per forza deve rispondere a dei canoni produttivi che ne assicurino il successo, questo film rientra perfettamente in questa definizione. Infatti, sin dalla prima lettura della sceneggiatura, se ne sono innamorati al punto da lasciare completa libertà autoriale al regista.
Daniele Misischia ha preso la parola per aggiungere di aver scritto la sceneggiatura di “The end?L’inferno fuori” prima ancora di conoscere i fratelli Manetti, e di averla pensata come produzione indipendente a basso budget, da cui deriva l’idea di un’ambientazione così claustrofobica e con così pochi interpreti coinvolti.
The end?L’inferno fuori: il punto di vista di Alessandro Roja
Ha preso la parola il versatile interprete che ricopre il ruolo del protagonista: Alessandro Roja. All’attore è stato chiesto come mai scelga sempre ruoli così controversi, perché non cerchi mai dei personaggi che possano essere “simpatici” al pubblico. Roja ha risposto che interpretare personaggi diversi tra loro è la parte del mestiere che più lo diverte. Questo ruolo, sebbene molto fisico, lo ha definito come “comodo”, poiché il genere si trova nelle sue corde.
Nonostante le apparenze, non si è trattato di un “One man show”, ma di un complesso lavoro di squadra. Una delle parti più interessanti di questo lavoro, è stato girare alcune scene in sequenza, perché a volte il regista spronava le comparse che interpretavano gli zombie ad attaccarlo a sorpresa, in momenti in cui non erano previsti dalla sceneggiatura, per sorprenderlo e permettergli di reagire in modo più spontaneo.
The end?L’inferno fuori: la cura dei dettagli
Dalla visione del film emerge una profonda cura nei dettagli, per fare in modo che tutto risultasse il più realistico possibile. Ad esempio, quando il protagonista usa, per la prima volta in vita sua, un fucile, viene violentemente spinto contro il muro alle sue spalle dal rinculo dell’arma. Alessandro Roja e Daniele Misischia hanno spiegato che, quando si rappresenta una storia così minimalista, in cui vi sono già degli elementi sovrannaturali, bisogna essere estremamente attenti ai dettagli per non rompere la sospensione di incredulità del pubblico. I registi non volevano creare un personaggio troppo banale che non aveva mai toccato un arma in vita sua e che invece, si sarebbe trasformato improvvisamente nel protagonista di “Die Hard”, perché sarebbe stato poco credibile.
Una delle loro priorità è stata quella di essere sempre onesti, in tal senso, con gli spettatori. Anche per questo, in tutto il film, la parola “zombie” non viene mai nominata.
La scelta di far uscire il film il giorno prima di ferragosto, in un periodo in cui il cinema italiano è praticamente fermo, è stata motivata dai fratelli Manetti affermando che, un film come questo, uscendo in una stagione più densa, si sarebbe scontrato con dei blockbuster che lo avrebbero facilmente fagocitato. Invece, così, può ritagliarsi la sua nicchia, attirando anche quel pubblico che, altrimenti, sarebbe stato risucchiato altrove.
Nicola De Santis
18/07/2018