In un’epoca segnata dalla devastante pandemia di COVID-19 e dalla variante Delta, il film “The Survivalist” affronta temi di fondamentale attualità come la ricerca di un vaccino e la sopravvivenza umana. Protagonista della pellicola è Aaron Ramsey, un fanatico religioso che guida un gruppo di seguaci nella caccia a Sarah Street, una giovane fuggiasca considerata immune al virus. Attraverso una narrazione avvincente, il film esplora le relazioni umane, la sofferenza e la possibilità di redenzione in un contesto di crisi globale.
Il contesto narrativo: una società in crisi
La trama di “The Survivalist” si sviluppa in un contesto di devastazione, in cui la pandemia ha ridotto in miseria le società e ha costretto migliaia di persone a cercare rifugio in campi profughi, come quello in Pennsylvania dal quale scappa Sarah. La perdita del fratello durante il lungo viaggio accentua la precarietà della sua situazione e la rende ancora più vulnerabile. Sarah si rifugia nella casa di Ben Grant, un ex cartografo che vive isolato nella campagna. In questo scenario di isolamento e vulnerabilità, il film mette in luce la fragilità della vita umana e la costante ricerca di sicurezza in un mondo ostile.
Ben Grant si trova a fronteggiare non solo una minaccia esterna rappresentata da Ramsey e dalla sua banda, ma anche i conflitti interiori legati al suo passato familiare. Il legame tra i due protagonisti, Sarah e Ben, diventa un punto focale della narrazione, influenzando le scelte e le azioni di entrambi in una lotta per la sopravvivenza. Ben, interpretato da Jonathan Rhys Meyers, si ritrova a dover proteggere Sarah, mentre si confronta con i suoi demoni personali, creando un equilibrio tra la cura per la ragazza e la sua riemersione dal trauma.
Un eroe contro il male: la lotta di Ben
La figura di Ben Grant rispecchia quello che in molti racconti di sopravvivenza è il classico archetipo dell’eroe riluttante. Inizialmente riluttante ad intraprendere un’azione decisiva, la sua evoluzione nel corso della pellicola evidenzia i temi della responsabilità e della giustizia. La presenza di Sarah nella sua vita diventa un catalizzatore per il cambiamento, spingendo Ben a mettere in discussione il suo passato e ad affrontare le proprie paure e incertezze.
La dinamica fra Ben e Ramsey rappresenta la dicotomia fra bene e male, con il primo che si ritrova in una posizione di difensore, pronto a sacrificarsi per proteggere chi è più vulnerabile. Ramsey, che rappresenta la violenza e la brutalità del mondo esterno, non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere ciò che desidera, e questa determinazione gioca un ruolo cruciale nel creare tensione. La presenza dei suoi seguaci, pronti a tutto per assisterlo, evidenzia come il fanatismo e l’oscurità possano convergere in un’unica missione distruttiva.
La realizzazione e le sue pecche
Uscito nel 2021, “The Survivalist” è stato realizzato in tempi brevissimi, mettendo in risalto come le influenze della pandemia abbiano inevitabilmente plasmato il cinema contemporaneo. Tuttavia, il film risente di una sceneggiatura esile e di una narrazione che non riesce a sviluppare in modo significativo i suoi personaggi. Il budget limitato influisce non solo sulla qualità delle riprese, ma anche sull’approfondimento delle dinamiche tra i protagonisti.
Facendo uso di un’unica ambientazione, il film crea un’atmosfera claustrofobica, ma finisce per risultare monotono e privo di reali colpi di scena. Le sequenze notturne e i flashback che si alternano al presente non riescono a contribuire in modo significativo alla tensione narrativa. Invece di aggiungere profondità, trasmettono una sensazione di superficialità, indebolendo il legame emotivo con il pubblico.
La mancanza di caratterizzazione
Nonostante un cast di nomi noti come Jonathan Rhys Meyers e John Malkovich, “The Survivalist” soffre di una forte mancanza di caratterizzazione nei suoi personaggi. La storia si perde in dinamiche già viste e in cliché narrativi, rendendo i suoi antagonisti e protagonisti poco memorabili. Le loro motivazioni rimangono confusionali e poco convincenti, limitando le emozioni che il pubblico può provare nei loro confronti.
La pellicola non riesce a giustificare i passaggi chiave della trama, lasciando il pubblico con più domande che risposte. Gli sforzi per aggiungere complessità attraverso flashback e relazioni familiari non si traducono in un’autentica connessione, creando una narrazione densa di potenziale ma priva di realizzazione. Le scelte fatte dai personaggi risultano quindi poco credibili e incoerenti con il contesto drammatico, relegando “The Survivalist” a un’opera che, pur presentando tematiche urgenti, fallisce nel permettere al pubblico di immergersi completamente nella sua realtà distopica.