Recensione
The Only Living Boy In New York – Recensione: un “big mess”
“The Only Living Boy In New York”, così si intitola questo film, proprio come la canzone di Simon & Garfunkel, scritta da Paul Simon mentre l’altro era via e lui era rimasto da solo a New York; nella canzone si riferisce all’altro con il nome ‘Tom’, perchè era questo lo pseudonimo che aveva scelto agli inizi della loro carriera, quando erano solamente “Tom and Jerry” e non il popolare duo le cui canzoni hanno fatto innamorare tante diverse generazioni.
Il testo ad un certo punto recita: “Half of the time we’re gone, but we don’t know where”, (la metà del tempo siamo assenti ma non sappiamo dove). Ma cosa c’entra questo con il film?
Innanzi tutto, il protagonista si chiama Thomas, di cui Tom è un diminutivo (anche se lui rifiuta di essere chiamato così, preferendo la versione estesa del suo nome); e poi perchè “The Only Living Boy In New York”, parla di persone che, in un modo o nell’altro, sono assenti: assenti nelle vite di coloro che amano, assenti quando dovrebbero aiutarli, assenti quando si tratta di rispondere ai comandi del proprio cuore. Ma dove sono finiti? In un “big mess”, un grande casino; e, come dicono nel film, l’unico modo per superare un casino è passarci attraverso, ed è quel che dovranno fare i protagonisti della storia per raggiungere i loro obiettivi.
The Only Living Boy In New York: una nota di merito a Jeff Bridges
In “The Only Living Boy In New York” Thomas Webb è un giovane ragazzo, buono e gentile, innamorato di una ragazza che non può corrisponderlo, con una madre sull’orlo di una crisi di nervi e un padre che non ha creduto abbastanza in lui, e non ha creduto abbastanza nemmeno nel suo matrimonio: il giovane, infatti, scopre per caso che il genitore ha una relazione con un’altra donna, e sebbene il suo primo istinto sia quello di mandarla via, alla fine rimane intrappolato in una relazione con lei, un triangolo amoroso familiare in cui ci sono lei, il padre e il figlio.
In questo ‘grosso casino’, l’unica luce per Thomas è un misterioso scrittore, suo nuovo vicino di casa, che sembra prendere da subito a cuore il ragazzo e diventa il suo Virgilio, guidandolo nei meandri della vita, spiegandogli ciò che lui non riesce a comprendere, interpretato da un ottimo Jeff Bridges, Premio Oscar al Miglior Attore Protagonista nel 2010: principalmente il film si regge su di lui, che è il personaggio più enigmatico, ma al tempo stesso più chiaro, di tutti: di lui non sappiamo nulla, chi sia, da dove venga, perchè voglia aiutare Thomas, eppure attraverso gli utili consigli che elargisce e il suo modo di vedere a fuoco il mondo, ci sembra di capire che è un uomo che deve averne passate tante, poichè ha quella saggezza tipica di chi ha vissuto e sbagliato molto. È uno di quei personaggi che, per qualche ragione, non si può non apprezzare.
“The Only Living Boy In New York”, per il resto, è un puzzle di situazioni che sembrano chiare all’inizio ma poi si mescolano e si confondono, mentre le storie si intrecciano. Dovrebbe essere un film drammatico, ma di dramma fondamentalmente ce n’è poco; la parte più incisiva, più che altro, sembra essere la ‘serendipità’ vissuta da Thomas (sarà un caso la presenza di Kate Beckinsale?), per cui mentre cerca il suo posto nel mondo, nel cuore della ragazza che ama, e nella morale che gli impone di tirare fuori il padre dalla spirale del tradimento, finisce col trovare invece qualcos’altro, su se stesso e sulla sua storia, aiutato dal suo Virgilio.
The Only Living Boy in New York: un film “carino”
“The Only Living Boy In New York” è un film piacevole da guardare, per impiegare un’ora e mezza di un pomeriggio fiacco; ma forse non è una pellicola particolarmente incisiva, da gustare con rapimento. Gli attori sono tutti bravi, Kate Beckinsale è come sempre molto bella, e veste bene i panni di una donna che “potrebbe avere qualsiasi uomo”, e Callum Turner, che qui interpreta Thomas, è davvero adatto, grazie al suo aspetto e allo sguardo dolce, a vestire i panni del giovane gentile, che vorrebbe agire ma esita, che certe volte non riesce ad esprimere quel che sente per via della morale che lo spinge a comportarsi in un certo modo, e da cui solo il suo enigmatico amico scrittore riesce a liberarlo; lo stesso vale per la colonna sonora, che oltre a rispolverare, ovviamente “The Only Living Boy In New York” di Simon&Garfunkel, sfodera pezzi di Lou Reed e Bob Dylan, che hanno sempre un innegabile fascino.
A parte questo “The Only Living Boy In New York” resta abbastanza in superficie, nonostante voglia darci delle immagini profonde, specie attraverso le parole del personaggio di Jeff Bridges; è un film che non potremmo definire nè bello nè brutto, nè da amare nè da detestare: non ci si pente di averlo visto, ma col senno di poi scopriamo che in realtà avremmo potuto farne a meno senza troppi rimorsi.
Quindi? La miglior definizione sembra essere “Mh, carino”.
Giada Aversa
Trama
Regia: Marc Webb
Cast: Kate Beckinsale, Kiersey Clemons, Jeff Bridges, Callum Turner, Pierce Brosnan, Faith Logan, James Saito, Andy Mackenzie, Debi Mazar, Doris McCarthy
Genere: Drammatico, colore
Durata: 89 minuti
Produzione: USA, 2017
Data di uscita: n/d
Thomas Webb, il protagonista di “The Only Living Boy In New York”, è un ragazzo che, laureatosi, deve trovare un lavoro e una posizione nella società. Stringe amicizia con uno scrittore che è il suo vicino di casa, e lo innalza a proprio mentore.
Un giorno scopre che il padre ha una relazione con un’altra giovane donna, e Thomas decide quindi di mettere la parola fine a quel rapporto: ma nel farlo, si ritrova a costruire una storia con quella stessa donna, e alla fine mette in moto una catena di eventi che rimetterà in discussione tutta la sua esistenza e le sue convinzioni.
“The Only Living Boy In New York” presentato alla Festa del Cinema di Roma 2017
Il film “The Only Living Boy In New York”, diretto da Marc Webb (“The Amazing Spider‑Man”, The Gifter – Il dono del talento”) vede nel cast, tra gli altri, l’attrice Kate Beckinsale, attrice protagonista di numerosi film, tra cui quelli della serie di Underworld, e l’attore Pierce Brosnan, che ha vestito i panni dell’agente 007 James Bond in ben quattro film.
Il film è presentato in Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma 2017.