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The Head – Recensione e Spoiler

The Head“, con John Lynch e Alvaro Morte, distribuita dal 5 agosto 2020 su Amazon Prime Video e prodotta dalla The Mediapro Studio in collaborazione con la HBO Asia e Hulu Japan, è una serie thriller dalle tinte horror dove è la suspence a muovere la storia.

Un colpevole da trovare

The Head

“The Head, diretta da Jorge Dorado e scritta da Álex e David Pasto, presenta da subito il cast corale della storia, una serie di personaggi con un vissuto comune e un outsider che sta per trascorrere, per la prima volta, sei mesi di buio e freddo in una stazione in Antartide, circondata da neve e ghiaccio. Arthur Wilde, Annika, Erik, Aki, Miles, Ebba, Ramon, Nils e, appunto, la nuova arrivata Maggie, salutano amici, mariti, mogli e colleghi e si separano dal resto del gruppo che non vedranno per 6 mesi, preparandosi ad una missione che potrebbe realmente migliorare la vita della popolazione mondiale.

The Head – Recensione e Spoiler

I mesi passano velocemente e Johan, marito di Annika, vola in elicottero insieme ad alcuni colleghi verso la base dove ha lasciato la moglie e l’intero gruppo. Sono tre settimane che non hanno notizie, non sanno cosa è successo e non capiscono perché le comunicazioni sono state interrotte. Ciò che trovano al loro arrivo li spaventa e stupisce ancor di più. Non c’è apparentemente nessuno, solo mobili e oggetti per terra, tracce di sangue e fori di proiettile. I cadaveri vengono però presto trovati, il numero dei dispersi si restringe e i sospetti ricadono sui pochi sopravvissuti, gli unici a poter raccontare e spiegare come siano andate le cose.

Traumatizzati, infreddoliti e non del tutto affidabili, nelle prime puntate tutti i personaggi potrebbero essere innocenti e colpevoli al tempo stesso. Attraverso flashback e ricordi, la storia diventa sempre più macabra e cruda. I componenti del gruppo sono stati eliminati uno dopo l’altro da un killer misterioso che era tra di loro. Johan interroga i sopravvissuti per scoprire la verità e trovare sua moglie, ma non sa neanche bene di chi può fidarsi.

In “The Head” il mistero non è uno solo

The Head

“The Head” ha nel cast anche John Lynch e Alvaro Morte, il professore della celebre “La Casa di Carta“, arrivata alla sua quarta stagione, in una veste del tutto diversa, dando prova di un’ottima performance. La serie è a tutti gli effetti un thriller ad alta tensione. Dalla musica alla regia, dalla fotografia alla struttura, la suspence è presente e centrale in ogni puntata. I racconti dei sopravvissuti e le indagini al presente di Johan si svolgono tra i corridoi angusti e i sotterranei labirintici della stazione polare, tra indizi che confermano e smentiscono tesi. Tante morti e nessun sospetto, nessun reale colpevole. La verità si scoprirà solo alla fine, esplodendo inaspettata e svelando molti più elementi, oltre che il volto dell’omicida seriale.

In ogni episodio le relazioni tra i personaggi e il passato di ognuno di loro viene rivelato, inducendo lo spettatore a empatizzare e immedesimarsi nella psicologia di quelle persone che non ne usciranno vive. “The Head” è una serie che coinvolge dalla prima scena. Una violenza cruenta che lascia lentamente spazio a un finale amaro, un piano messo in atto da una mente instabile, che sembra studiato nei minimi dettagli. Una conclusione tutt’altro che banale rende “The Head” una serie ambiziosa e riuscita, forse con qualche situazione prevedibile per un occhio più attento, ma che non si vede comunque l’ora di capire con certezza.

Angoscia, solitudine e terrore: sono questi i sentimenti che prova ogni personaggio, perché quando si ritrovano tutti insieme e si guardano negli occhi spaventati, sanno che tra loro si nasconde un assassino. Con radio staccate e generatori che vengono spenti il gruppo si ritrova sempre più isolato e sospettoso, circondato solo da neve, ghiaccio e freddo, scappando verso una porta che prima o poi sarà l’ultima a potersi aprire, trovandosi senza via d’uscita. I corridoi bui, stretti e silenziosi che percorre Johan nella ricerca dei sopravvissuti, sono gli stessi in cui quei personaggi hanno cercato di scappare per mettersi in salvo, creando un’analogia tra prima e dopo, buio e sole, inverno ed estate. Ciò che era successo nel gelo di anni prima si ripete e un mistero nel mistero viene esplicitato, rendendo tutti dei colpevoli come un peccato che in qualche modo ha macchiato chiunque.

Una tecnica impeccabile e coerente

The Head

Scoppiano liti, la rabbia si impossessa dei personaggi e la ricerca di un killer diventa poi desiderio e impossibilità di potersi redimere, portando alla luce un passato che meritava di essere scoperto. La regia e il montaggio trasmettono inquietudine all’interno di una storia sempre più avvincente densa di colpi di scena, da gustare velocemente puntata dopo puntata. In sei episodi “The Head” riesce a entrare nell’interiorità dei personaggi, a chiarire le loro relazioni e soprattutto a raccontare due storie, due tragedie legate da un filo invisibile che avrà più connessioni di quanto possa sembrare.

Le stesse interpretazioni, prime fra tutte quelle di John Lynch e Katharine O’Donnelly, mostrano verosimilmente le diverse modalità di affrontare una situazione come quella che si sta vivendo, da chi prende in mano la situazione a chi si lascia andare sentendosi in trappola. Lo show è un ottimo prodotto ricco di star internazionali, creando un cast dove ognuno è al posto giusto, che porta sicuramente anche a una riflessione: al karma non si sfugge.

Giorgia Terranova

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